Calolzio: le fotografie dell'Archivio Marenzi nella mostra 'Ricordi d'infanzia'
L'infanzia occupa indubbiamente un posto speciale nello sterminato Archivio Marenzi: fra ritratti preparati accuratamente "a tavolino" e scatti spontanei realizzati quasi casualmente durante altri servizi, sono numerose le fotografie dedicate a questo tema, veri e propri racconti visivi che restituiscono la freschezza e la genuinità di un periodo della vita che tende ad essere ricordato da tutti con grande dolcezza e nostalgia.

Un repertorio, insomma, dal valore inestimabile, che da sabato è in mostra presso la sala espositiva del Municipio di Calolziocorte, in piazza Vittorio Veneto, grazie al progetto "Controluce", avviato ormai quattro anni fa con il duplice obiettivo di conservare e divulgare quello che per la città rappresenta un vero e proprio patrimonio culturale, in grado di creare (o rafforzare) un autentico senso di appartenenza a una comunità.

Realizzata con il contributo di Regione Lombardia da un'idea del Comune, la mostra "Ricordi d'infanzia" è stata curata dalla Biblioteca civica con la collaborazione, soprattutto per la parte testuale del catalogo che accompagna le immagini, di Elisabetta Gandolfi, della pedagogista Marina Panzeri e dell'Area Prima Infanzia della Cooperativa Sineresi, rappresentata all'inaugurazione di ieri mattina da Arianna Fontana.


Le fotografie esposte risalgono tendenzialmente al periodo compreso tra gli anni Trenta e Sessanta del secolo scorso, di cui rivelano il gusto e riflettono le aspirazioni con piccoli e grandi dettagli visibili, per esempio, nell'abbigliamento dei bimbi, con i loro volti luminosi, gli sguardi curiosi, i sorrisi in alcuni casi appena accennati e in altri colmi di stupore, la timidezza e l'esuberanza che "esplode" in una risata quasi udibile anche attraverso la stessa istantanea, tutti sentimenti universali capaci ancora oggi di toccare chi osserva.


Era proprio questa, del resto, l'ambizione di chi ha curato l'esposizione: andare oltre il contesto locale di Calolziocorte e dei paesi limitrofi, dove hanno operato i fotografi Marenzi, per creare dei "prototipi", o in altre parole per mettere in mostra tanti protagonisti di una fase della vita nella quale chiunque, al di là dell'epoca degli scatti, può rispecchiarsi, contribuendo così a coltivare una memoria per farla diventare collettiva, secondo il vero spirito del progetto "Controluce".


"In questo, Marenzi è stato un vero antesignano, un anticipatore dei tempi" ha sottolineato Elisabetta Gandolfi, che alla presenza del vice sindaco Aldo Valsecchi e dell'assessore Cristina Valsecchi ha espresso anche l'auspicio che, in occasione dell'imminente centenario del Comune di Calolziocorte, si possa iniziare a mettere ordine all'archivio dell'ente per non disperdere, con gli anni che passano, tutto ciò che vi è conservato e valorizzarlo al meglio.


"Sono felice che Regione abbia premiato ancora questo progetto, dando così merito anche e soprattutto al grande impegno dei volontari coinvolti", sono state invece le parole di Silvia Bosio, consigliera comunale e provinciale con delega alla Cultura, che ha espresso soddisfazione anche per il fatto che il lavoro legato alla mostra sarà divulgato nelle scuole del territorio, dove tanti giovanissimi potranno un po' rivedersi nei coetanei protagonisti delle fotografie.


Fotografie che, come già accennato, raccontano con vari fili conduttori la semplicità e l'intimità della vita quotidiana, con i bambini immortalati in contesti casalinghi, insieme ai loro giocattoli simbolo di un divertimento senza tempo e di un'infanzia spensierata, ma anche in mezzo alla natura con cani, gatti e altri animali che parlano di un legame profondo, fatto di fiducia reciproca e tenerezza. Ma non solo. I piccoli calolziesi, tra banchi di legno, grembiuli impeccabili e giochi all'aria aperta, testimoniano anche un'epoca in cui l'educazione era scoperta, comunità e condivisione, mettendo poi in luce, soprattutto nelle immagini con neonati, un tessuto di relazioni che sorregge con dolcezza, accoglie e cura.


E ancora, ci sono fotografie che assumono un valore speciale perché ritraggono bambini molto piccoli in scene di vita quotidiana dove si riconoscono strumenti e consuetudini dell'infanzia di un tempo, successivamente trasformati dall'industria moderna segnando un'evoluzione significativa nel modo di crescere e accudire i più piccoli, come sottolineato anche da Marina Panzeri.
Conclusa la breve presentazione con un breve saluto sulle note natalizie delle zampogne di "Gabriele Bolis e i suoi amici", già da ieri è stato quindi possibile visitare la mostra, che resterà aperta fino al 6 gennaio (tranne il 25-26 dicembre e a Capodanno) dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00 (il 24 e il 31 dicembre solo al mattino).

