Lecco:i platani colpiti dal 'cancro colorato', l'agronomo Buizza spiega come intervenire
E' un vero e proprio grido d'allarme quello lanciato dall'agronomo ed ex consigliere comunale Giorgio Buizza: "In città da anni i platani sono colpiti dal cosiddetto cancro rosso e devono essere abbattuti per evitare il contagio alle piante sane".
Una emergenza in piena regola: quando la Ceratocystis, un parassita, infetta la pianta ne causa la morte in un paio di stagioni e non c'è alcun modo di curarla. L'unica soluzione è il taglio del platano, prima che infetti anche gli alberi vicini.
Per denunciare questa situazione Buizza ha organizzato una vera e propria uscita con i suoi "alunni" del corso "Pensare al verde" (organizzato la scorsa primavera in collaborazione con Palazzo Bovara) in viale Valsugana, la strada alberata - con platani per l'appunto - che dal Sant'Ambrogio sale verso Belledo.
Un fungo che ha già fatto diverse vittime sia sulla via che in altre zone della città, ad esempio sul lungolago, dove molte piante sono già state abbattute, e che non sembra proprio volersi fermare.
In viale Valsugana sono diversi infatti gli alberi ormai completamente secchi, con poche sparute foglie sui loro rami, e altri ancora iniziano a manifestare i segni di sofferenza.
Ma non sempre questo è stato fatto.
Si tratta di un fungo arrivato dall'America, si dice nelle casse delle munizioni dei soldati che erano fatte proprio di legno di platano.
Un problema noto da diverso tempo anche nella nostra città, almeno già a partire dagli anni '90. "Ma nessuno è ancora riuscito a fermarla" ha denunciato Buizza. "Da 25 anni questa malattia sta depauperando il patrimonio arboreo senza che nessuno ci abbia mai messo mano".
Nel sopralluogo di sabato mattina è bastato rimuovere un po' di corteccia per osservare le caratteristiche macchie nere nel legno, segno inequivocabile della presenza dell'inarrestabile parassita.
Che, anche attraverso il contatto sotterraneo delle radici, si sta diffondendo di pianta in pianta.
Una emergenza in piena regola: quando la Ceratocystis, un parassita, infetta la pianta ne causa la morte in un paio di stagioni e non c'è alcun modo di curarla. L'unica soluzione è il taglio del platano, prima che infetti anche gli alberi vicini.
Per denunciare questa situazione Buizza ha organizzato una vera e propria uscita con i suoi "alunni" del corso "Pensare al verde" (organizzato la scorsa primavera in collaborazione con Palazzo Bovara) in viale Valsugana, la strada alberata - con platani per l'appunto - che dal Sant'Ambrogio sale verso Belledo.
A sinistra un albero sano e a destra uno colpito dal parassita
Il caratteristico segno nero lasciato dal fungo nel legno
Ed è bastato uno sguardo veloce per accorgersi di come siano diverse le piante colpite dalla malattia: "basta alzare gli occhi al cielo per vedere la differenza tra una pianta sana, con la chioma ricca di foglie, e una pianta colpita dal parassita: i rami sono secchi, le foglie poche e giallognole" ha spiegato l'agronomo. "Il fungo entra infatti nel fusto e chiude i vasi linfatici, devitalizzando la pianta".Un fungo che ha già fatto diverse vittime sia sulla via che in altre zone della città, ad esempio sul lungolago, dove molte piante sono già state abbattute, e che non sembra proprio volersi fermare.
In viale Valsugana sono diversi infatti gli alberi ormai completamente secchi, con poche sparute foglie sui loro rami, e altri ancora iniziano a manifestare i segni di sofferenza.
Alcuni dei partecipanti al sopralluogo in viale Valsugana
Giorgio Buizza
Purtroppo in tutti questi casi non c'è alcuna soluzione: non resta che tagliare. "C'è un preciso protocollo: una platano affetto da cancro colorato deve essere abbattuto e pure le piante adiacenti, che possono essere già state infettate" ha continuato l'agronomo. "Anche per smaltire il legno ci sono una serie di precauzioni ben precise: bisogna evitare che il materiale, ad esempio la segatura, possa spargersi sia durante il taglio che durante il trasporto, che deve avvenire in cassoni chiusi. E il legname deve essere reso inerte o bruciato".Ma non sempre questo è stato fatto.
Si tratta di un fungo arrivato dall'America, si dice nelle casse delle munizioni dei soldati che erano fatte proprio di legno di platano.
Un problema noto da diverso tempo anche nella nostra città, almeno già a partire dagli anni '90. "Ma nessuno è ancora riuscito a fermarla" ha denunciato Buizza. "Da 25 anni questa malattia sta depauperando il patrimonio arboreo senza che nessuno ci abbia mai messo mano".
Nel sopralluogo di sabato mattina è bastato rimuovere un po' di corteccia per osservare le caratteristiche macchie nere nel legno, segno inequivocabile della presenza dell'inarrestabile parassita.
Che, anche attraverso il contatto sotterraneo delle radici, si sta diffondendo di pianta in pianta.
P.V.