Calolzio: musica e pensieri condivisi per dire NO ad ogni violenza
Domenica 30 novembre, nella sala don Duci dell’oratorio di Sala a Calolziocorte, il gruppo CulturaInsieme ha organizzato un pomeriggio di parole e canzoni in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. La sala era silenziosa, con un pubblico attento e partecipativo: l’evento ha voluto essere un momento di riflessione, sensibilizzazione e condivisione, ricordando quanto la violenza di genere sia ancora un problema urgente nella nostra società.

Prima che gli interventi ufficiali iniziassero, la musica ha preso vita con Patrick Pavesi alla batteria e Lucia Milani con la voce, che hanno accompagnato il pubblico in un viaggio emozionale attraverso canzoni di John Lennon, De André, Mia Martini, Luca Barbarossa, Fiorella Mannoia, Diodato, Leonard Cohen e Bob Marley. Ogni nota, ogni parola cantata sembrava risuonare con le storie raccontate, preparando l’uditorio a un pomeriggio intenso e partecipato.

Adelio Longhi ha aperto l’incontro riportando dati allarmanti: dal 1 gennaio al 31 ottobre 2025, sono state 213 le donne vittime di violenza che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche nei Pronto Soccorso di Lecco e Merate, di cui 17 minori di 16 anni. Con tono sobrio ma incisivo, Longhi ha spiegato l’importanza dei servizi di primo soccorso e delle associazioni locali, sottolineando quanto siano fondamentali per fornire aiuto concreto e accompagnamento verso percorsi di uscita dalla violenza.
A seguire, Luisa Busato e Veronica Chiaromonte, operatrici di Telefono Donna, hanno raccontato il lavoro quotidiano del centro, descrivendo con delicatezza e passione come le donne vengano accolte: «Accogliere significa prima di tutto ascoltare», ha detto Luisa, «creare uno spazio in cui la donna si sente compresa e non giudicata». Ha aggiunto che questo approccio consente di costruire fiducia e permettere a ciascuna di elaborare la propria esperienza, trovare percorsi di autonomia e consapevolezza. Veronica ha approfondito l’aspetto educativo e preventivo: «Prevenire significa partire dai giovani. Scuola e famiglia sono fondamentali: parlare di consenso, di relazioni rispettose e di parità di genere aiuta ragazze e ragazzi a sviluppare comportamenti sani».
Entrambe hanno ricordato come la violenza nasca spesso da stereotipi culturali e dinamiche di controllo invisibili, e che il cambiamento passa dall’educazione e dall’empatia quotidiana. Valeria Bianco, che ha mediato l’evento, ha sottolineato come il lavoro di Telefono Donna non si limiti all’ascolto, ma offra percorsi concreti di sostegno psicologico e legale, trasformando la consapevolezza individuale in un cambiamento collettivo.

Dopo questa prima parte, la sala è tornata a vibrare di musica: Lucia e Patrick hanno suonato altre tre canzoni, momenti che hanno emozionato profondamente il pubblico e accompagnato la riflessione sui temi appena trattati.
È poi intervenuta Maddalena Cagliani della Fondazione Anffas Onlus, psicologa, insieme a Giulia Alborghetti, educatrice, che hanno raccontato i progetti di prevenzione e di sartoria sociale promossi dalla fondazione. La struttura accoglie madri con minori in situazioni di fragilità, offrendo percorsi personalizzati finalizzati alla tutela dei minori, all’osservazione delle capacità genitoriali e al sostegno educativo e psicologico. Giulia ha spiegato: «Creiamo contesti di sicurezza e libertà, in cui le donne possano ritrovare autonomia e dignità, imparando anche a rispondere ai segnali di violenza psicologica ed economica». Le due operatrici hanno sottolineato come anche piccoli laboratori, momenti di socialità e di creatività siano strumenti preziosi per la crescita e il reinserimento sociale.

L'ispettore Marco Di Prinzio della Polizia di Stato, ha preso la parola, subito dopo un altro momento intenso di musica, con un lungo intervento, spiegando il quadro normativo italiano e internazionale: dalla Convenzione di Istanbul al Codice Rosso, illustrando come la legge e le procedure di emergenza siano strumenti fondamentali per proteggere le vittime e assicurare la rapidità degli interventi. L'operatore ha raccontato come la violenza si manifesti spesso nelle relazioni vicine, con forme psicologiche ed economiche subdole che rendono complessa la denuncia e l’uscita dalla situazione. L’intervento ha descritto anche i percorsi di sostegno tecnico, psicologico e legale offerti dalla Polizia, e ha evidenziato l’importanza della collaborazione con le associazioni locali. La sala ascoltava in silenzio, consapevole di quanto la violenza sia radicata e sottile, ma anche delle possibilità concrete di tutela e recupero.

