Calolzio: un libro scritto attraversando il dolore. Presentato 'Una farfalla sul cuore'

Martedì 25 novembre, a Villa De Ponti, a Calolzio, nell’ambito delle iniziative della rassegna L’estate di San Martino, è stato presentato il libro “Una farfalla sul cuore” di Roberta Zaccagni, un incontro che ha superato i confini di un semplice evento letterario, trasformandosi in un momento di condivisione profonda e di riflessione sul dolore e sulla resilienza.
Era evidente fin dall’inizio che non si sarebbe parlato solo di un libro, ma di un percorso umano attraversato con coraggio e con amore. Valeria Bianco ha introdotto la serata con voce accogliente, ricordando al pubblico che, pur trattandosi di temi delicati, ci si trovava tra amici, in uno spazio sicuro, dove domande e interventi non erano solo consentiti, ma desiderati.
robertazaccagnilibro3.jpeg (645 KB)
Roberta Zaccagni e Valeria Bianco

Quando Roberta Zaccagni ha iniziato a parlare, si è creata un’atmosfera sospesa, come se la stanza si stringesse intorno a lei per ascoltare meglio. Ha raccontato che scrive da sempre, lungo tutta la sua vita di insegnante, madre e donna, ma che questo libro è nato diversamente da tutto il resto. «Scrivere è stata la mia ancora. Un modo per parlare quando non avevo più nessuno di fronte. Per questo ho iniziato a scrivere lettere alla mia bambina… immaginavo le sue risposte, cercavo la sua voce». Erano pagine nate in silenzio, nascoste tra i giorni più duri, senza l’idea di diventare un libro. Solo più tardi, quando ha trovato un filo possibile, quando si è sentita pronta, quelle lettere sono state intrecciate in una storia compiuta.
Roberta non ha nascosto le prime fasi del lutto, subito dopo la perdita, improvvisa, in circostanze drammatiche, nel giugno 2021, della sua Susanna. Vent’anni appena.
«Pensavo che sarei morta anch’io dal dolore», ha detto con una sincerità che ha attraversato la sala come un brivido. «E invece la mattina dopo ero viva. Ancora viva». È da quel continuo risvegliarsi che ha capito di dover trovare un modo per sopravvivere, un gesto, un’azione, qualcosa che le permettesse di non sprofondare.
robertazaccagnilibro1.jpeg (899 KB)
Ha iniziato allora a rimettere mano alla sua casa, a dipingere, a carteggiare, a tentare lavori impossibili pur di tenersi occupata. «Volevo farcela da sola, mettere ordine fuori per provare a mettere ordine dentro», ha raccontato. Sapeva che non avrebbe potuto portare a termine tutto, ma il movimento, lo sforzo, le mani sporche di polvere le davano un appiglio. È stato un modo per respirare nei mesi in cui non riusciva più a leggere, a concentrarsi, a essere quella che era sempre stata.
Poi è arrivata la fede, che non è piovuta dall’alto, ma è riemersa piano, come un filo già presente che la tragedia ha reso più luminoso. «La mia è sempre stata una fede primitiva, non tanto praticata. Ma dopo… le preghiere sono diventate formule magiche che ripetevo per non crollare». Si è unita a gruppi di preghiera, ha iniziato a pregare per le anime, per quella continuità che dà conforto nei momenti più bui. «Non posso pensare che non la vedrò più», ha detto con una dolcezza che non aveva bisogno di spiegazioni. É una certezza, un bisogno, un modo per non spegnersi.
La farfalla sulla copertina del libro è la sua bambina. Lo ha raccontato sorridendo, ricordando un pomeriggio al Parco Valentino. «Eravamo sdraiate al sole, e a un certo punto siamo state coperte dalle farfalle. È un simbolo bellissimo… l’ho tatuata sul cuore». Ed è difficile immaginare un’immagine più tenera e più definitiva per raccontare il legame che continua oltre il tempo e oltre la vita quotidiana.
Il ritorno a scuola, dopo un anno, è stato uno dei passi più coraggiosi del suo percorso. «Mi hanno detto tante volte di tornare, ma io non ero pronta. Quando sono rientrata pensavo di restare qualche giorno e poi tornare a casa». Invece, sono stati i ragazzi, con la loro energia semplice e diretta, a cambiarle il respiro. «Non so spiegare… i ragazzi hanno una luce. Un sorriso, una battuta, una loro musica interiore… ti arriva addosso e ti fa bene». Così, giorno dopo giorno, è rimasta. Con fatica, con fragilità, ma anche con un senso rinnovato di presenza e di ruolo.
robertazaccagnilibro2.jpeg (880 KB)
Durante la serata si è parlato molto anche di loro, dei giovani di oggi, di quanto siano più fragili e, allo stesso tempo, più lucidi di quanto spesso si creda. Gli insegnanti presenti hanno condiviso il lavoro quotidiano: il dialogo, gli incontri con le famiglie, la presenza dello psicologo scolastico, il tentativo costante di afferrare i segnali prima che diventino troppo pesanti. «I ragazzi si confidano, vogliono andare dallo psicologo scolastico, ma hanno paura del giudizio dei compagni», hanno raccontato dal pubblico. E in questa dinamica complessa, fatta di timori e spiragli, si gioca una parte fondamentale della loro crescita. Roberta lo sa bene, perché anche per sua figlia le prime difficoltà si erano manifestate con un disturbo alimentare, il rifiuto di vedere gli amici, la voglia di non andare più a scuola, poi di fatiche più profonde, di segnali che lei stessa, all’epoca, non era riuscita a leggere completamente. Non per noncuranza, ma per quel meccanismo di difesa che spesso ci salva e ci ferisce allo stesso tempo.
La serata si è chiusa con un respiro collettivo, come se ognuno avesse camminato insieme a lei attraverso il buio e avesse intravisto una luce possibile. Valeria Bianco ha ricordato che il dolore, quando viene attraversato, può trasformarsi. Non cancellarsi: trasformarsi. E Roberta, con la sua voce intensa e lieve, ne è la prova vivente. «Dipende da noi trovare una strada. Non è facile, richiede forza, richiede coraggio… ma si può fare».
“Una farfalla sul cuore” non è solo un libro: è un gesto d’amore che continua a battere, una mano tesa, un messaggio che dice che anche nei giorni più duri possiamo trovare un appiglio. Una farfalla, appunto: fragile, leggera, eterna.
Gloria Draghi
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.