PAROLE CHE PARLANO/256

Defunto 

Spiegare il significato del termine defunto, soprattutto in questo mese di commemorazione dei nostri morti, potrebbe apparire inutile, tuttavia è la sua etimologia a raccontarci qualcosa di interessante sulla fine della vita e sulla condizione del silenzio.
La parola deriva direttamente dal latino classico dēfunctus, participio passato del verbo dēfungor.
Analizzando la composizione del verbo, troviamo due elementi chiave: dē- che ha il significato di "via da", "allontanamento", ma anche di "completamento", "fine" o "cessazione"; e fungor verbo che significa "adempiere", "svolgere", "eseguire" o "portare a termine un compito o un dovere".
Combinando i due elementi, il verbo dēfungor significava letteralmente "aver compiuto, aver portato a termine, aver esaurito" qualcosa, magari di importante.
Quando il termine dēfunctus fu applicato a chi aveva abbandonato questo mondo, il significato divenne potentemente metaforico: non indicava semplicemente un corpo senza vita, ma una persona che "aveva esaurito il suo ruolo" o che "aveva terminato il suo dovere" sulla terra. Il defunto, quindi, era colui che aveva completato l'arco della sua esistenza, concludendo i compiti che la vita gli aveva assegnato.
Questa idea di compimento non era estranea alle culture antiche. I Greci, ad esempio, vedevano nella morte degli eroi, come Ercole, il coronamento di una vita spesa a superare prove e a compiere imprese straordinarie. Anche nel cristianesimo, la morte è descritta come un passaggio verso una vita eterna, dove le azioni compiute sulla Terra trovano il loro vero significato. In questo senso, la parola dēfunctus si carica di una dignità quasi sacra, trasformando la fine della vita in un atto conclusivo che chiude un cerchio.
Benché il termine defunto sia oggi nella lingua italiana un sinonimo formale di morto, la sua origine etimologica ci ricorda che la morte, in questa antica prospettiva, andrebbe vista non come una semplice interruzione, ma come il compimento finale di un'opera o di un'esperienza. E forse è proprio in quel silenzio che risuona, in chi rimane, l'eco del dovere compiuto.
Oggi, in una società che spesso rimuove la morte o la riduce a un evento da gestire in modo efficiente e rapido, il termine defunto ci invita a una riflessione più profonda.

Rubrica a cura di Dino Ticli
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