Valsassina: maltrattamenti sulla moglie dall'Africa, nega tutto
Si è conclusa con un rinvio per termini a difesa l’udienza odierna del processo che vede imputato un cittadino italiano, residente in Valsassina, con l'accusa di maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie, di origini africane e delle due figlie minori di lei.
La coppia – ha raccontato quest'oggi l'uomo rendendo d'esame - si era “incontrata” su Facebook qualche anno fa. Dopo una breve conoscenza “digitale” lui si era recato nel Paese d'origine di lei, dove dopo pochi giorni, si sarebbe celebrato il matrimonio tra i due per venire incontro alle pressioni della famiglia della donna. La moglie lo aveva poi raggiunto a Lecco l'anno seguente insieme alle sue due bambine, che l'uomo avrebbe subito accolto in casa come se fossero sue.
“Da lì é iniziato il declino” ha raccontato il valsassinese al collegio giudicante (presidente Paolo Salvatore, a latere Giulia Barazzetta e Martina Beggio): “non era più la donna che avevo sposato: voleva tornare in Africa, ma le ho chiesto del tempo per adattarsi. Abbiamo smesso di dormire insieme praticamente subito dopo il suo arrivo. Poi tutto è degenerato quando una volta lei ha preso di peso la bambina più piccola e l'ha riempita di schiaffi”. A fronte anche delle evidenti difficoltà di comunicare della coppia e delle divergenze culturali, lui aveva richiesto l'intervento degli assistenti sociali, facendo anche iscrivere la donna ad un corso di italiano, che lei avrebbe abbandonato poco dopo.
Oggi in sostanza l'uomo ha respinto ogni accusa e capovolto totalmente la ricostruzione dei fatti proposta dalla sua accusatrice: negando ogni addebito, ha sostenuto che i comportamenti violenti e maltrattanti nei confronti delle figlie sarebbero stati posti in essere dalla donna. “Lei non si prendeva cura delle bambine: stava tutto il giorno chiusa in camera con il cellulare in mano”.
L'odierno imputato ha anche mostrato ai giudici una serie di screenshot tratti dalla conversazione con la (ormai ex) moglie, in cui le assicurava supporto economico, nonostante la fine del matrimonio. “Mi puoi mandare soldi anche questo mese?” avrebbe chiesto lei in chat a lui, rigorosamente in inglese.
Al termine dell'esame dell'imputato il sostituto procuratore Pasquale Esposito, ha chiesto di integrare il capo di imputazione contestando formalmente anche il delitto di violenza sessuale, (denunciato in aula nella scorsa udienza dalla persona offesa), che si sarebbe consumato nella notte di capodanno del 2022. “Entrambi eravamo ubriachi, ma il rapporto è stato consensuale. Poi la mattina seguente lei mi ha accusato di averla stuprata. Ero incredulo” ha commentato il valsassinese, confessando di essere anche caduto in depressione in seguito a quell'episodio.
Il difensore dell’imputato ha quindi chiesto e ottenuto termini a difesa per esaminare la nuova contestazione e decidere la strategia difensiva.
Il procedimento è stato quindi rinviato a dicembre.
La coppia – ha raccontato quest'oggi l'uomo rendendo d'esame - si era “incontrata” su Facebook qualche anno fa. Dopo una breve conoscenza “digitale” lui si era recato nel Paese d'origine di lei, dove dopo pochi giorni, si sarebbe celebrato il matrimonio tra i due per venire incontro alle pressioni della famiglia della donna. La moglie lo aveva poi raggiunto a Lecco l'anno seguente insieme alle sue due bambine, che l'uomo avrebbe subito accolto in casa come se fossero sue.
“Da lì é iniziato il declino” ha raccontato il valsassinese al collegio giudicante (presidente Paolo Salvatore, a latere Giulia Barazzetta e Martina Beggio): “non era più la donna che avevo sposato: voleva tornare in Africa, ma le ho chiesto del tempo per adattarsi. Abbiamo smesso di dormire insieme praticamente subito dopo il suo arrivo. Poi tutto è degenerato quando una volta lei ha preso di peso la bambina più piccola e l'ha riempita di schiaffi”. A fronte anche delle evidenti difficoltà di comunicare della coppia e delle divergenze culturali, lui aveva richiesto l'intervento degli assistenti sociali, facendo anche iscrivere la donna ad un corso di italiano, che lei avrebbe abbandonato poco dopo.
Oggi in sostanza l'uomo ha respinto ogni accusa e capovolto totalmente la ricostruzione dei fatti proposta dalla sua accusatrice: negando ogni addebito, ha sostenuto che i comportamenti violenti e maltrattanti nei confronti delle figlie sarebbero stati posti in essere dalla donna. “Lei non si prendeva cura delle bambine: stava tutto il giorno chiusa in camera con il cellulare in mano”.
L'odierno imputato ha anche mostrato ai giudici una serie di screenshot tratti dalla conversazione con la (ormai ex) moglie, in cui le assicurava supporto economico, nonostante la fine del matrimonio. “Mi puoi mandare soldi anche questo mese?” avrebbe chiesto lei in chat a lui, rigorosamente in inglese.
Al termine dell'esame dell'imputato il sostituto procuratore Pasquale Esposito, ha chiesto di integrare il capo di imputazione contestando formalmente anche il delitto di violenza sessuale, (denunciato in aula nella scorsa udienza dalla persona offesa), che si sarebbe consumato nella notte di capodanno del 2022. “Entrambi eravamo ubriachi, ma il rapporto è stato consensuale. Poi la mattina seguente lei mi ha accusato di averla stuprata. Ero incredulo” ha commentato il valsassinese, confessando di essere anche caduto in depressione in seguito a quell'episodio.
Il difensore dell’imputato ha quindi chiesto e ottenuto termini a difesa per esaminare la nuova contestazione e decidere la strategia difensiva.
Il procedimento è stato quindi rinviato a dicembre.
F.F.














