Curiosità: il 46° parallelo 'entra' nella Chiesa di Cortenova. E l'altare 'guarda' alla Pasqua del 1628

Chi arriva a Cortenova non se ne accorge, del resto come potrebbe. Cammina tra le case, attraversa la piazza, magari si ferma anhce davanti alla chiesa dei santi Gervasio e Protasio. Eppure, proprio lì, sotto i suoi piedi, idealmente, passa una linea invisibile che gira attorno al mondo.
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Per riscontrarlo, spiegano i membri del Gruppo Astrofili della Valsassina, basta fare pochi passi verso l’ingresso della parrocchiale e aprire il GPS del telefono. Sullo schermo compare un numero semplice, quasi banale: 46°00'00''. È la latitudine esatta di quel punto. La chiesa di Cortenova si trova, infatti, esattamente sul 46° parallelo nord.
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I paralleli, come noto, sono "cerchi invisibili che avvolgono la Terra". Non si vedono, non si toccano, eppure raccontano dove siamo.  Se si potesse seguire il 46° con un dito, si partirebbe dall’Atlantico, si passerebbe per l’Europa, le Alpi, la Valsassina e.... si entrerebbe in chiesa per poi proseguire verso est.
Dal punto di vista del cielo, quel numero ha un significato preciso. A questa latitudine, la stella Polare si trova a 46 gradi sopra l’orizzonte. È lì, notte dopo notte, a indicare il nord. Tutti i luoghi della Terra in cui la Polare si alza alla stessa altezza appartengono allo stesso parallelo. È un modo antico e semplice per dire: qui siamo alla stessa distanza dall’Equatore.
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Viene naturale chiedersi se sia stato fatto apposta, proseguono ancora gli astrofili della Valle, nella loro curiosa riflessione. Se qualcuno, al tempo, abbia scelto con cura quel punto per costruire la chiesa. La risposta più onesta è no. Nel Medioevo non esistevano strumenti capaci di misurare la latitudine con una precisione tale da individuare una linea larga pochi metri. Anche i calcoli più accurati lasciavano margini d’errore di chilometri. Il fatto che oggi possiamo leggere quelle coordinate sullo schermo di un telefono è un lusso moderno, non un’eredità del passato.
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Eppure, se la posizione della chiesa sul 46° parallelo è una coincidenza, il suo orientamento non lo è affatto.
Da secoli, le chiese cristiane vengono costruite con l’altare rivolto a est, verso il punto in cui sorge il Sole. È un gesto carico di significato, che parla di luce, rinascita e speranza. Anche la chiesa di Cortenova, attestata già nel XIII secolo e ricostruita nel 1628, segue questa tradizione. Ma osservandola dall’alto, si nota qualcosa di particolare: l’edificio non è perfettamente allineato con l’asse est-ovest. È ruotato leggermente verso nord, di circa tredici gradi.
Perché?
Forse l’orientamento è stato ereditato da una struttura più antica. Forse il terreno, il torrente Pioverna o le case vicine hanno imposto qualche compromesso. Oppure — ed è l’ipotesi più affascinante — l’altare è stato orientato verso il punto in cui il Sole sorgeva in un giorno speciale. Le simulazioni astronomiche indicano che quell’asse coincide con l’alba del giorno di Pasqua del 1628. Una data simbolica, carica di significato, scelta guardando il cielo e attendendo la luce.
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Così, a Cortenova, una linea invisibile divide la chiesa in due, e un’altra linea, altrettanto invisibile, la collega al Sole di un mattino lontano. Sono coincidenze, certo. Ma anche piccoli inviti a fermarsi, ad alzare lo sguardo, a ricordare che sotto i nostri passi e sopra le nostre teste esistono geometrie antiche, silenziose, che continuano a raccontare storie.
E chissà quanti, entrando in chiesa o attraversando la piazza, sapendo di trovarsi proprio lì, sul 46° parallelo, sorrideranno pensando che il mondo, a volte, passa anche dai dettagli più impalpabili.
M.A.
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