PAROLE CHE PARLANO/260
Precursore
Il termine "precursore" ha un fascino particolare, perché non si limita a indicare semplicemente chi viene prima. La parola, che deriva dal latino praecursor (composto da prae-, "prima", e currere, "correre"), ci porta indietro nel tempo, quando il praecursor era letteralmente colui che precedeva un personaggio importante, come un generale o un imperatore, per annunciare il suo arrivo. Hermes-Mercurio era il messaggero degli dèi, il precursore, colui che annunciava il percorso prima che l'evento vero e proprio avesse luogo.
Era quindi una questione di azione attiva: il precursore si muoveva, anticipava, preparava la via.
Nel corso dei secoli, questa figura che “prepara la via” ha assunto un'importanza centrale anche nella sfera religiosa. Giovanni Battista viene definito Praecursor Domini, il precursore del Signore. Non era tanto colui che veniva prima di Gesù nel tempo e nella predicazione, ma chi doveva preparare il cuore delle persone all’arrivo di un evento straordinario. Era l'ultimo profeta dell'Antico Testamento e, insieme, la prima eco del Nuovo.
Oggi, "precursore" indica colui che anticipa idee, scoperte o sensibilità che saranno comprese appieno solo in seguito. È una figura che spesso corre da sola, magari incompresa o ignorata, ma che lascia un segno indelebile. Come Leonardo da Vinci, che disegnava macchine volanti e sottomarini secoli prima che diventassero realtà, o a Ada Lovelace, che scrisse il primo algoritmo quando ancora non esistevano i computer; o ancora Brunelleschi, precursore per eccellenza dell'architettura in Italia perché ha rifondò la disciplina nel XV secolo, anticipando e definendo i principi del Rinascimento. Questi personaggi non hanno solo anticipato il loro tempo, ma hanno aperto possibilità che altri avrebbero esplorato solo molto dopo.
Non va però confuso con il pioniere, che fonda colonie e apre nuove strade in spazi conosciuti; o con l'innovatore, che trasforma e arricchisce il presente.
Il precursore semina nel deserto. Spesso è una figura solitaria, controcorrente: scava pozzi per assetati che non sono ancora nati, costruisce ponti senza conoscere l’altra sponda. Mendel coltivò i suoi piselli in un orto conventuale, ignaro di stare scrivendo il primo capitolo della genetica; Darwin salpò sul Beagle senza sapere che avrebbe ridisegnato l'albero della vita. Questi personaggi non erano solo "i primi" a fare qualcosa, ma erano coloro che hanno reso possibile ciò che sarebbe venuto dopo: hanno corso avanti, spesso in solitudine, per aprire una strada lungo la quale altri si sono avventurati.
Il precursore, insomma, non è solo colui che arriva primo, ma colui che prepara il terreno, che anticipa il futuro e che, spesso, paga il prezzo della solitudine e dell’incomprensione. È una figura che ci ricorda che il progresso non nasce dal nulla, ma dal coraggio di chi osa andare oltre, anche quando nessuno lo segue.
Rubrica a cura di Dino Ticli














