Stop al Genocidio: un corteo sfila per le strade della città

Un lungo corteo sta attraversando nel pomeriggio odierno le vie di Lecco per chiedere lo stop al genocidio in Palestina e per lanciare un messaggio più ampio contro tutte le guerre, il riarmo e le politiche repressive.
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La mobilitazione, organizzata dal Coordinamento Lecchese Stop al Genocidio, ha visto la partecipazione di cittadini, associazioni e attivisti che hanno percorso quasi quattro ore di cammino dal parcheggio di viale Valsugana fino a piazza Diaz, toccando simbolicamente alcune sedi di aziende del settore della difesa e istituzioni del territorio, passando da via Tonio da Belledo, via Turbada, via Monsignor Polvara, via del Roccolo, via dell'Eremo, viale Redipuglia, viale Montegrappa, corso Promessi Sposi, via Lamarmora, via Belfiore, via Besonda Inferiore, via Marconi, Largo Caleotto, via Amendola, via Digione, via Marco D'Oggiono, via Sassi, per giungere in ultimo in piazza Diaz.
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"Ci riprendiamo le strade per una mobilitazione che chiami a raccolta tutte e tutti coloro che lottano contro il genocidio del popolo palestinese e contro il sionismo, ma anche che rifiutano le guerre, le occupazioni, le discriminazioni e lo sfruttamento di persone, di animali e di terre'' ha dichiarato il Coordinamento.
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"In un contesto segnato dalle aggressioni militari, dai massacri e dalle politiche di dominio, rivendichiamo con forza la necessità di distruggere ogni forma di colonialismo, di spezzare ogni legame con i sistemi violenti di potere e con i meccanismi economici di guerra che sottraggono risorse destinate alla socialità, all'educazione, alla cura, alla salute e alla collettività" hanno aggiunto i referenti.
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Il corteo non si è limitato a condannare la strage di civili in Palestina, ma ha voluto sottolineare le contraddizioni e le ingiustizie che alimentano la violenza: dal profitto dietro ogni conflitto, alle risorse sottratte a scuole e ospedali per finanziare le spese militari, fino al riarmo europeo e della Nato che, secondo gli organizzatori, ''porta nuove guerre e già ora sta portando a leggi che limitano la libertà come il decreto sicurezza''.
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Durante gli interventi al corteo sono stati ricordati i numeri drammatici della situazione a Gaza: 112mila palestinesi uccisi nella Striscia, 257 giornalisti uccisi nel tentativo di documentare lo sterminio, insieme a operatori sanitari e civili. Il 94% degli ospedali è stato distrutto.
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"La presunta tregua viene infranta quotidianamente, con più di 700 violazioni riportate fin ora - hanno denunciato i manifestanti - Il diritto internazionale non può valere solo per alcuni. Questa responsabilità resterà nella storia".
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Il corteo ha toccato alcune delle fabbriche operative nel settore della difesa presenti sul territorio lecchese (Fiocchi, Simecon e Defrem) oltre ad alcune banche, per ''denunciare'' il presunto legame tra economia locale e industria bellica. In particolare, davanti alla sede della Fiocchi, la polizia si è schierata con gli scudi a bloccare la via di ingresso all'azienda.
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I manifestanti non hanno compiuto alcun atto di violenza, proseguendo pacificamente il corteo. "La guerra si crea nei paesi che sembrano lontani, attraverso la produzione di armi, la collaborazione scientifica e tecnologica - hanno spiegato gli organizzatori - 100 miliardi di euro la spesa militare in Italia, togliendo soldi ai servizi per le persone".
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Per questo motivo, il corteo si è fermato anche davanti all'ospedale e poi al Comune, contro la privatizzazione dei servizi sociali e per rivendicare più risorse per la sanità pubblica e il welfare.
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Eyas, cittadino di origine palestinese, ha preso la parola: "Siamo sotto attacco da questo governo fascista, noi vogliamo perseverare, noi non molleremo, un'onda dopo l'altra. Il governo italiano arma lo stato sionista di Israele. Non possiamo stare zitti davanti a questo. Rivoluzione fino alla fine".
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Durante il corteo è stato anche ricordato il caso di Anan Yaeesh, processato, secondo quanto da lui stesso dichiarato "in base ai rapporti diplomatici e non per motivi giuridici", a dimostrazione di come "l'Italia sia complice diretta delle politiche israeliane”.
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Il corteo si è concluso in piazza Diaz con il motto che ha accompagnato tutta la manifestazione: "Lecco lo sa da che parte stare: Palestina Libera dal fiume fino al mare".
M.E.
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