Uscita del CAI Strada Storta a... Lecco, tra Gerenzone e Matitone
Domenica scorsa, il CAI Strada Storta ha proposto ai propri soci e simpatizzanti una peculiare attività sociale in città, per concludere l’anno di escursioni in bellezza e rafforzare il legame con il proprio territorio ed in particolare con la loro città, capoluogo dei “Promessi Sposi”.
Con il supporto e la guida di tre membri dell’associazione Officina Gerenzone: il giovane presidente Paolo Colombo e due consiglieri Silvia Negri e Carlo Polvara, la Strada Storta è andata alla scoperta della valle del Gerenzone percorrendo le vie di Laorca, Malavedo, san Giovanni, Rancio e Castello lungo il percorso orografico del fiume Gerenzone.
Le tre guide con entusiasmo, passione ed in modo divertente hanno raccontato da un punto di vista geografico – ambientale, storico e sociale quello che questo importante corso d’acqua ha significato nei secoli scorsi per l’economia lecchese: dalla lavorazione del baco da seta al fil di ferro. L’obiettivo dell’associazione “Officina Gerenzone”, costituitasi nel 2019, è quello di sensibilizzare ed informare i cittadini che Lecco non è solo lago, montagna e terziario, ma è anche stata una città industriale che ha giocato e gioca un ruolo importante in questo settore.Con le sue iniziative l’Officina Gerenzone vuole svelare le potenzialità di luoghi che hanno fatto la storia della città in ambito imprenditoriale. Per questo l’associazione ha a cuore la valorizzazione e la tutela del fiume, non solo da un punto di vista ambientale ma anche storico-industriale, e nel 2024 è diventata un’associazione di promozione sociale (APS) con più di 300 iscritti.
Nel secolo passato, lungo il fiume sono nate un gran numero di aziende lecchesi note non solo ai territori limitrofi o della nostra regione ma anche nel mondo.
Il numeroso gruppo della Strada Storta (circa 70 persone) in una fredda e soleggiata domenica di dicembre, pre-natalizia, indossate le scarpe da trekking e uno zainetto in spalla si è data appuntamento alla chiesa di S. Giovanni Battista a Laorca, da dove ha dato inizio alla gita culturale ammirando i giochi del carsismo nel suggestivo cimitero di Laorca, nel quale evidenti grotte e stalattiti si mostrano alla base del Corno Medale e l’acqua di una fonte sgocciolante dalla roccia è raccolta in una vasca.
Inoltre, i gitanti nel racconto scoprono che gli abitanti del rione Laorca sono definiti “Craponi” perché in passato avevano l’abitudine di fare sbattere contro una colonna la testa del bambino battezzato. Non solo Laorca ha un appellativo, ma in ogni quartiere di Lecco vi è un soprannome, che contraddistingue ogni rione, sottolineando che la città di Lecco non ha avuto uno sviluppo in espansione simile alle altre città, ingrandendosi verso l’esterno da un piccolo nucleo di abitazioni. Negli anni il borgo a lago di Lecco ha inglobato gli altri a ridosso dei rilievi (gli attuali rioni).
Dopo un excursus sulle origini di Lecco il gruppo raggiunge il letto del fiume dove può apprezzare i reperti industriali utilizzati negli anni passati per convogliare l’acqua e permettere il movimento delle turbine delle fabbriche sorte lungo il corso d’acqua, negli albori industriali (Falck, Alde, Badoni……), dove vi erano 65 officine con 102 ruote idrauliche e 14 turbine (PARADONE progetto di restauro conservativo del casello della diga in località Bassignana). Superati ponticelli, ascoltata la storia delle Fiumicelle, oltre a rivolgere l’attenzione ai resti di un acquedotto collocato al di sotto del manto stradale della strada che porta a Malavedo, il gruppo raggiunge la chiesa di san Giovanni scoprendo che la facciata della chiesa negli anni aveva cambiato orientamento.

Se prima guardava verso il fiume in seguito era stato girato verso il nucleo di case. Proseguendo nel racconto il gruppo Strada Storta fa tappa in località Castello per entrare nel patio del l’ex Monastero delle suore Benedettine, ora adibito a residenza privata.
La gita culturale Strada Storta culmina nel punto più alto della città, con la salita sulla torre campanaria della basilica di san Nicolò; vivendo l’ebrezza della vista dall’alto della città e salendo uno ad uno i 400 gradini che portano fino alle 9 campane di dimensioni diverse (la più grande di diametro di 164 cm) portanti ognuna il nome di un santo.
Le due campane più piccole sono dedicate a santa Agnese e a san Luigi, i protettori dei bambini.
Infine, arrampicandosi sulla scala a pioli il gruppo ha potuto raggiungere l’ultimo punto del campanile visitabile, alto 92 m sotto il tetto a spiovente, ed ha ammirato la città e tutte le bellezze naturali del territorio da un’altra prospettiva.


Nel secolo passato, lungo il fiume sono nate un gran numero di aziende lecchesi note non solo ai territori limitrofi o della nostra regione ma anche nel mondo.
Il numeroso gruppo della Strada Storta (circa 70 persone) in una fredda e soleggiata domenica di dicembre, pre-natalizia, indossate le scarpe da trekking e uno zainetto in spalla si è data appuntamento alla chiesa di S. Giovanni Battista a Laorca, da dove ha dato inizio alla gita culturale ammirando i giochi del carsismo nel suggestivo cimitero di Laorca, nel quale evidenti grotte e stalattiti si mostrano alla base del Corno Medale e l’acqua di una fonte sgocciolante dalla roccia è raccolta in una vasca.
Dopo un excursus sulle origini di Lecco il gruppo raggiunge il letto del fiume dove può apprezzare i reperti industriali utilizzati negli anni passati per convogliare l’acqua e permettere il movimento delle turbine delle fabbriche sorte lungo il corso d’acqua, negli albori industriali (Falck, Alde, Badoni……), dove vi erano 65 officine con 102 ruote idrauliche e 14 turbine (PARADONE progetto di restauro conservativo del casello della diga in località Bassignana). Superati ponticelli, ascoltata la storia delle Fiumicelle, oltre a rivolgere l’attenzione ai resti di un acquedotto collocato al di sotto del manto stradale della strada che porta a Malavedo, il gruppo raggiunge la chiesa di san Giovanni scoprendo che la facciata della chiesa negli anni aveva cambiato orientamento.

Se prima guardava verso il fiume in seguito era stato girato verso il nucleo di case. Proseguendo nel racconto il gruppo Strada Storta fa tappa in località Castello per entrare nel patio del l’ex Monastero delle suore Benedettine, ora adibito a residenza privata.

















