Civate: il principe Adelchi e il suo cavallo in un'altra sinopia di Rosalba Citera, in centro
Il centro di Civate può fare sfoggio - da oggi ufficialmente - di un altro "gioiellino" artistico, che richiama un passato lontano ma più che mai vivo e visibile tra le pieghe di una comunità profondamente impregnata di storia: si tratta di una sinopia per affresco che raffigura il principe Adelchi e il suo cavallo bianco proprio in paese, in un'inquadratura con il lago e la penisola di Isella.

Un'opera di oltre quattro metri quadrati realizzata su tavola e poi fissata sull'edificio al civico 20 di via Cherubino Villa, proprio di fronte a Villa Canali e a pochi passi da piazza Antichi Padri, al di sopra dell'insegna di un bar. A firmarla - cosa quasi scontata per i civatesi - Rosalba Citera, già autrice di quattro creazioni analoghe dislocate in vari punti del paese ma anche di altri piccoli capolavori pittorici conosciuti ben oltre i confini del territorio lecchese.
Con la nuova sinopia, presentata e "inaugurata" questa mattina all'interno di Villa Canali che ha offerto un riparo dalla pioggia battente, l'artista ha voluto sottolineare l'importanza storica di Civate in riferimento all'edificazione della Basilica romanica di San Pietro al Monte, attribuita appunto al principe longobardo Adelchi e a suo padre, Re Desiderio: secondo la leggenda, infatti, quest'ultimo si mosse in prima persona per la costruzione della chiesa e del monastero sul Cornizzolo dopo che il figlio aveva recuperato miracolosamente la vista - che aveva perso proprio da quelle parti, colpendo un cinghiale durante una battuta di caccia - grazie all'acqua di una sorgente che sgorgava in zona.

La testimonianza dell'arrivo del principe longobardo a Civate in sella al suo cavallo è descritta nel manoscritto medioevale "Chronica Danielis": "Nell'anno 707 il cristianissimo re Desiderio con suo figlio Adelchi, percorrendo la Liguria, arrivò in un luogo che si chiama Civate. Questo luogo è molto bello e notevolissimo per ogni piacevolezza, perché era molto salubre per l'aria, ricchissimo di vigne, tutto ricoperto di boschi, irrigato da acque copiose, e dava in abbondanza a tutti gli abitanti una gran quantità di pesci, e venne il re trattando gli affari di Stato con i sud Conti [...]".

Eventi, tra storia e leggenda, che avevano già ispirato negli scorsi anni Rosalba Citera, autrice, come detto, di altri quattro affreschi dedicati al miracolo sul principe Adelchi, visibili tra via Belvedere, via Manzoni (in due punti distinti, nei pressi della farmacia e del Municipio) e via Tozio.

"Mi piacerebbe continuare, per creare un itinerario che offra la possibilità, anche a chi sale alla Basilica, di effettuare un giro e una sosta tra le vie di Civate per conoscere alcuni aspetti della sua storia" ha confidato quest'oggi l'artista, spiegando ai meno esperti che la sinopia era, nel dettaglio, lo studio preliminare dell'affresco in monocromo che nel Medioevo veniva realizzato sull'arriccio, cioè sul sottofondo, prima della stesura dello strato di malta fresca su cui veniva poi realizzato lo stesso soggetto con tutte le tonalità e varietà di colori del caso.

A lei i ringraziamenti pubblici del sindaco di Civate Angelo Isella e dell'assessore Silvia Tantardini, che ha sottolineato come il prezioso lavoro di Rosalba Citera abbia già consentito, in realtà, di creare un bel percorso culturale per arricchire il paese e valorizzarne le bellezze storico-artistiche.

Un'opera di oltre quattro metri quadrati realizzata su tavola e poi fissata sull'edificio al civico 20 di via Cherubino Villa, proprio di fronte a Villa Canali e a pochi passi da piazza Antichi Padri, al di sopra dell'insegna di un bar. A firmarla - cosa quasi scontata per i civatesi - Rosalba Citera, già autrice di quattro creazioni analoghe dislocate in vari punti del paese ma anche di altri piccoli capolavori pittorici conosciuti ben oltre i confini del territorio lecchese.


La testimonianza dell'arrivo del principe longobardo a Civate in sella al suo cavallo è descritta nel manoscritto medioevale "Chronica Danielis": "Nell'anno 707 il cristianissimo re Desiderio con suo figlio Adelchi, percorrendo la Liguria, arrivò in un luogo che si chiama Civate. Questo luogo è molto bello e notevolissimo per ogni piacevolezza, perché era molto salubre per l'aria, ricchissimo di vigne, tutto ricoperto di boschi, irrigato da acque copiose, e dava in abbondanza a tutti gli abitanti una gran quantità di pesci, e venne il re trattando gli affari di Stato con i sud Conti [...]".

Eventi, tra storia e leggenda, che avevano già ispirato negli scorsi anni Rosalba Citera, autrice, come detto, di altri quattro affreschi dedicati al miracolo sul principe Adelchi, visibili tra via Belvedere, via Manzoni (in due punti distinti, nei pressi della farmacia e del Municipio) e via Tozio.

Sulla sinistra il sindaco Angelo Isella. Sullo sfondo, nella sala di Villa Canali,
è visibile un'altra opera della stessa Rosalba Citera
è visibile un'altra opera della stessa Rosalba Citera
"Mi piacerebbe continuare, per creare un itinerario che offra la possibilità, anche a chi sale alla Basilica, di effettuare un giro e una sosta tra le vie di Civate per conoscere alcuni aspetti della sua storia" ha confidato quest'oggi l'artista, spiegando ai meno esperti che la sinopia era, nel dettaglio, lo studio preliminare dell'affresco in monocromo che nel Medioevo veniva realizzato sull'arriccio, cioè sul sottofondo, prima della stesura dello strato di malta fresca su cui veniva poi realizzato lo stesso soggetto con tutte le tonalità e varietà di colori del caso.

L'artista con i rappresentanti dell'Amministrazione comunale di Civate
A lei i ringraziamenti pubblici del sindaco di Civate Angelo Isella e dell'assessore Silvia Tantardini, che ha sottolineato come il prezioso lavoro di Rosalba Citera abbia già consentito, in realtà, di creare un bel percorso culturale per arricchire il paese e valorizzarne le bellezze storico-artistiche.
B.P.














