Lecco: Sindaco e giunta alla scoperta dei 'gioielli' medievali in città, da valorizzare
Un sabato a spasso… nel tempo, con sindaco e assessori. Stamane la giunta di Lecco e il primo cittadino Virginio Brivio hanno voluto visitare i luoghi della “città medievale” accompagnati da un cicerone d’eccezione, l’ex direttore della biblioteca civica Ugo Rosci.
Dai sotterranei delle mura fino all’ultimo piano della Torre Viscontea: una passeggiata informale per conoscere angoli nascosti di una città dall’enorme potenziale culturale e turistico, che aspetta solo di essere riscoperto.
Già, perché basta uscire da una porta di servizio della biblioteca Pozzoli, alzare lo sguardo in Vicolo della torre, scendere nel garage della R.s.a Borsieri per ritrovarsi al tempo del Ducato di Milano, quando Lecco era un vero e proprio castello fortificato sul fiume Adda.
La visita è iniziata così presso la biblioteca: dal cortile interno un cancello ci ha condotti in un tunnel proprio all’interno del vallo. Un vero e proprio “passaggio segreto” nascosto all’interno della villa lungo alcune decine di metri, che conduce ad alcune feritoie da dove i soldati di guardia controllavano gli ingressi al borgo. Ed esistono anche altri percorsi – un vero e proprio dedalo sotterraneo in via Bovara – che sono stati chiusi e murati nel corso degli anni.
E’ stata poi una sorpresa salire fino alla balconata dell’ultimo piano della torre, oggi inutilizzato: un camminamento a 360° che ci ha regalato una vista stupenda sui tetti del centro, sulla piazza brulicante come tutti i sabati, sul San Martino che l’autunno ha colorato con sprazzi di oro.
“Da qui si poteva tenere controllato il porto e il ponte Azzone Visconti” ha continuato Rosci. “Era stato creato anche un sistema di comunicazione su tutta la sponda del Lario, costellata dal torrone di Abbadia, dalla cosiddetta torre del Barbarossa, dal Castello di Vezio e così via”.
Una vista che ha scaldato il cuore a tutti gli assessori, ma che purtroppo è ancora preclusa ai visitatori a causa di alcuni divieti di accesso all’ultimo piano sollevati dalla sovrintendenza.
“La visita di oggi ha suscitato un grande interesse in tutti i partecipanti: il nostro obiettivo è ora quello di dare via a un percorso che unisca tutti questi luoghi. Non dobbiamo creare nulla di nuovo: dobbiamo solo restituire questi gioielli ai cittadini e ai turisti, rendendoli maggiormente fruibili” ha concluso Simona Piazza.
Dai sotterranei delle mura fino all’ultimo piano della Torre Viscontea: una passeggiata informale per conoscere angoli nascosti di una città dall’enorme potenziale culturale e turistico, che aspetta solo di essere riscoperto.
Gli assessori con Ugo Rosci
Le mura vista dall’alto
Il sogno è quello di creare un percorso e di riconsegnare a visitatori e cittadini questo patrimonio. “C’è già tutto: noi dobbiamo solo rilanciare e rivitalizzare questi luoghi” ha spiegato l’assessore alla cultura Simona Piazza.Già, perché basta uscire da una porta di servizio della biblioteca Pozzoli, alzare lo sguardo in Vicolo della torre, scendere nel garage della R.s.a Borsieri per ritrovarsi al tempo del Ducato di Milano, quando Lecco era un vero e proprio castello fortificato sul fiume Adda.
La visita è iniziata così presso la biblioteca: dal cortile interno un cancello ci ha condotti in un tunnel proprio all’interno del vallo. Un vero e proprio “passaggio segreto” nascosto all’interno della villa lungo alcune decine di metri, che conduce ad alcune feritoie da dove i soldati di guardia controllavano gli ingressi al borgo. Ed esistono anche altri percorsi – un vero e proprio dedalo sotterraneo in via Bovara – che sono stati chiusi e murati nel corso degli anni.
L’ingresso ai sotterranei
“Del castello di Lecco, il centro della città conferma le forme che ancora lo caratterizzano. Via Bovara e via Mascari, con le viuzze adiacenti, sono rimaste quasi inalterate nel tracciato, così come Piazza XX Settembre che era separata dal lago da mura difensive. In città si trovavano almeno altri due castelli: uno nell’omonimo rione e l’altro a Santo Stefano. Lecco apparteneva al ducato di Milano ma si trovava “dalla parte sbagliata” dell’Adda, che segnava in confine con Venezia. Da sempre è stato un crocevia importante per raggiungere l’Europa e quindi l’Impero: controllare Lecco significava godere di questo importante privilegio” ha spiegato Rosci. “Questa parte delle mura è, insieme ad un breve tratto nella zona del Serpentino, ancora visibile. Qui si trovava una delle tre porte d’ingresso, e la tradizione vuole che l’edificio che ospita la Biblioteca Civica fosse la residenza del governatore spagnolo ai tempi dei Promessi Sposi. E’ anche visibile parte della base del “rivellino”, che non si esclude possa essere stato realizzato dallo stesso Leonardo Da Vinci, in quegli anni alle dipendenze di Milano”.All’interno del camminamento nelle mura
E’ stata poi una sorpresa salire fino alla balconata dell’ultimo piano della torre, oggi inutilizzato: un camminamento a 360° che ci ha regalato una vista stupenda sui tetti del centro, sulla piazza brulicante come tutti i sabati, sul San Martino che l’autunno ha colorato con sprazzi di oro.
“Da qui si poteva tenere controllato il porto e il ponte Azzone Visconti” ha continuato Rosci. “Era stato creato anche un sistema di comunicazione su tutta la sponda del Lario, costellata dal torrone di Abbadia, dalla cosiddetta torre del Barbarossa, dal Castello di Vezio e così via”.
Una vista che ha scaldato il cuore a tutti gli assessori, ma che purtroppo è ancora preclusa ai visitatori a causa di alcuni divieti di accesso all’ultimo piano sollevati dalla sovrintendenza.
All’interno del camminamento nelle mura
La torre Viscontea
“Dobbiamo assolutamente sbloccare questa situazione” il coro che si è levato unanime. Le possibilità ci sono, in molte altre città d’Italia sono aperte al pubblico torri con accessi ben più stretti ed angusti di quello della Viscontea, che invece dispone di una comoda e larga scalinata.“La visita di oggi ha suscitato un grande interesse in tutti i partecipanti: il nostro obiettivo è ora quello di dare via a un percorso che unisca tutti questi luoghi. Non dobbiamo creare nulla di nuovo: dobbiamo solo restituire questi gioielli ai cittadini e ai turisti, rendendoli maggiormente fruibili” ha concluso Simona Piazza.
La vista dalla torre
P.V.