Lo stadio delle scuse
Cara Leccoonline
Ieri l’altro in Consiglio comunale è andato in scena un siparietto surreale e desolante sull’ordine del giorno dedicato allo stadio.
Un odg che osava chiedere un po’ di attenzione – e sì, anche qualche risorsa – per un movimento sportivo come il Calcio a Lecco.
Una richiesta non a beneficio della società, ma unicamente dello stadio, che è pubblico, comunale, e tale deve restare.
Ed è già assurdo dover ricordare che il Comune dovrebbe avere a cuore i suoi miglioramenti, la sua messa a norma definitiva, anche per il ritorno turistico e d’immagine, ma ancor prima per la città e i cittadini. Questo a prescindere dall’affitto percepito o dagli accordi con la precedente proprietà per il rifacimento del campo e gli interventi indispensabili per la Serie B
L’aspetto comico e triste, emerso ancora una volta in Aula, è l’uso “a chiamata” della Calcio Lecco: si sale e si scende dal carro dei vincitori a seconda della convenienza, della propaganda, del momento elettorale.
Si vedono foto sorridenti di Sindaco e Assessori allo stadio dopo la promozione in B, poi però le partite casalinghe diventano “un problema per la città”.
Selfie quando si vince, e poi una fatica incredibile persino per ottenere una pedana per le persone con disabilità. Dei bagni, poi, meglio trattenersi e non parlarne.
E però, oplà, si risale sul carro quando arrivano centinaia di migliaia di euro grazie alla promozione, soldi usati per rifare rotonde in centro vendute come “necessarie allo stadio”.
Si arriva al paradosso: chiedi di sostituire un precario generatore vecchio e a gasolio, e ti fanno passare per uno che vuole comprare Maradona.
I primi a opporsi? Proprio gli “ambientalisti”, che suggeriscono di far giocare il Lecco nel primo pomeriggio per non accendere il generatore.
Al prossimo Consiglio, forse, proporranno al Lecco di giocare in smart working.
Poi ci sono assessori e partiti che dicono che il Comune non può investire quei soldi pubblici perché deve avere un'attenzione al loro uso responsabile. E tu pensi che stai chiedendo di cambiare un generatore a gasolio, non di mettere continuamente fiorellini su ogni davanzale in centro.
Poi questa responsabilità però sparisce quando si tratta di spendere 190mila euro per fiori da cambiare a ogni inclinazione di sole; 200mila regalati a pochi commercianti del centro; 40mila per far intervistare il Sindaco in tv; decine di migliaia per mega manifesti; altri 30mila per festival già esauriti; consulenze discutibili; oltre 20mila per una cornamusa elettrica davanti a poche decine di persone; 80mila per una piattaforma galleggiante durata cinque giorni; decine di migliaia per il Gioco del Nascondino.
Quando vogliono, i soldi li trovano.
- È una politica in cui l’apparenza ingrana sempre.
E, a sentirli parlare in Aula, forse non solo l’apparenza
#siamotuttilorenzomarconi
Ieri l’altro in Consiglio comunale è andato in scena un siparietto surreale e desolante sull’ordine del giorno dedicato allo stadio.
Un odg che osava chiedere un po’ di attenzione – e sì, anche qualche risorsa – per un movimento sportivo come il Calcio a Lecco.
Una richiesta non a beneficio della società, ma unicamente dello stadio, che è pubblico, comunale, e tale deve restare.
Ed è già assurdo dover ricordare che il Comune dovrebbe avere a cuore i suoi miglioramenti, la sua messa a norma definitiva, anche per il ritorno turistico e d’immagine, ma ancor prima per la città e i cittadini. Questo a prescindere dall’affitto percepito o dagli accordi con la precedente proprietà per il rifacimento del campo e gli interventi indispensabili per la Serie B
L’aspetto comico e triste, emerso ancora una volta in Aula, è l’uso “a chiamata” della Calcio Lecco: si sale e si scende dal carro dei vincitori a seconda della convenienza, della propaganda, del momento elettorale.
Si vedono foto sorridenti di Sindaco e Assessori allo stadio dopo la promozione in B, poi però le partite casalinghe diventano “un problema per la città”.
Selfie quando si vince, e poi una fatica incredibile persino per ottenere una pedana per le persone con disabilità. Dei bagni, poi, meglio trattenersi e non parlarne.
E però, oplà, si risale sul carro quando arrivano centinaia di migliaia di euro grazie alla promozione, soldi usati per rifare rotonde in centro vendute come “necessarie allo stadio”.
Si arriva al paradosso: chiedi di sostituire un precario generatore vecchio e a gasolio, e ti fanno passare per uno che vuole comprare Maradona.
I primi a opporsi? Proprio gli “ambientalisti”, che suggeriscono di far giocare il Lecco nel primo pomeriggio per non accendere il generatore.
Al prossimo Consiglio, forse, proporranno al Lecco di giocare in smart working.
Poi ci sono assessori e partiti che dicono che il Comune non può investire quei soldi pubblici perché deve avere un'attenzione al loro uso responsabile. E tu pensi che stai chiedendo di cambiare un generatore a gasolio, non di mettere continuamente fiorellini su ogni davanzale in centro.
Poi questa responsabilità però sparisce quando si tratta di spendere 190mila euro per fiori da cambiare a ogni inclinazione di sole; 200mila regalati a pochi commercianti del centro; 40mila per far intervistare il Sindaco in tv; decine di migliaia per mega manifesti; altri 30mila per festival già esauriti; consulenze discutibili; oltre 20mila per una cornamusa elettrica davanti a poche decine di persone; 80mila per una piattaforma galleggiante durata cinque giorni; decine di migliaia per il Gioco del Nascondino.
Quando vogliono, i soldi li trovano.
- È una politica in cui l’apparenza ingrana sempre.
E, a sentirli parlare in Aula, forse non solo l’apparenza
#siamotuttilorenzomarconi
Paolo Trezzi