Il dialogo tra Valeria Bianco e l’operatore ha chiarito ulteriormente il tema delle ritorsioni e del disagio che spesso accompagna la denuncia: Valeria ha ricordato al pubblico i numeri utili, tra cui il 1522, sottolineando l’importanza di avere riferimenti immediati e sicuri a cui rivolgersi.
Il pomeriggio si è concluso con le parole di Valeria: «Questo è quanto possiamo fare insieme, cercando di coinvolgere i giovani e la comunità. Ogni piccolo gesto conta». Lucia e Patrick hanno quindi eseguito la canzone finale, Hallelujah di Leonard Cohen, trasformando la sala in un momento di partecipazione collettiva: molti si sono commossi, altri hanno cantato insieme, e tutti hanno sentito la forza della musica e delle parole nel raccontare storie di dolore, resilienza e speranza.
La conclusione ha lasciato un senso di comunità viva, pronta a essere protagonista di un cambiamento reale.

Prima che gli interventi ufficiali iniziassero, la musica ha preso vita con Patrick Pavesi alla batteria e Lucia Milani con la voce, che hanno accompagnato il pubblico in un viaggio emozionale attraverso canzoni di John Lennon, De André, Mia Martini, Luca Barbarossa, Fiorella Mannoia, Diodato, Leonard Cohen e Bob Marley. Ogni nota, ogni parola cantata sembrava risuonare con le storie raccontate, preparando l’uditorio a un pomeriggio intenso e partecipato.

Adelio Longhi ha aperto l’incontro riportando dati allarmanti: dal 1 gennaio al 31 ottobre 2025, sono state 213 le donne vittime di violenza che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche nei Pronto Soccorso di Lecco e Merate, di cui 17 minori di 16 anni. Con tono sobrio ma incisivo, Longhi ha spiegato l’importanza dei servizi di primo soccorso e delle associazioni locali, sottolineando quanto siano fondamentali per fornire aiuto concreto e accompagnamento verso percorsi di uscita dalla violenza.

Entrambe hanno ricordato come la violenza nasca spesso da stereotipi culturali e dinamiche di controllo invisibili, e che il cambiamento passa dall’educazione e dall’empatia quotidiana. Valeria Bianco, che ha mediato l’evento, ha sottolineato come il lavoro di Telefono Donna non si limiti all’ascolto, ma offra percorsi concreti di sostegno psicologico e legale, trasformando la consapevolezza individuale in un cambiamento collettivo.

Dopo questa prima parte, la sala è tornata a vibrare di musica: Lucia e Patrick hanno suonato altre tre canzoni, momenti che hanno emozionato profondamente il pubblico e accompagnato la riflessione sui temi appena trattati.
È poi intervenuta Maddalena Cagliani della Fondazione Anffas Onlus, psicologa, insieme a Giulia Alborghetti, educatrice, che hanno raccontato i progetti di prevenzione e di sartoria sociale promossi dalla fondazione. La struttura accoglie madri con minori in situazioni di fragilità, offrendo percorsi personalizzati finalizzati alla tutela dei minori, all’osservazione delle capacità genitoriali e al sostegno educativo e psicologico. Giulia ha spiegato: «Creiamo contesti di sicurezza e libertà, in cui le donne possano ritrovare autonomia e dignità, imparando anche a rispondere ai segnali di violenza psicologica ed economica». Le due operatrici hanno sottolineato come anche piccoli laboratori, momenti di socialità e di creatività siano strumenti preziosi per la crescita e il reinserimento sociale.

L'ispettore Marco Di Prinzio della Polizia di Stato, ha preso la parola, subito dopo un altro momento intenso di musica, con un lungo intervento, spiegando il quadro normativo italiano e internazionale: dalla Convenzione di Istanbul al Codice Rosso, illustrando come la legge e le procedure di emergenza siano strumenti fondamentali per proteggere le vittime e assicurare la rapidità degli interventi. L'operatore ha raccontato come la violenza si manifesti spesso nelle relazioni vicine, con forme psicologiche ed economiche subdole che rendono complessa la denuncia e l’uscita dalla situazione. L’intervento ha descritto anche i percorsi di sostegno tecnico, psicologico e legale offerti dalla Polizia, e ha evidenziato l’importanza della collaborazione con le associazioni locali. La sala ascoltava in silenzio, consapevole di quanto la violenza sia radicata e sottile, ma anche delle possibilità concrete di tutela e recupero.

Il dialogo tra Valeria Bianco e l’operatore ha chiarito ulteriormente il tema delle ritorsioni e del disagio che spesso accompagna la denuncia: Valeria ha ricordato al pubblico i numeri utili, tra cui il 1522, sottolineando l’importanza di avere riferimenti immediati e sicuri a cui rivolgersi.
Il pomeriggio si è concluso con le parole di Valeria: «Questo è quanto possiamo fare insieme, cercando di coinvolgere i giovani e la comunità. Ogni piccolo gesto conta». Lucia e Patrick hanno quindi eseguito la canzone finale, Hallelujah di Leonard Cohen, trasformando la sala in un momento di partecipazione collettiva: molti si sono commossi, altri hanno cantato insieme, e tutti hanno sentito la forza della musica e delle parole nel raccontare storie di dolore, resilienza e speranza.
La conclusione ha lasciato un senso di comunità viva, pronta a essere protagonista di un cambiamento reale.
G.D.














