Mandello, fuori controllo su un autobus: ucraina patteggia 1 anno e 8 mesi

Un anno e otto mesi di reclusione. E' la condanna inflitta stamani dal giudice del Tribunale di Lecco, Paolo Salvatore, alla donna classe 1986 di origine ucraina finita in manette nella prima serata di lunedì 15 dicembre a seguito di un episodio avvenuto qualche ora prima a Mandello
L'imputata - reduce da un'esperienza professionale in Valtellina - si trovava su un autobus di linea, veicolo che aveva deciso di utilizzare per raggiungere un amico in Brianza. Un viaggio a dir poco turbolento, il suo. A bordo del mezzo pubblico la (quasi) quarantenne avrebbe iniziato a manifestare una condotta non propriamente tranquilla, dimenandosi e infastidendo gli altri passeggeri; il conducente – a tutela della sicurezza delle persone presenti – aveva dunque composto il 112 chiedendo l'intervento sul posto delle forze dell'ordine.
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A Mandello, nei pressi della stazione di servizio Agip, sulla SS36, era così giunta pochi istanti più tardi una volante della Squadra Mobile della Questura di Lecco. Non sarebbe però cambiato nulla: vano ogni tentativo di tranquillizzare la donna che, complice forse l'assunzione di alcolici, appariva in forte stato di agitazione. 
Una condotta perpetrata anche sull'auto di servizio degli agenti, dove – dopo aver presentato in maniera decisa resistenza al loro indirizzo – era stata accompagnata. Nell'abitacolo la 39enne aveva infatti danneggiato parte della strumentazione di servizio, insultando a più riprese gli operanti.
Condotta in Questura, al termine degli accertamenti di rito era stata tratta in arresto e nella mattinata di mercoledì 17 dicembre condotta appunto in Tribunale per essere sottoposta a giudizio con rito direttissimo. 
Difesa d'ufficio dall'avvocato Simone Natale del Foro di Lecco, le venivano contestati una serie di reati: resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento e lesioni (secondo l'articolo 583 quater cp).
Convalidato in quell'occasione l'arresto, il giudice Salvatore aveva rinviato l'udienza alla data odierna, in considerazione del termine a difesa chiesto dal legale per definire la strategia difensiva della quale avvalersi; nel frattempo era stata disposta a carico della donna (con alle spalle un vecchio precedente per ricettazione) la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria presso il comune in provincia di Alessandria, dove formalmente risiede. 
Stamani dunque, la definizione della condanna tramite patteggiamento, dopo il via libera da parte della Procura alla proposta formalizzata dalla difesa. All'imputata (assente quest'oggi in aula) è stata inflitta la pena di un anno e otto mesi di reclusione, con il giudice che ha altresì disposto la revoca della misura a suo carico.
G.C.
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