Civate: Fiskars sposta in Cina Kaimano? Sindacati cercano un possibile acquirente
Una storica realtà lecchese potrebbe chiudere i battenti. Sembrerebbe destinata a questa sorte la Fiskars, società multinazionale finlandese che, nel 1997, ha acquistato due storiche aziende della Valsassina, decidendo di portare avanti la produzione con lo stesso, indiscusso marchio, garanzia di qualità e professionalità. Stiamo parlando della Montana, coltelleria per uso casalingo e ristorazione professionale con sede produttiva a Premana e della Kaimano, leader nella produzione di coltelli ad uso ‘casereccio’. Quest’ultima, fondata nel 1926, ha invece il proprio sito produttivo a Casargo.
Entrambe le imprese, una volta acquisite dalla Fiskars, hanno visto confluire gli uffici e il polo logistico nella sede di Civate.
Da diverso tempo, tuttavia, sono emerse le prime avvisaglie di criticità aziendale, per le quali non sembrano esserci soluzioni, o meglio, alternative.
I delegati sindacali convocati all’incontro hanno deciso di prendersi del tempo per riflettere. Purtroppo non ne hanno avuto molto a causa di una nuova doccia fredda piovuta sulle sorti aziendali nei giorni immediatamente successivi al vertice.
Mediante un comunicato, la multinazionale ha infatti manifestato ai lavoratori l’intenzione di chiudere i due stabilimenti produttivi. Qui è però necessaria ulteriore chiarezza. A seguito della decisione, il marchio Montana si sfalderebbe definitivamente perchè Fiskars non sarebbe interessata a portarne avanti il nome, mentre per la Kaimano il destino sarebbe un altro. Tra competitività, contenimento dei costi e mantenimento di un buon livello di vendite (poco sembra contare, in base a questa logica, la qualità dei coltelli, da sempre indiscutibile orgoglio dei Valsassinesi) meglio trasferire altrove la produzione. Quale scelta “migliore" della Cina?
Appresa la notizia, i lavoratori hanno quindi dato vita a un blocco delle spedizioni, riuscendo ad ottenere la sospensione della mobilità e la proroga del contratto di solidarietà fino al 30 novembre.
“Vorremmo innanzitutto mettere in campo la Provincia e Confindustria perchè l’azienda faccia marcia indietro sulla decisione del licenziamento dei lavoratori” ha commentato Rino Maisto, rappresentante Fiom Cgil che segue la vicenda.
Le novità non sono però finite perché è di quest’oggi, lunedì 23 giugno, il primo incontro dei lavoratori di Civate con il nuovo amministratore delegato della Fiskars, che, secondo quanto appreso, sembrerebbe averli rassicurati mostrando l’intenzione di raddoppiare l’occupazione.
Eloquenti gli striscioni appesi dai lavoratori negli scorsi giorni all’esterno della sede di Civate per manifestare il dissenso sulla politica aziendale: “il vero coltello Kaimano è solo italiano, no made in China” e ancora “storia e passione Montana non devono essere cancellate”. Perchè, alla fine di tutto, la qualità, dettata anche, cosa da non poco conto, dalla storicità di un’azienda, che ne ha saputo creare, oltre all’occupazione in un territorio un po' difficile, una tradizione locale, non potrà mai avere uguali.
Entrambe le imprese, una volta acquisite dalla Fiskars, hanno visto confluire gli uffici e il polo logistico nella sede di Civate.
Da diverso tempo, tuttavia, sono emerse le prime avvisaglie di criticità aziendale, per le quali non sembrano esserci soluzioni, o meglio, alternative.
I delegati sindacali convocati all’incontro hanno deciso di prendersi del tempo per riflettere. Purtroppo non ne hanno avuto molto a causa di una nuova doccia fredda piovuta sulle sorti aziendali nei giorni immediatamente successivi al vertice.
Mediante un comunicato, la multinazionale ha infatti manifestato ai lavoratori l’intenzione di chiudere i due stabilimenti produttivi. Qui è però necessaria ulteriore chiarezza. A seguito della decisione, il marchio Montana si sfalderebbe definitivamente perchè Fiskars non sarebbe interessata a portarne avanti il nome, mentre per la Kaimano il destino sarebbe un altro. Tra competitività, contenimento dei costi e mantenimento di un buon livello di vendite (poco sembra contare, in base a questa logica, la qualità dei coltelli, da sempre indiscutibile orgoglio dei Valsassinesi) meglio trasferire altrove la produzione. Quale scelta “migliore" della Cina?
Appresa la notizia, i lavoratori hanno quindi dato vita a un blocco delle spedizioni, riuscendo ad ottenere la sospensione della mobilità e la proroga del contratto di solidarietà fino al 30 novembre.
“Vorremmo innanzitutto mettere in campo la Provincia e Confindustria perchè l’azienda faccia marcia indietro sulla decisione del licenziamento dei lavoratori” ha commentato Rino Maisto, rappresentante Fiom Cgil che segue la vicenda.
Le novità non sono però finite perché è di quest’oggi, lunedì 23 giugno, il primo incontro dei lavoratori di Civate con il nuovo amministratore delegato della Fiskars, che, secondo quanto appreso, sembrerebbe averli rassicurati mostrando l’intenzione di raddoppiare l’occupazione.
Eloquenti gli striscioni appesi dai lavoratori negli scorsi giorni all’esterno della sede di Civate per manifestare il dissenso sulla politica aziendale: “il vero coltello Kaimano è solo italiano, no made in China” e ancora “storia e passione Montana non devono essere cancellate”. Perchè, alla fine di tutto, la qualità, dettata anche, cosa da non poco conto, dalla storicità di un’azienda, che ne ha saputo creare, oltre all’occupazione in un territorio un po' difficile, una tradizione locale, non potrà mai avere uguali.
M.Mau.