Rapina alla Cusl della Statale: in Appello il lecchese Martino Gualzetti è stato assolto

La sede dell'Università Statale di Milano di via Festa del Perdono
Due anni e due mesi: questa la condanna irrogata nei suoi confronti in primo grado e ribaltata nella giornata odierna dai giudici d'Appello che lo hanno assolto per non aver commesso il fatto. Martino Gualzetti, lecchese oggi ventisettenne, esce così "pulito" dalla vicenda giudiziaria originata dal tafferuglio scoppiato il 2 ottobre di sei anni fa nella sede della cooperativa Cusl, nei locali interni all'Università Statale di via Festa del Perdono a Milano.
Stando alla ricostruzione tracciata nel 2009, il ragazzo insieme ai "compagni" Valerio Ferrandi (ai tempi 24enne, figlio di Mario, ex terrorista del gruppo di estrema sinistra Prima Linea), Paolo Polari (20 anni), Marcelo Damian Marin Jara (23 anni, nato in Ecuador ma di nazionalità italiana) e Mattia Zonza, anch'egli ventenne, tutti inseriti negli ambienti anarchici milanesi, si sarebbe rifiutato di pagare un malloppo di volantini fotocopiati presso la copisteria interna alla cooperativa di ispirazione ciellina. Insieme alle minacce sarebbero così volati calci e pugni all'indirizzo dei giovani studenti della Cusl.
Rapina e lesioni personali le accuse mosse nei confronti dei cinque, arrestati all'interno della sede del collettivo autonomo "Ringhiera", in Ticinese, a qualche giorno di distanza dai fatti, dai Carabinieri del nucleo informativo e dai poliziotti della Digos e della Mobile di Milano.
"Una contrapposizione politico-ideologica, radicalmente censurabile nel metodo violento e provocatorio, ma di per sé più che legittima in un normale confronto dialettico veramente democratico alieno da grigi unanimismi e omologazioni di massa". Così il gup Luigi Varanelli definì- motivando la sentenza di primo grado emessa nell'aprile del 2010 - quanto avvenuto in Festa del Perdono, condannando Ferrandini, ritenuto alla testa della comitiva ("Questi sono i miei ragazzi. Guardate le loro facce", avrebbe detto ai "rivali") a 2 anni e 7 mesi di reclusione e i suoi amici a pene lievemente più tenui.
A distanza di cinque anni dalla prima pronuncia, sei dai fatti, difeso dell'avvocato Stefano Pelizzari del Foro di Lecco, Martino Gualzetti è riuscito in Appello a capovolgere l'esito processuale, ottenendo l'assoluzione. Per non aver commesso il fatto.
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