Lecco: il mondo del lavoro in una ricerca degli scout. ''Bisogna aggredire la vita''
Dopo un anno di lavoro, gli scout del clan Lecco 3 hanno presentato ieri sera, venerdì 12 giugno, il progetto "LavoraREagisci", una ricerca attraverso sondaggi e indagini sul mondo del lavoro lecchese.
Il clan è un gruppo di ragazzi dai 16 ai 21 anni che formano una comunità con l'obiettivo di vivere insieme un'esperienza volta a favorire la crescita di ciascuno. Per fare questo ogni anno i membri si impegnano ad affrontare un percorso riguardante un tema di attualità. Quest'anno il capitolo è stato proposto a livello nazionale in quanto collocato all'interno dell progetto di Route nazionale.
La Route nazionale, è la "strada" che i Rover e le Scolte dell'Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani) percorreranno nei primi dieci giorni del mese di agosto. 30.000 giovani dai 16 ai 21 anni, ragazzi e ragazze provenienti da quasi 1.500 differenti gruppi locali delle 20 regioni italiane, cammineranno a piedi, zaino in spalla, sulle strade di coraggio d'Italia, per poi ritrovarsi a San Rossore (PI). Percorreranno insieme strade in montagne, città e villaggi. Incontreranno e conosceranno le tante realtà dell'Italia e della storia del nostro Paese e le storie di coraggio che i territori raccontano.
Sarà questo il terzo incontro nazionale delle migliaia di giovani Rover e Scolte dell'Agesci dal 1976. Ospiti dell'evento anche 200 giovani stranieri provenienti da Paesi europei, arabi, africani.
Il tema centrale di questo evento sarà il coraggio. Un argomento divenuto caldo nella cultura e nel linguaggio sociale, politico e religioso di questi ultimi mesi, ma elemento che caratterizza il metodo scout da oltre cento anni. "Noi del clan Lecco 3 abbiamo scelto di affrontare il tema del coraggio, concentrandoci sulla situazione lavorativa della realtà lecchese. Per fare questo da gennaio ad aprile ci siamo documentati sul tema del lavoro in generale, sia dal punto di vista costituzionale, sia da quello etico. Da aprile a giugno abbiamo voluto concentrarci invece su come fosse cambiato il lavoro nel corso degli anni. Abbiamo così effettuato un'indagine a livello del territorio intervistando quasi 300 persone, ed elaborando dei dati statistici. Quest'esperienze saranno fondamentali per noi perché saranno oggetto di confronto con altri clan italiani" ha spiegato Marta Greppi, rappresentante del clan Lecco 3.
La serata è stata organizzata in collaborazione con la consulta degli studenti di Lecco e l'associazione giovanile Liberamente di Calolziocorte, un gruppo giovanile nato due anni fa con lo scopo e il desiderio di conoscere e approfondire temi sociopolitici. "È una serata molto interessante e importante, soprattutto per noi giovani, perché dalle testimonianze di questa sera capiremo bene che sono molte le difficoltà. Noi però dobbiamo reagire, non subire. Il 50% dei problemi di disoccupazione viene dalla politica e dall'economia, il restante 50% però ce lo possiamo giocare noi. È necessario quindi reinventarci e crearci delle possibilità di lavoro, aggredire la vita." ha sottolineato Daniele Amigoni, presidente dell'associazione Liberamente.
Dopo la presentazione sono quindi intervenuti due ragazzi del progetto "LavoraREagisci", che hanno sintetizzato i dati raccolti sulle prospettive del lavoro di ieri e di oggi.
L'indagine è stata svolta su un campione di 278 persone, di cui il 52% di sesso femminile, mentre il 48% maschile. I campioni sono stati suddivisi per tre diversi range di età, 16-30 anni, il 35%, 30-60 anni, il 43%, e 60-90, il 22%. Tra loro vi erano disoccupati, lavoratori, pensionati e studenti. A queste persone sono state poste diverse domande con possibilità di risposta multipla riguardo alle prospettive sul lavoro, alle motivazioni del primo impiego, esperienze lavorative all'estero, durata di un posto fisso, vocazioni, il tema dello studio in relazione al lavoro, e molto altro. Da questi dati è risultato che la disoccupazione nel lecchese è del 7%, poco sotto alla media nazionale secondo i dati Istat 2013, che è al 8,1%.
Alla serata sono intervenuti infine dei testimoni, che in prima persona hanno vissuto un'esperienza lavorativa positiva investendo le proprie capacità per il territorio, reinventandosi non solo una nuova prospettiva di impiego, ma anche di vita. Tre ospiti, che hanno voluto portare la loro testimonianza di esperienza lavorativa positiva. Marco Zambianchi (spacecraft controller presso l'agenzia spaziale europea), Raffaella Bartesaghi (presidente del gruppo giovani imprenditori di confindustria) e Enrico Viganò (gestore dell'eremo del Monte Barro).
Zambianchi ha raccontato come sia diverso l'approccio al lavoro all'estero rispetto al nostro, in particolare in Germania, dove recentemente è stato assunto presso l'agenzia spaziale. Un'esperienza che aiuta a crescere, e a confrontarsi con realtà differenti.
Dopo di lui è intervenuta la prof.ssa Bartesaghi, che ha sottolineato l'importanza di diffondere la cultura territoriale. A Lecco infatti, ha spiegato, vi sono moltissime realtà. "Ciò che ci spinge a rimanere in Italia sono la passione e la responsabilità sociale."
A conclusione della serata ha preso la parola Enrico Viganò, gestore dell'eremo del Monte Barro e capo gruppo scout, il quale, dopo essere stato licenziato dalla Leuci dopo 33 anni di attività, ha dato prova di sapersi reinventare all'età di 50 anni, e riuscire a crearsi una nuova direzione.
