Con 3.000 diplomati l'anno, coperto il 30% dei posti lavoro. Ma l'IA cambia il mercato. Il report
La quarta edizione del rapporto "Il sistema economico e il sistema formativo a confronto – La transizione dalla scuola al lavoro" è stata presentata ieri pomeriggio in Sala don Ticozzi. Si tratta di uno strumento che la Provincia di Lecco propone di anno in anno per analizzare i percorsi che conducono i giovani dal mondo della scuola a quello del lavoro.
L’appuntamento, nonostante un meteo inclemente, ha portato in sala dirigenti scolastici, insegnanti, rappresentanti delle imprese e cittadini, tutti interessati a comprendere come migliorare il raccordo tra formazione e mercato del lavoro.

L’edizione 2025 del report dedica particolare attenzione ai giovani NEET, ossia a chi non studia, non lavora e non segue percorsi formativi, un fenomeno che in Italia riguarda ancora il 15,2% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni, ben al di sopra della media europea.
Il rapporto sottolinea come un basso livello di istruzione o la dispersione implicita, ossia il conseguimento di titoli che non riflettono le reali competenze, possano influire negativamente sulla possibilità di inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro. Contestualmente, l’analisi si concentra su sette settori economici strategici della provincia – Agroalimentare, Commercio, Costruzioni, Elettrico-Elettronico, Metalmeccanico, Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale, Turismo e Ristorazione – mettendo a confronto la domanda di personale espressa dalle imprese con il numero di studenti diplomati o qualificati tra il 2021 e il 2024. Un focus speciale è stato dedicato anche alle competenze informatiche e all’uso dell’Intelligenza Artificiale in azienda, a testimonianza della crescente centralità delle tecnologie digitali nel mercato locale.

Ad aprire la presentazione è stato Matteo Sironi, che ha illustrato il percorso di realizzazione del rapporto, frutto della collaborazione tra le direzioni provinciali del lavoro e della formazione. Ha ricordato come lo studio fornisca dati concreti e aggiornati, necessari per orientare scelte politiche, formative e professionali, e ha anticipato il programma della giornata, che prevedeva gli interventi istituzionali, la presentazione dei dati e un momento finale di confronto con il pubblico.

Il consigliere provinciale delegato a Centro impiego, Formazione professionale e Istruzione, Antonio Leonardo Pasquini, ha sottolineato l’importanza di avere strumenti chiari per declinare politiche attive del lavoro e programmi formativi. «Questo rapporto ci permette di fotografare la realtà locale e di affrontare criticità e opportunità con dati concreti», ha spiegato. Pasquini ha evidenziato come la provincia di Lecco, nonostante i miglioramenti recenti, continui a registrare un forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, soprattutto nei settori metalmeccanico ed elettronico, e ha ricordato l’urgenza di intercettare i giovani NEET, pari al 5% sul territorio, attraverso politiche mirate di orientamento e formazione.

Adamo Castelnuovo, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Lecco, ha rimarcato il valore di dati aggiornati e precisi per orientare le scelte formative dei giovani e favorire l’incontro tra scuola e imprese. «È fondamentale far capire ai ragazzi le opportunità concrete presenti sul territorio», ha detto, sottolineando che la conoscenza dei percorsi produttivi e delle eccellenze locali può aiutare a trattenere talenti e costruire carriere qualificate nella propria comunità. Castelnuovo ha inoltre ricordato il ruolo degli ITS Academy, che permettono agli studenti di acquisire competenze in settori avanzati come meccatronica e agroalimentare, creando collegamenti diretti tra formazione e mercato del lavoro.

