Tour manzoniano dopo il servizio del Tg2: ancora troppe le porte chiuse ai visitatori
Lecco città dei Promessi Sposi? Sì, ma sono ancora troppe le porte chiuse in faccia ai turisti.
Dopo l'infelice servizio del Tg2 che "stronca", con una netta bocciatura, l'itinerario manzoniano, ci siamo messi anche noi sulle tracce di Renzo e Lucia, vestendo i panni del turisti in un piccolo tour tra le viette e le frazioni della città.
Non potevamo che partire dall'ufficio turistico di piazza XX settembre dove la gentilissima Francesca Zuccoli ci ha consegnato una cartina e ci ha dato qualche dritta: "con questa mappa i visitatori sono assolutamente in grado di seguire autonomamente il tour: ci sono indicati i luoghi con una breve descrizione. Certo forse servirebbe qualche cartellone in più direttamente in loco...".
Partiamo dalla presunta casa di Lucia in via Caldone ad Olate: un portone si para di fronte ai nostri occhi e non possiamo fare altre che cercare di sbirciare dalla serratura "il piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino". Se non fosse per la targa in marmo e il cartello con il risicato riferimento al romanzo nemmeno si noterebbe l'abitazione.
Ci spostiamo di pochi metri e troviamo anche quella che potrebbe essere la casa di Renzo: un arco conduce in un cortile anonimo e dai muri scrostati, quasi decadenti. Ma non si tratta di una tappa "ufficiale" dell'itinerario: il Manzoni non ci ha lasciato abbastanza indizi in merito e si tratta solo di una vaga supposizione.
Da qui si riesce a scorgere la collinetta dello Zucco, dove sorgeva la dimora di don Rodrigo, la nostra prossima meta. L'ennesimo cancello blocca l'ingresso a Villa Guzzi, oggi sede del Coni, che sorge dove un tempo si trovava l'antico palazzo seicentesco: "con la sua torre piatta, elevato sopra le casucce ammucchiate alla falda del promontorio, pareva un feroce che, ritto nelle tenebre, in mezzo a una compagnia di addormentati vegliasse, meditando un delitto...".
Fu abbattuto nel 1937, in una sola notte, per far spazio alla villa progettata dall'architetto Mario Cerenghini.
Ci spostiamo dunque a Chiuso. Anche qui, in una graziosa piazzetta, presso la casa del sarto non troviamo altro che un grosso portone in legno sbarrato, con un cartello che vieta l'ingresso ai non autorizzati. Anche la vicina chiesetta del beato Serafino - al momento soffocata dal cantiere della nuova Lecco-Bergamo - è aperta solo in occasione di particolare funzioni religiose.
Attenzione all'orologio anche quando si visita il castello dell'Innominato a Vercurago. L'accesso è sempre libero passando dal sentiero a monte (rimane invece chiuso da anni una delle scalinate, ormai invasa da erbacce e arbusti), ma se si vuole visitare anche il bellissimo complesso della Valletta dei frati somaschi, un balcone sull'Adda, non bisogna fare tardi: alle 17.30 (18 nei festivi) chiude.
Da una parte dunque una serie di siti non visitabili dall'altra quelli pubblici, o di proprietà ecclesiastica "sui quali si sta facendo molto: stiamo ad esempio preparando cartelloni e totem che verranno posti vicino ai monumenti e ai luoghi di interesse, manzoniani e no, della città" ha continuato la curatrice.
Finalmente è iniziato il restauro del convento di Fra Cristofero a Pescarenico e anche a Villa Manzoni sarà rifatto il look: "A breve partiremo con alcuni interventi di emergenza e di consolidamento per 180 mila euro e poi stiamo pensando a un intervento per la completa sistemazione del piano terra, dal costo di 450 mila, euro finanziato anche dalla Fondazione Cariplo" ha spiegato Catteneo. "Si tratta di opere assolutamente necessarie: dal 1982 ad oggi su Villa Manzoni non è stato fatto praticamente nulla. Si figuri che nel 2005 abbiamo calcolato che la dimora avrebbe bisogno di interventi per un costo complessivo di 5 milioni di euro".
Ma nonostante qualche difetto sono ancora molti i turisti che arrivano a Lecco alla ricerca di Renzo e Lucia: ogni anno sono circa 50.000 i visitatori che varcano l'ingresso di Villa Manzoni "e nel 2015 abbiamo visto un incremento legato ad Expo".
Il sogno di Lecco? Riaprire al pubblico almeno la casa di Lucia trasformandola in un museo, acquistandola o stipulando una convenzione con i proprietari...
Dopo l'infelice servizio del Tg2 che "stronca", con una netta bocciatura, l'itinerario manzoniano, ci siamo messi anche noi sulle tracce di Renzo e Lucia, vestendo i panni del turisti in un piccolo tour tra le viette e le frazioni della città.
