Sette episodi di furto, rapina e ''resistenza'' in treno: un giovane condannato a 5 anni
E' stato condannato alla pena di cinque anni di reclusione per una serie di episodi di rapina, furto e resistenza a pubblico ufficiale di cui si sarebbe reso protagonista mentre viaggiava a bordo della linea ferroviaria Lecco-Milano via Carnate tra la fine del 2024 e l'inizio di quest'anno.
E' la condanna disposta nel pomeriggio odierno, dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lecco Salvatore Catalano, nei confronti di Adem G., classe 2004, nato in Italia, ma dalle origini magrebine.
Il giovane – tradotto a palazzo di giustizia dall'istituto penitenziario dove si trova ristretto in virtù di una misura di custodia cautelare in carcere e difeso dall'avvocato Stefano Mandelli – doveva rispondere di sette distinti episodi ai danni di pendolari e forze dell'ordine, riuniti in un unico fascicolo dalla Procura lecchese, quest'oggi rappresentata in aula dal dottor Pasquale Esposito.
In rito abbreviato la pesante condanna a suo carico, pronunciata dal GUP nel primo pomeriggio odierno: cinque anni appunto, con le attenuanti generiche prevalenti sulle contestate aggravanti.

Una giornata ''piena'' quella in Tribunale, per il giovane imputato, che in mattinata si era seduto al cospetto del giudice in ruolo monocratico Martina Beggio per rispondere di un'altra contestazione a suo carico, risalente al novembre 2023.
In quell'occasione i Carabinieri della stazione di Arcore – supportati dai militari del comando provinciale di Lecco – avevano bussato, praticamente all'alba, alla porta della sua abitazione di Calolziocorte per eseguire un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a seguito di un'altra rapina contestata al giovane imputato, ancora una volta sulla linea ferroviaria che collega Lecco alla stazione di Milano Porta Garibaldi, ma nel territorio di competenza della Procura monzese. Episodio per il quale era stato poi scagionato nei mesi successivi.
Per sfuggire però al ''fermo'', il giovane si sarebbe puntato un coltello alla gola, rendendo quanto mai ostico il lavoro delle forze dell'ordine. Istanti particolarmente tesi quelli vissuti nell'abitazione calolziese, durante i quali Adem G. sarebbe stato – secondo le contestazioni dell'autorità giudiziaria – spalleggiato dai suoi familiari, con due di loro finiti a processo con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
Nel parapiglia infatti, un militare avrebbe rimediato conseguenze fisiche importanti, che lo avevano costretto a ricorrere alle cure ospedaliere con prognosi refertata dal pronto soccorso di Vimercate.
Escussi alcuni testi – fra cui gli operanti – l'udienza odierna è stata aggiornata a gennaio per il completamento dell'istruttoria.
E' la condanna disposta nel pomeriggio odierno, dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lecco Salvatore Catalano, nei confronti di Adem G., classe 2004, nato in Italia, ma dalle origini magrebine.
Il giovane – tradotto a palazzo di giustizia dall'istituto penitenziario dove si trova ristretto in virtù di una misura di custodia cautelare in carcere e difeso dall'avvocato Stefano Mandelli – doveva rispondere di sette distinti episodi ai danni di pendolari e forze dell'ordine, riuniti in un unico fascicolo dalla Procura lecchese, quest'oggi rappresentata in aula dal dottor Pasquale Esposito.
In rito abbreviato la pesante condanna a suo carico, pronunciata dal GUP nel primo pomeriggio odierno: cinque anni appunto, con le attenuanti generiche prevalenti sulle contestate aggravanti.

Una giornata ''piena'' quella in Tribunale, per il giovane imputato, che in mattinata si era seduto al cospetto del giudice in ruolo monocratico Martina Beggio per rispondere di un'altra contestazione a suo carico, risalente al novembre 2023.
In quell'occasione i Carabinieri della stazione di Arcore – supportati dai militari del comando provinciale di Lecco – avevano bussato, praticamente all'alba, alla porta della sua abitazione di Calolziocorte per eseguire un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a seguito di un'altra rapina contestata al giovane imputato, ancora una volta sulla linea ferroviaria che collega Lecco alla stazione di Milano Porta Garibaldi, ma nel territorio di competenza della Procura monzese. Episodio per il quale era stato poi scagionato nei mesi successivi.
Per sfuggire però al ''fermo'', il giovane si sarebbe puntato un coltello alla gola, rendendo quanto mai ostico il lavoro delle forze dell'ordine. Istanti particolarmente tesi quelli vissuti nell'abitazione calolziese, durante i quali Adem G. sarebbe stato – secondo le contestazioni dell'autorità giudiziaria – spalleggiato dai suoi familiari, con due di loro finiti a processo con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
Nel parapiglia infatti, un militare avrebbe rimediato conseguenze fisiche importanti, che lo avevano costretto a ricorrere alle cure ospedaliere con prognosi refertata dal pronto soccorso di Vimercate.
Escussi alcuni testi – fra cui gli operanti – l'udienza odierna è stata aggiornata a gennaio per il completamento dell'istruttoria.
G.C.














