Giornata delle persone scomparse: nel 2025, nel lecchese 132 denunce

Sabato 13 dicembre, si è tenuto, presso la sala Don Ticozzi di Lecco, un tavolo di confronto in occasione della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse, con introduzione a cura dello scrittore e medico Andrea Vitali, che ha dato lettura di due brani inediti frutto della sua prestigiosa penna, incentrati sul tema del dolore della perdita, consentendo di avvicinare con empatia e sentimento il delicato argomento.
Hanno poi preso la parola il Prefetto Paolo Ponta, il vice presidente della Provincia Mattia Micheli e il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni. Sono seguiti gli interventi del professor Fabio Sbattella, esperto psicologo dell’emergenza e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autore del volume “Persone scomparse. Aspetti psicologici dell’attesa e della ricerca”, e del vice prefetto aggiunto Vanessa Clemente, quale dirigente dell’area dedicata alla Protezione civile della Prefettura, nonché del dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Lecco, Pierluigi Danza, e dell’Ispettore Italo Cantù, capoturno dell’apposito ufficio, coordinatore della Squadra Volante e Negoziatore di primo livello.
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Per quanto riguarda la provincia di Lecco, nel corso del 2024 si sono registrate 118 denunce di scomparsa, con 59 ritrovamenti. Per il 2025, invece, i dati sono ovviamente ancora parziali, ma fino al mese di novembre ne sono state presentate 132, con 74 persone ancora non rintracciate. Sul numero complessivo permane notevole l’influsso dell’allontanamento volontario dei minorenni stranieri dalle comunità affidatarie. In generale, le scomparse di "under 18" sono nettamente superiori a quelle degli adulti, così come le denunce riguardanti uomini sono maggiori rispetto a quelle delle donne (per ulteriori dettagli CLICCA QUI).
L’evento è stato pensato per fornire strumenti psicologici e operativi di gestione del fenomeno. Aperto alla cittadinanza, ha visto anche la partecipazione delle famiglie degli scomparsi dell’Associazione Penelope, che hanno espresso apprezzamento alle Istituzioni, trovando conforto nell’attenzione mostrata e negli strumenti di intervento illustrati.
Si è pensato infatti innanzitutto a loro, evidenziando in apertura come l’imminente periodo natalizio non possa costituire un’occasione di serena felicità per tutti, come vorremmo: ci sono infatti famiglie dove qualcuno purtroppo ha lasciato la propria casa, senza che nessuno sia in grado di capire quale sia stato il suo destino. Si è quindi convenuto che la cosa potrebbe capitare a chiunque di noi e si è domandato come poter affrontare un fatto del genere. Ognuno dei professionisti seduti al tavolo di confronto ha tentato di aiutare, con una prospettiva unica, a comprendere le cause, le conseguenze e le modalità di intervento in simili situazioni.
Si è ricordato che dietro ogni volto c’è una storia interrotta, una famiglia in attesa, una speranza che non deve spegnersi, e che quello delle persone scomparse è un fenomeno che tocca la società in profondità: riguarda giovani e anziani, donne e uomini, persone fragili e non. Ogni sparizione è una ferita che lacera il tessuto sociale. Dietro ogni nome c’è una storia, un volto, un legame affettivo che improvvisamente si interrompe. In questo senso il Prefetto ha evidenziato che è dovere delle Istituzioni garantire che nessuno venga dimenticato e che ogni caso riceva l’attenzione e la cura necessarie.
Il fenomeno delle persone scomparse è complesso e multiforme: riguarda minori che fuggono da situazioni difficili, anziani che si smarriscono, soggetti fragili che vivono momenti di crisi. Per questo occorre un approccio integrato, che coinvolga Forze dell’ordine, Magistratura, Enti locali, Associazioni e cittadini. La collaborazione è la chiave: nessuna Istituzione da sola può affrontare un problema tanto delicato.
Si è altresì rammentato che negli ultimi anni sono stati compiuti passi importanti: l’attivazione di banche dati nazionali, l’uso di tecnologie avanzate per le ricerche, la formazione specifica degli operatori. Tuttavia la sfida resta aperta, e occorre rafforzare la prevenzione, sensibilizzare le famiglie e le scuole, diffondere la cultura della segnalazione tempestiva. Ogni minuto conta e la rapidità delle prime ore può fare la differenza tra la vita e la morte. È stato sottolineato anche il ruolo fondamentale del Volontariato e delle Associazioni che, con dedizione e coraggio, contribuiscono alle ricerche e al sostegno alle famiglie.
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Le Istituzioni hanno assunto dinnanzi alla platea un duplice impegno: da un lato, garantire strumenti efficaci di ricerca e indagine; dall’altro, offrire supporto psicologico e umano a coloro che vivono un dolore spesso invisibile e prolungato. Dietro ogni scomparsa, infatti, c’è una famiglia che attende, spera e talvolta non trova risposte. Il Prefetto ha in tal senso lanciato un appello: fare della memoria e della responsabilità collettiva il motore dell’azione condivisa. Solo unendo le forze - Istituzioni e Comunità - è possibile restituire dignità, giustizia e speranza a chi è stato inghiottito da quello che il professor Sbattella ha ben descritto come il “silenzio dell’assente, uno schermo bianco sul quale sono scaricate tutte le immagini che percuotono la mente di chi interroga il silenzio”. 
Nel corso dell’incontro, quest'ultimo ha chiarito in particolare cosa accade a livello psicologico alle persone che scompaiono e a chi rimane, indagando le motivazioni, il disagio giovanile, il silenzio dell’assente, i meccanismi proiettivi, il tempo sospeso e il lutto congelato. Ha affrontato altresì il tema dell’impatto dei mezzi di comunicazione e del ruolo dello psicologo nelle ricerche: sostegno alle reti relazionali, missing profiling, preparazione relazionale delle squadre di ricerca, supporto agli operatori nel post intervento.
Il Commissario Danza e l’Ispettore Cantù hanno illustrato la natura delle domande poste ai famigliari e alle persone vicine allo scomparso, necessarie anche se talvolta pressanti, in quanto utili per orientare nelle prime ore l'azione delle squadre di ricerca e soccorso, e ha parlato dell’approccio nella raccolta della denuncia. Hanno dato inoltre un volto e un’anima ai numeri che appaiono nei report, raccontando alcuni casi concreti.
La dott.ssa Clemente ha parlato, invece, della distinzione cruciale tra dispersi e scomparsi e del significato della “scomparsa” nel tempo, con richiami storici ai dispersi di guerra e al culto del milite ignoto, al momento della nascita del Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse e ad alcuni dati disponibili sul fenomeno. Ha poi descritto come si organizzano e coordinano le ricerche, illustrando ruoli e funzioni nei piani territoriali e facendo riferimento alla vigenza di importanti protocolli, in particolare quello d'Intesa tra il Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per la ricerca fuori dai confini nazionali. Ha poi condotto un focus su come si possa prevenire la scomparsa di persone vulnerabili, come i bambini o gli anziani, e sull’uso della tecnologia: droni termici, elicotteri, geolocalizzazioni… 
Le prospettive dei quattro professionisti hanno ricordato che la risposta è corale: prevenzione, prontezza operativa e umanità. Dalla discussione dei vari aspetti legati alle scomparse - dalle cause psicologiche alle sfide operative - ciò che è emerso, infine, chiaramente è l'importanza di un lavoro di squadra tra le diverse forze e la necessità di agire con rapidità, ma anche con una grande attenzione al benessere psicologico delle persone coinvolte.
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