Non potevamo che partire dall'ufficio turistico di piazza XX settembre dove la gentilissima Francesca Zuccoli ci ha consegnato una cartina e ci ha dato qualche dritta: "con questa mappa i visitatori sono assolutamente in grado di seguire autonomamente il tour: ci sono indicati i luoghi con una breve descrizione. Certo forse servirebbe qualche cartellone in più direttamente in loco...".
La casa di Lucia a Olate
La presunta casa di Renzo
La casa di Lucia ad Acquate
Eccoci dunque a girare per i rioni di Lecco a caccia di Renzo e Lucia ma purtroppo non è mancata qualche delusione: sono ancora tanti, forse troppi, i luoghi segnalati dalla mappa che di fatto non sono visitabili e che al turista che viene da fuori possono lasciare un po' di amaro in bocca.Partiamo dalla presunta casa di Lucia in via Caldone ad Olate: un portone si para di fronte ai nostri occhi e non possiamo fare altre che cercare di sbirciare dalla serratura "il piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino". Se non fosse per la targa in marmo e il cartello con il risicato riferimento al romanzo nemmeno si noterebbe l'abitazione.
Ci spostiamo di pochi metri e troviamo anche quella che potrebbe essere la casa di Renzo: un arco conduce in un cortile anonimo e dai muri scrostati, quasi decadenti. Ma non si tratta di una tappa "ufficiale" dell'itinerario: il Manzoni non ci ha lasciato abbastanza indizi in merito e si tratta solo di una vaga supposizione.
Il palazzotto di Don Rodrigo
La casa del Sarto
Anche alla casa di Lucia ad Acquate, che oggi come noto ospita una nota trattoria, non possiamo fare altro che fotografare un grosso cancello nero e niente più.Da qui si riesce a scorgere la collinetta dello Zucco, dove sorgeva la dimora di don Rodrigo, la nostra prossima meta. L'ennesimo cancello blocca l'ingresso a Villa Guzzi, oggi sede del Coni, che sorge dove un tempo si trovava l'antico palazzo seicentesco: "con la sua torre piatta, elevato sopra le casucce ammucchiate alla falda del promontorio, pareva un feroce che, ritto nelle tenebre, in mezzo a una compagnia di addormentati vegliasse, meditando un delitto...".
Fu abbattuto nel 1937, in una sola notte, per far spazio alla villa progettata dall'architetto Mario Cerenghini.
Somasca
La stessa sorte che toccò al tabernacolo dei bravi ad Acquate, il punto dove i due malintenzionati incontrarono il povero Don Abbondio e pronunciarono la famosa frase: "Questo matrimonio non s'ha da fare, né ora né mai", demolito per poter allargare la strada.Ci spostiamo dunque a Chiuso. Anche qui, in una graziosa piazzetta, presso la casa del sarto non troviamo altro che un grosso portone in legno sbarrato, con un cartello che vieta l'ingresso ai non autorizzati. Anche la vicina chiesetta del beato Serafino - al momento soffocata dal cantiere della nuova Lecco-Bergamo - è aperta solo in occasione di particolare funzioni religiose.
Attenzione all'orologio anche quando si visita il castello dell'Innominato a Vercurago. L'accesso è sempre libero passando dal sentiero a monte (rimane invece chiuso da anni una delle scalinate, ormai invasa da erbacce e arbusti), ma se si vuole visitare anche il bellissimo complesso della Valletta dei frati somaschi, un balcone sull'Adda, non bisogna fare tardi: alle 17.30 (18 nei festivi) chiude.
Da una parte dunque una serie di siti non visitabili dall'altra quelli pubblici, o di proprietà ecclesiastica "sui quali si sta facendo molto: stiamo ad esempio preparando cartelloni e totem che verranno posti vicino ai monumenti e ai luoghi di interesse, manzoniani e no, della città" ha continuato la curatrice.
Finalmente è iniziato il restauro del convento di Fra Cristofero a Pescarenico e anche a Villa Manzoni sarà rifatto il look: "A breve partiremo con alcuni interventi di emergenza e di consolidamento per 180 mila euro e poi stiamo pensando a un intervento per la completa sistemazione del piano terra, dal costo di 450 mila, euro finanziato anche dalla Fondazione Cariplo" ha spiegato Catteneo. "Si tratta di opere assolutamente necessarie: dal 1982 ad oggi su Villa Manzoni non è stato fatto praticamente nulla. Si figuri che nel 2005 abbiamo calcolato che la dimora avrebbe bisogno di interventi per un costo complessivo di 5 milioni di euro".
Ma nonostante qualche difetto sono ancora molti i turisti che arrivano a Lecco alla ricerca di Renzo e Lucia: ogni anno sono circa 50.000 i visitatori che varcano l'ingresso di Villa Manzoni "e nel 2015 abbiamo visto un incremento legato ad Expo".
Il sogno di Lecco? Riaprire al pubblico almeno la casa di Lucia trasformandola in un museo, acquistandola o stipulando una convenzione con i proprietari...
P.V.