Il clan è un gruppo di ragazzi dai 16 ai 21 anni che formano una comunità con l'obiettivo di vivere insieme un'esperienza volta a favorire la crescita di ciascuno. Per fare questo ogni anno i membri si impegnano ad affrontare un percorso riguardante un tema di attualità. Quest'anno il capitolo è stato proposto a livello nazionale in quanto collocato all'interno dell progetto di Route nazionale.
La Route nazionale, è la "strada" che i Rover e le Scolte dell'Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani) percorreranno nei primi dieci giorni del mese di agosto. 30.000 giovani dai 16 ai 21 anni, ragazzi e ragazze provenienti da quasi 1.500 differenti gruppi locali delle 20 regioni italiane, cammineranno a piedi, zaino in spalla, sulle strade di coraggio d'Italia, per poi ritrovarsi a San Rossore (PI). Percorreranno insieme strade in montagne, città e villaggi. Incontreranno e conosceranno le tante realtà dell'Italia e della storia del nostro Paese e le storie di coraggio che i territori raccontano.
Sarà questo il terzo incontro nazionale delle migliaia di giovani Rover e Scolte dell'Agesci dal 1976. Ospiti dell'evento anche 200 giovani stranieri provenienti da Paesi europei, arabi, africani.
Marco Zambianchi, Raffaella Bartesaghi, Enrico Viganò
Il tema centrale di questo evento sarà il coraggio. Un argomento divenuto caldo nella cultura e nel linguaggio sociale, politico e religioso di questi ultimi mesi, ma elemento che caratterizza il metodo scout da oltre cento anni. "Noi del clan Lecco 3 abbiamo scelto di affrontare il tema del coraggio, concentrandoci sulla situazione lavorativa della realtà lecchese. Per fare questo da gennaio ad aprile ci siamo documentati sul tema del lavoro in generale, sia dal punto di vista costituzionale, sia da quello etico. Da aprile a giugno abbiamo voluto concentrarci invece su come fosse cambiato il lavoro nel corso degli anni. Abbiamo così effettuato un'indagine a livello del territorio intervistando quasi 300 persone, ed elaborando dei dati statistici. Quest'esperienze saranno fondamentali per noi perché saranno oggetto di confronto con altri clan italiani" ha spiegato Marta Greppi, rappresentante del clan Lecco 3.
La serata è stata organizzata in collaborazione con la consulta degli studenti di Lecco e l'associazione giovanile Liberamente di Calolziocorte, un gruppo giovanile nato due anni fa con lo scopo e il desiderio di conoscere e approfondire temi sociopolitici. "È una serata molto interessante e importante, soprattutto per noi giovani, perché dalle testimonianze di questa sera capiremo bene che sono molte le difficoltà. Noi però dobbiamo reagire, non subire. Il 50% dei problemi di disoccupazione viene dalla politica e dall'economia, il restante 50% però ce lo possiamo giocare noi. È necessario quindi reinventarci e crearci delle possibilità di lavoro, aggredire la vita." ha sottolineato Daniele Amigoni, presidente dell'associazione Liberamente.
Dopo la presentazione sono quindi intervenuti due ragazzi del progetto "LavoraREagisci", che hanno sintetizzato i dati raccolti sulle prospettive del lavoro di ieri e di oggi.
L'indagine è stata svolta su un campione di 278 persone, di cui il 52% di sesso femminile, mentre il 48% maschile. I campioni sono stati suddivisi per tre diversi range di età, 16-30 anni, il 35%, 30-60 anni, il 43%, e 60-90, il 22%. Tra loro vi erano disoccupati, lavoratori, pensionati e studenti. A queste persone sono state poste diverse domande con possibilità di risposta multipla riguardo alle prospettive sul lavoro, alle motivazioni del primo impiego, esperienze lavorative all'estero, durata di un posto fisso, vocazioni, il tema dello studio in relazione al lavoro, e molto altro. Da questi dati è risultato che la disoccupazione nel lecchese è del 7%, poco sotto alla media nazionale secondo i dati Istat 2013, che è al 8,1%.
Alla serata sono intervenuti infine dei testimoni, che in prima persona hanno vissuto un'esperienza lavorativa positiva investendo le proprie capacità per il territorio, reinventandosi non solo una nuova prospettiva di impiego, ma anche di vita. Tre ospiti, che hanno voluto portare la loro testimonianza di esperienza lavorativa positiva. Marco Zambianchi (spacecraft controller presso l'agenzia spaziale europea), Raffaella Bartesaghi (presidente del gruppo giovani imprenditori di confindustria) e Enrico Viganò (gestore dell'eremo del Monte Barro).
Zambianchi ha raccontato come sia diverso l'approccio al lavoro all'estero rispetto al nostro, in particolare in Germania, dove recentemente è stato assunto presso l'agenzia spaziale. Un'esperienza che aiuta a crescere, e a confrontarsi con realtà differenti.
Dopo di lui è intervenuta la prof.ssa Bartesaghi, che ha sottolineato l'importanza di diffondere la cultura territoriale. A Lecco infatti, ha spiegato, vi sono moltissime realtà. "Ciò che ci spinge a rimanere in Italia sono la passione e la responsabilità sociale."
A conclusione della serata ha preso la parola Enrico Viganò, gestore dell'eremo del Monte Barro e capo gruppo scout, il quale, dopo essere stato licenziato dalla Leuci dopo 33 anni di attività, ha dato prova di sapersi reinventare all'età di 50 anni, e riuscire a crearsi una nuova direzione.
Pietro Magnani