Premana: macerie a Giabbio, assolte le quattro imputate
Si chiude con una quadrupla assoluzione il procedimento penale relativo al crollo di due stabili a Premana, in via Giabbio, avvenuto nella notte del 31 ottobre 2022. La vicenda giudiziaria, che vedeva imputate le quattro proprietarie – tre sorelle e una loro vicina – per l'omessa rimozione delle macerie, si è conclusa oggi presso il Tribunale di Lecco con una piena assoluzione: il giudice monocratico Giulia Barazzetta ha emesso sentenza di assoluzione "perché il fatto non sussiste" per tutte le imputate.
Il procedimento era incentrato sull'accusa della mancata ottemperanza all'ordinanza del Sindaco relativa allo smaltimento delle macerie derivate dalla demolizione dei due caseggiati contigui, l’unica accusa che era rimasta in piedi dopo l'assoluzione già ottenuta per il capo di imputazione iniziale di abbandono di rifiuti non pericolosi: infatti alle odierne imputate venivano originariamente contestati il comma 1 e 3 dell'articolo 255 del Codice dell’Ambiente, ma grazie all'eccezione sollevata dai difensori Marco Rigamonti e Massimiliano Nessi del foro di Lecco, era stata emessa sentenza di assoluzione già nel corso della scorsa udienza per il primo capo d’imputazione. I due legali aveva già osservato come tale illecito all’epoca dei fatti, fosse punito in via amministrativa da 300 ai 3 mila euro. Rimaneva così da “smantellare” l’unica accusa rimasta di non ottemperanza all'ordinanza del Sindaco (atto pubblicato in data posteriore alla “penalizzazione” della norma).
Nella discussione finale di oggi, anche il vice procuratore onorario Caterina Scarselli ha avanzato richieste di assoluzione per le tre sorelle, mentre ha chiesto una condanna a cinque mesi di arresto per la quarta proprietaria.
Richiesta a cui si è naturalmente associato l’avvocato Massimiliano Nessi, non il difensore della vicina: l’avvocato Rigamonti ha chiesto l’assoluzione anche per la propria assistita, rimarcando come fosse l’unica a rischiare la condanna, nonostante fosse la sola a non avere alcun tipo di responsabilità, in quanto si sarebbe ritrovata a dover gestire le macerie di una demolizione che si sarebbe resa necessaria dal collasso dello stabile accanto.
Dopo la discussione, il Giudice Barazzetta si è ritirata brevemente in camera di consiglio, poi il verdetto: le quattro donne sono state assolte con formula piena per l'accusa di non aver ottemperato all'ordinanza sindacale per lo smaltimento delle macerie.
Il procedimento era incentrato sull'accusa della mancata ottemperanza all'ordinanza del Sindaco relativa allo smaltimento delle macerie derivate dalla demolizione dei due caseggiati contigui, l’unica accusa che era rimasta in piedi dopo l'assoluzione già ottenuta per il capo di imputazione iniziale di abbandono di rifiuti non pericolosi: infatti alle odierne imputate venivano originariamente contestati il comma 1 e 3 dell'articolo 255 del Codice dell’Ambiente, ma grazie all'eccezione sollevata dai difensori Marco Rigamonti e Massimiliano Nessi del foro di Lecco, era stata emessa sentenza di assoluzione già nel corso della scorsa udienza per il primo capo d’imputazione. I due legali aveva già osservato come tale illecito all’epoca dei fatti, fosse punito in via amministrativa da 300 ai 3 mila euro. Rimaneva così da “smantellare” l’unica accusa rimasta di non ottemperanza all'ordinanza del Sindaco (atto pubblicato in data posteriore alla “penalizzazione” della norma).
Nella discussione finale di oggi, anche il vice procuratore onorario Caterina Scarselli ha avanzato richieste di assoluzione per le tre sorelle, mentre ha chiesto una condanna a cinque mesi di arresto per la quarta proprietaria.
Richiesta a cui si è naturalmente associato l’avvocato Massimiliano Nessi, non il difensore della vicina: l’avvocato Rigamonti ha chiesto l’assoluzione anche per la propria assistita, rimarcando come fosse l’unica a rischiare la condanna, nonostante fosse la sola a non avere alcun tipo di responsabilità, in quanto si sarebbe ritrovata a dover gestire le macerie di una demolizione che si sarebbe resa necessaria dal collasso dello stabile accanto.
Dopo la discussione, il Giudice Barazzetta si è ritirata brevemente in camera di consiglio, poi il verdetto: le quattro donne sono state assolte con formula piena per l'accusa di non aver ottemperato all'ordinanza sindacale per lo smaltimento delle macerie.
F.F.