Andrea Gianni di PTS ha quindi illustrato i dati del report, evidenziando uno squilibrio significativo tra domanda e offerta di competenze: su 3.000 giovani diplomati ogni anno, l’offerta disponibile riesce a coprire solo il 30% della domanda di lavoro senza esperienza, con picchi di criticità nei settori manifatturieri, elettronico, meccatronico e nel turismo e ristorazione. Gianni ha spiegato che, se da un lato la metalmeccanica mostra segnali di stabilizzazione, la diminuzione del mismatch non deriva da un aumento dell’offerta formativa, ma da una riduzione della domanda, mentre nel turismo e ristorazione il divario rimane molto ampio: le imprese cercano circa 1.200 figure professionali senza esperienza, mentre l’offerta di neoformati si attesta intorno alle 250 unità. Per quanto riguarda il commercio, Gianni ha evidenziato come la grande eterogeneità del settore e la limitata corrispondenza tra titoli di studio e competenze richieste contribuiscano a rendere meno significativi i dati, a differenza di altri ambiti in cui la formazione tecnica è più strettamente collegata ai fabbisogni locali. Nonostante le difficoltà, Gianni ha sottolineato come il contesto provinciale sia virtuoso dal punto di vista delle opportunità e delle iniziative istituzionali, invitando a mantenere alto l’impegno nella formazione dei giovani e nella riduzione del mismatch.
Dopo la presentazione dei dati si è aperto il dibattito con il pubblico, moderato dagli organizzatori, che ha visto interventi significativi da parte di dirigenti scolastici, rappresentanti del mondo del lavoro e operatori dei servizi per l’impiego. Tra i punti emersi, la necessità di rafforzare il legame tra scuola e imprese, la valorizzazione delle competenze manuali e pratiche, l’importanza dell’orientamento precoce, e la sensibilizzazione delle famiglie sul ruolo centrale che hanno nelle scelte formative dei ragazzi. È stata sottolineata la differenza tra le aspettative dei giovani e le condizioni del mercato, con particolare attenzione ai settori ristorazione, turismo e commercio, caratterizzati da orari e tipologie di contratto che oggi risultano meno attraenti per i giovani.
In risposta agli interventi del pubblico, Gianni ha richiamato l’attenzione sulla paura del futuro tra i ragazzi, emersa anche in contesti non direttamente legati a problemi economici, e sull’obsolescenza di alcuni luoghi comuni, come la visione del lavoro metalmeccanico esclusivamente manuale. Ha inoltre evidenziato come l’intelligenza artificiale stia modificando il mercato del lavoro, sostituendo alcune posizioni di ingresso e richiedendo un ripensamento delle competenze richieste.
Pasquini ha aggiunto che la Provincia, in collaborazione con scuole e parti sociali, sta già lavorando su orientamento, sicurezza e valorizzazione del lavoro manuale, ribadendo che non esistono percorsi di serie A o B, ma percorsi che valorizzano le competenze individuali. Ha sottolineato come la nuova generazione viva in un contesto completamente diverso rispetto al passato, con aspirazioni e prospettive differenti, e come sia fondamentale mantenere le eccellenze del territorio anticipando le problematiche e trovando strategie condivise tra istituzioni, scuole, imprese e famiglie.
L’incontro ha confermato che Lecco dispone di un contesto virtuoso, dove istituzioni, scuole e imprese collaborano per promuovere l’occupabilità giovanile. Restano però urgenti ulteriori passi per integrare la formazione scolastica con il mondo del lavoro, valorizzare competenze pratiche e manuali e accompagnare le nuove generazioni verso scelte consapevoli, rispondendo sia alle esigenze del mercato sia alle aspirazioni dei ragazzi.
L’appuntamento, nonostante un meteo inclemente, ha portato in sala dirigenti scolastici, insegnanti, rappresentanti delle imprese e cittadini, tutti interessati a comprendere come migliorare il raccordo tra formazione e mercato del lavoro.

L’edizione 2025 del report dedica particolare attenzione ai giovani NEET, ossia a chi non studia, non lavora e non segue percorsi formativi, un fenomeno che in Italia riguarda ancora il 15,2% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni, ben al di sopra della media europea.
Il rapporto sottolinea come un basso livello di istruzione o la dispersione implicita, ossia il conseguimento di titoli che non riflettono le reali competenze, possano influire negativamente sulla possibilità di inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro. Contestualmente, l’analisi si concentra su sette settori economici strategici della provincia – Agroalimentare, Commercio, Costruzioni, Elettrico-Elettronico, Metalmeccanico, Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale, Turismo e Ristorazione – mettendo a confronto la domanda di personale espressa dalle imprese con il numero di studenti diplomati o qualificati tra il 2021 e il 2024. Un focus speciale è stato dedicato anche alle competenze informatiche e all’uso dell’Intelligenza Artificiale in azienda, a testimonianza della crescente centralità delle tecnologie digitali nel mercato locale.

Ad aprire la presentazione è stato Matteo Sironi, che ha illustrato il percorso di realizzazione del rapporto, frutto della collaborazione tra le direzioni provinciali del lavoro e della formazione. Ha ricordato come lo studio fornisca dati concreti e aggiornati, necessari per orientare scelte politiche, formative e professionali, e ha anticipato il programma della giornata, che prevedeva gli interventi istituzionali, la presentazione dei dati e un momento finale di confronto con il pubblico.

Il consigliere provinciale delegato a Centro impiego, Formazione professionale e Istruzione, Antonio Leonardo Pasquini, ha sottolineato l’importanza di avere strumenti chiari per declinare politiche attive del lavoro e programmi formativi. «Questo rapporto ci permette di fotografare la realtà locale e di affrontare criticità e opportunità con dati concreti», ha spiegato. Pasquini ha evidenziato come la provincia di Lecco, nonostante i miglioramenti recenti, continui a registrare un forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, soprattutto nei settori metalmeccanico ed elettronico, e ha ricordato l’urgenza di intercettare i giovani NEET, pari al 5% sul territorio, attraverso politiche mirate di orientamento e formazione.