Un repertorio, insomma, dal valore inestimabile, che da sabato è in mostra presso la sala espositiva del Municipio di Calolziocorte, in piazza Vittorio Veneto, grazie al progetto "Controluce", avviato ormai quattro anni fa con il duplice obiettivo di conservare e divulgare quello che per la città rappresenta un vero e proprio patrimonio culturale, in grado di creare (o rafforzare) un autentico senso di appartenenza a una comunità.

Realizzata con il contributo di Regione Lombardia da un'idea del Comune, la mostra "Ricordi d'infanzia" è stata curata dalla Biblioteca civica con la collaborazione, soprattutto per la parte testuale del catalogo che accompagna le immagini, di Elisabetta Gandolfi, della pedagogista Marina Panzeri e dell'Area Prima Infanzia della Cooperativa Sineresi, rappresentata all'inaugurazione di ieri mattina da Arianna Fontana.

Arianna Fontana ed Elisabetta Gandolfi

Silvia Bosio e Marina Panzeri
Le fotografie esposte risalgono tendenzialmente al periodo compreso tra gli anni Trenta e Sessanta del secolo scorso, di cui rivelano il gusto e riflettono le aspirazioni con piccoli e grandi dettagli visibili, per esempio, nell'abbigliamento dei bimbi, con i loro volti luminosi, gli sguardi curiosi, i sorrisi in alcuni casi appena accennati e in altri colmi di stupore, la timidezza e l'esuberanza che "esplode" in una risata quasi udibile anche attraverso la stessa istantanea, tutti sentimenti universali capaci ancora oggi di toccare chi osserva.


Era proprio questa, del resto, l'ambizione di chi ha curato l'esposizione: andare oltre il contesto locale di Calolziocorte e dei paesi limitrofi, dove hanno operato i fotografi Marenzi, per creare dei "prototipi", o in altre parole per mettere in mostra tanti protagonisti di una fase della vita nella quale chiunque, al di là dell'epoca degli scatti, può rispecchiarsi, contribuendo così a coltivare una memoria per farla diventare collettiva, secondo il vero spirito del progetto "Controluce".

Cristina Valsecchi e Aldo Valsecchi

"In questo, Marenzi è stato un vero antesignano, un anticipatore dei tempi" ha sottolineato Elisabetta Gandolfi, che alla presenza del vice sindaco Aldo Valsecchi e dell'assessore Cristina Valsecchi ha espresso anche l'auspicio che, in occasione dell'imminente centenario del Comune di Calolziocorte, si possa iniziare a mettere ordine all'archivio dell'ente per non disperdere, con gli anni che passano, tutto ciò che vi è conservato e valorizzarlo al meglio.


"Sono felice che Regione abbia premiato ancora questo progetto, dando così merito anche e soprattutto al grande impegno dei volontari coinvolti", sono state invece le parole di Silvia Bosio, consigliera comunale e provinciale con delega alla Cultura, che ha espresso soddisfazione anche per il fatto che il lavoro legato alla mostra sarà divulgato nelle scuole del territorio, dove tanti giovanissimi potranno un po' rivedersi nei coetanei protagonisti delle fotografie.


Fotografie che, come già accennato, raccontano con vari fili conduttori la semplicità e l'intimità della vita quotidiana, con i bambini immortalati in contesti casalinghi, insieme ai loro giocattoli simbolo di un divertimento senza tempo e di un'infanzia spensierata, ma anche in mezzo alla natura con cani, gatti e altri animali che parlano di un legame profondo, fatto di fiducia reciproca e tenerezza. Ma non solo. I piccoli calolziesi, tra banchi di legno, grembiuli impeccabili e giochi all'aria aperta, testimoniano anche un'epoca in cui l'educazione era scoperta, comunità e condivisione, mettendo poi in luce, soprattutto nelle immagini con neonati, un tessuto di relazioni che sorregge con dolcezza, accoglie e cura.


E ancora, ci sono fotografie che assumono un valore speciale perché ritraggono bambini molto piccoli in scene di vita quotidiana dove si riconoscono strumenti e consuetudini dell'infanzia di un tempo, successivamente trasformati dall'industria moderna segnando un'evoluzione significativa nel modo di crescere e accudire i più piccoli, come sottolineato anche da Marina Panzeri.
B.P.














