Mandello,'millantato credito' nell'ambito di Expo, 2 anni per Comini, ex consigliere LN

L'ing. Dario Comini
Si è chiusa nei giorni scorsi, dinnanzi al collegio giudicante della quarta sezione penale del Tribunale di Milano, la vicenda giudiziaria che ha travolto il mandellese Dario Comini, già consigliere comunale per la Lega Nord. L’ingegnere – attivo anche nell’ambito delle penne nere del paese, ma attualmente privo di qualsiasi incarico – è stato condannato a due anni di reclusione - a fronte di una richiesta di 3 anni avanzata dal pubblico ministero Paolo Filippini - per millantato credito e al pagamento di una provvisionale di 50 mila euro in favore di Metropolitana Milano spa, la società per la quale lo stesso lavorava, costituitasi parte civile.
Stando al quadro accusatorio – con l’esito dell’istruttoria dibattimentale ripresa anche dai quotidiani nazionali – Comini, in qualità di funzionario di Mm incaricato alla sicurezza “della stazione appaltante pubblica Expo 2015”, nel 2011, avrebbe chiesto ad un imprenditore – Pierluca Locatelli, il suo “grande accusatore”, anch’egli condannato per altra causa – una mazzetta da 500 mila euro per aiutarlo nell’aggiudicarsi l’appalto per la bonifica dell’area di Rho-Pero sulla quale, dallo scorso maggio, si sono accesi i riflettori internazionali per l’Esposizione universale. Comini gli avrebbe detto che quel denaro sarebbe servito “per remunerare gli appartenenti alla Commissione di vigilanza”. La richiesta non avrebbe però sortito alcun effetto, in quanto l'appalto per la bonifica del sito Expo è stato vinto da un'altra società, la Cmc di Ravenna. Da qui la prima accusa, a cui inizialmente era associata un’altra ipotesi di reato, poi archiviata: corruzione. Il sospetto – poi chiaramente, visto l’esito, caduto – era che il mandellese, per non ostacolare l’impresa ravennate avesse ricevuto dal direttore del cantiere un’auto Alfa Romeo Giulietta 2.0 Jtd, una scheda carburante utilizzata per 4mila 209 euro e un telepass utilizzato per 358 euro, utilità ottenute tra il febbraio 2012 e il marzo 2013.
A processo, come chiarito, si è “battagliato” – con la difesa dell’imputato sostenuta dal penalista lecchese Vito Zotti, esclusivamente sul millantato credito. Venerdì 2 ottobre, è stata pronunciata sentenza di condanna a due anni.
A.M.
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