Civate: si introducono in oratorio e una volta sorpresi volano sputi e insulti
La tombola in corso in oratorio, con famiglie con bambini radunati per trascorrere il pomeriggio di Santo Stefano in compagnia, dimenticando la frenesia di tutti i giorni per ridere e scherzare insieme attorno alle cartelle del più classico dei giochi di questo periodo natalizio.
C'era già chi aveva gridato "tombola" e attendeva di ritirare il proprio premio. L'armonia, ieri pomeriggio a Civate, è dissipata però all'arrivo di quella che non si fatica a definire una vera e propria "orda barbarica". Qualcuno, prendendoli singolarmente, potrebbe definirli "maranza", con un termine di tendenza.

Giovani incivili, irrispettosi, spregiudicati, nei fatti. Dai quindici ai venti ragazzi hanno scavalcato il cancello dell'oratorio e, senza aver chiesto alcun permesso, pretendevano di usare il campo da calcio. Un qualcosa, di per sé, che forse si ripete (dalla notte dei tempi) in tutti gli oratori. Ma non con quell'aggressività dimostrata ieri dalla compagine, una volta “scoperta”. "Le parole di insulto - in lingua straniera - gli sputi e la mancanza di rispetto sono una caratteristica che li accompagna" è scritto, in riferimento proprio a quei ragazzi, sulla pagina social della parrocchia, dove l'intera vicenda è documentata anche con le foto estratte dal circuito di videosorveglianza. Immortalano – nei gesti - la “ribellione” alla richiesta di andarsene.

Secondo il parroco "Non sono ragazzi residenti a Civate". Ma ciò sposta poco rispetto al nodo della questione: "Perché la maleducazione e la strafottenza deve rovinare anche giornate come questa? É possibile chiedere un po’ di rispetto?".
Già a ottobre don Luca Civardi si era trovato a formalizzare una denuncia contro un soggetto che - anche in quell'occasione accompagnato da altri - di notte aveva lanciato alcuni melograni contro la facciata della chiesa, sporcandola e arrecando una "ferita dolorosa" alla comunità. "Chiedo scusa per chi venendo in chiesa, soprattutto i ragazzi, troverà tutto sporco. Credo sia opportuno che tutti vedano" aveva, allora, puntualizzato il sacerdote. "La maleducazione è il segno vero della decadenza della società", la sua chiosa. Attuale anche dopo quando avvenuto ieri pomeriggio.
C'era già chi aveva gridato "tombola" e attendeva di ritirare il proprio premio. L'armonia, ieri pomeriggio a Civate, è dissipata però all'arrivo di quella che non si fatica a definire una vera e propria "orda barbarica". Qualcuno, prendendoli singolarmente, potrebbe definirli "maranza", con un termine di tendenza.

Giovani incivili, irrispettosi, spregiudicati, nei fatti. Dai quindici ai venti ragazzi hanno scavalcato il cancello dell'oratorio e, senza aver chiesto alcun permesso, pretendevano di usare il campo da calcio. Un qualcosa, di per sé, che forse si ripete (dalla notte dei tempi) in tutti gli oratori. Ma non con quell'aggressività dimostrata ieri dalla compagine, una volta “scoperta”. "Le parole di insulto - in lingua straniera - gli sputi e la mancanza di rispetto sono una caratteristica che li accompagna" è scritto, in riferimento proprio a quei ragazzi, sulla pagina social della parrocchia, dove l'intera vicenda è documentata anche con le foto estratte dal circuito di videosorveglianza. Immortalano – nei gesti - la “ribellione” alla richiesta di andarsene.

Secondo il parroco "Non sono ragazzi residenti a Civate". Ma ciò sposta poco rispetto al nodo della questione: "Perché la maleducazione e la strafottenza deve rovinare anche giornate come questa? É possibile chiedere un po’ di rispetto?".
Già a ottobre don Luca Civardi si era trovato a formalizzare una denuncia contro un soggetto che - anche in quell'occasione accompagnato da altri - di notte aveva lanciato alcuni melograni contro la facciata della chiesa, sporcandola e arrecando una "ferita dolorosa" alla comunità. "Chiedo scusa per chi venendo in chiesa, soprattutto i ragazzi, troverà tutto sporco. Credo sia opportuno che tutti vedano" aveva, allora, puntualizzato il sacerdote. "La maleducazione è il segno vero della decadenza della società", la sua chiosa. Attuale anche dopo quando avvenuto ieri pomeriggio.