Adamo Castelnuovo, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Lecco, ha rimarcato il valore di dati aggiornati e precisi per orientare le scelte formative dei giovani e favorire l’incontro tra scuola e imprese. «È fondamentale far capire ai ragazzi le opportunità concrete presenti sul territorio», ha detto, sottolineando che la conoscenza dei percorsi produttivi e delle eccellenze locali può aiutare a trattenere talenti e costruire carriere qualificate nella propria comunità. Castelnuovo ha inoltre ricordato il ruolo degli ITS Academy, che permettono agli studenti di acquisire competenze in settori avanzati come meccatronica e agroalimentare, creando collegamenti diretti tra formazione e mercato del lavoro.

Andrea Gianni di PTS ha quindi illustrato i dati del report, evidenziando uno squilibrio significativo tra domanda e offerta di competenze: su 3.000 giovani diplomati ogni anno, l’offerta disponibile riesce a coprire solo il 30% della domanda di lavoro senza esperienza, con picchi di criticità nei settori manifatturieri, elettronico, meccatronico e nel turismo e ristorazione. Gianni ha spiegato che, se da un lato la metalmeccanica mostra segnali di stabilizzazione, la diminuzione del mismatch non deriva da un aumento dell’offerta formativa, ma da una riduzione della domanda, mentre nel turismo e ristorazione il divario rimane molto ampio: le imprese cercano circa 1.200 figure professionali senza esperienza, mentre l’offerta di neoformati si attesta intorno alle 250 unità. Per quanto riguarda il commercio, Gianni ha evidenziato come la grande eterogeneità del settore e la limitata corrispondenza tra titoli di studio e competenze richieste contribuiscano a rendere meno significativi i dati, a differenza di altri ambiti in cui la formazione tecnica è più strettamente collegata ai fabbisogni locali. Nonostante le difficoltà, Gianni ha sottolineato come il contesto provinciale sia virtuoso dal punto di vista delle opportunità e delle iniziative istituzionali, invitando a mantenere alto l’impegno nella formazione dei giovani e nella riduzione del mismatch.
Dopo la presentazione dei dati si è aperto il dibattito con il pubblico, moderato dagli organizzatori, che ha visto interventi significativi da parte di dirigenti scolastici, rappresentanti del mondo del lavoro e operatori dei servizi per l’impiego. Tra i punti emersi, la necessità di rafforzare il legame tra scuola e imprese, la valorizzazione delle competenze manuali e pratiche, l’importanza dell’orientamento precoce, e la sensibilizzazione delle famiglie sul ruolo centrale che hanno nelle scelte formative dei ragazzi. È stata sottolineata la differenza tra le aspettative dei giovani e le condizioni del mercato, con particolare attenzione ai settori ristorazione, turismo e commercio, caratterizzati da orari e tipologie di contratto che oggi risultano meno attraenti per i giovani.
In risposta agli interventi del pubblico, Gianni ha richiamato l’attenzione sulla paura del futuro tra i ragazzi, emersa anche in contesti non direttamente legati a problemi economici, e sull’obsolescenza di alcuni luoghi comuni, come la visione del lavoro metalmeccanico esclusivamente manuale. Ha inoltre evidenziato come l’intelligenza artificiale stia modificando il mercato del lavoro, sostituendo alcune posizioni di ingresso e richiedendo un ripensamento delle competenze richieste.
Pasquini ha aggiunto che la Provincia, in collaborazione con scuole e parti sociali, sta già lavorando su orientamento, sicurezza e valorizzazione del lavoro manuale, ribadendo che non esistono percorsi di serie A o B, ma percorsi che valorizzano le competenze individuali. Ha sottolineato come la nuova generazione viva in un contesto completamente diverso rispetto al passato, con aspirazioni e prospettive differenti, e come sia fondamentale mantenere le eccellenze del territorio anticipando le problematiche e trovando strategie condivise tra istituzioni, scuole, imprese e famiglie.
L’incontro ha confermato che Lecco dispone di un contesto virtuoso, dove istituzioni, scuole e imprese collaborano per promuovere l’occupabilità giovanile. Restano però urgenti ulteriori passi per integrare la formazione scolastica con il mondo del lavoro, valorizzare competenze pratiche e manuali e accompagnare le nuove generazioni verso scelte consapevoli, rispondendo sia alle esigenze del mercato sia alle aspirazioni dei ragazzi.
G.D.














