Rondoni: il CROS mappa le colonie in tutta la provincia. Il censimento completo

È un lavoro nato dalla passione, cresciuto con la dedizione e arrivato oggi alla sua forma più concreta: la mappa interattiva delle colonie di rondoni nidificanti in provincia di Lecco è finalmente online, insieme alla relazione completa del triennio di ricerche 2023-2025.
Un risultato che non è solo scientifico, ma profondamente umano: venti volontari, tra birdwatcher e soci delle associazioni ambientaliste del territorio, hanno passato mesi con il naso all’insù per censire questi straordinari volatori che, ogni primavera, scelgono tetti, campanili e sottogronda della nostra provincia per riprodursi.
Rondoni_ricerca.jpg (56 KB)Il CROS Varenna ha coordinato una ricerca capillare, metodica e condivisa, avviata nel giugno 2023 e condotta uniformandosi ai protocolli già utilizzati nelle province di Bergamo e Varese.
L’area di indagine è stata estesa a tutti gli 84 comuni, distribuiti dunque tra la Brianza lecchese, le valli prealpine e la riva orientale del Lario.
Il Centro ha formato una squadra eterogenea di una sessantina di persone, coinvolte grazie alle mailing list e ai social delle associazioni del territorio — da Legambiente al WWF, dalla Lipu all’Associazione Monte di Brianza.
Rondoni_mappa.jpg (120 KB)Dopo un webinar introduttivo e uscite sul campo dedicate ai principianti, la provincia è stata suddivisa in 14 aree di rilevamento, affidate ai volontari secondo la loro zona di residenza. Le osservazioni si sono svolte nelle prime ore del mattino e al tramonto, tra maggio e luglio, i mesi cruciali per l’attività riproduttiva dei rondoni.
Per ogni colonia individuata sono stati registrati posizione, specie presente, numero stimato di individui in volo, tipologia dell’edificio, accessi al nido, eventuali criticità.
Il tutto è stato anche immediatamente riportato in una mappa georeferenziata.
Il quadro che emerge da questo grande lavoro di citizen science è chiaro: in provincia di Lecco sono stati rilevati 173 siti di nidificazione di rondone comune e 11 di rondone maggiore. Nessuna colonia di rondone pallido è stata osservata.
Ventitré comuni non ospitano nidi, mentre la concentrazione più alta si registra a Lecco (27 colonie), seguita da Mandello del Lario (19) e da Abbadia Lariana, Bellano e Dervio (8 ciascuna).
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Rondonaia a Molteno e Bosisio Parini

La maggior parte delle colonie è ospitata da edifici non recenti — palazzi, case singole, ville storiche — ma un ruolo importante lo ricoprono anche chiese e campanili. I rondoni sfruttano coppi, travi, buche pontaie, interstizi di cassonetti delle tapparelle: cavità minime, invisibili ai più, ma fondamentali per la loro sopravvivenza. Non mancano casi di nidi su capannoni industriali e, per il rondone maggiore, persino in rondonaie storiche ancora attive, come quella di Cassago Brianza.
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Rondonaia a Oggiono e Olginate

Un dato critico riguarda lo stato di conservazione: il 12% delle colonie di rondone comune e ben il 36% di quelle di rondone maggiore risultano minacciate da edifici ammalorati, ristrutturazioni imminenti o possibili demolizioni. È una percentuale che richiama direttamente la necessità di norme chiare nei regolamenti edilizi comunali, affinché l’efficientamento energetico non si trasformi — come spesso accaduto in passato — in una condanna per questa specie insettivora preziosa per l’equilibrio urbano.
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Rondonaia a Merate e Calco

La pubblicazione del CROS non è soltanto un report tecnico: è un invito a conoscere, proteggere e convivere responsabilmente con i rondoni. «Siamo disponibili al dialogo con Comuni e privati per affrontare situazioni spesso ignorate ma potenzialmente pericolose per la sopravvivenza di questi straordinari volatori che, stagione dopo stagione, scelgono di vivere accanto a noi».
Un lavoro prezioso, che racconta non solo una specie, ma un territorio che sceglie di prendersene cura.
C.C.
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