Calolzio una settimana di "englishness" per i ragazzi delle medie
Parte oggi il progetto "City Camp", promosso dalla scuola media "A. Manzoni" di Calolziocorte, che si appoggia all'Acle, associazione culturale non a scopo di lucro, ormai al 31º anno di organizzazione di campus estivi di inglese in Italia. Il camp, della durata di una settimana, vede coinvolti quarantacinque ragazzi, di età compresa tra i 10 e i 13 anni, suddivisi in quattro gruppi omogenei per età e competenze linguistiche, provenienti dalla Manzoni stessa e dalla Cittadini, i quali svolgeranno attività che permetteranno loro di apprendere la lingua in modo naturale, di migliorare le loro capacità di comprensione, pronuncia e fluidità. Imparare divertendosi, certo, ma non senza una solida impalcatura organizzativa.
Anna Spada, direttrice del progetto e docente di inglese alla Manzoni, spiega: "il camp ha una struttura ben definita: c'è il direttore, che organizza, dirige, sorveglia le attività e sostiene e lo staff; c'è l'assistant, la studentessa universitaria Daniela Pirovano (20 anni), che coadiuva il direttore e partecipa alla vita del camp; ci sono tre "helpers", studenti delle scuole superiori che aiutano i tutors nella gestione del gruppo; e i tutors stessi, quattro ragazzi, due americane, una canadese e un inglese, che con il loro entusiasmo coinvolgono i ragazzi nelle varie attività". Dalle 9 del mattino alle 17, infatti, gli alunni apprenderanno la lingua in modo spontaneo e tramite l'approccio emozionale, colonna portante della filosofia di Acle. "Quello che mi ha colpito di questa associazione" - prosegue la professoressa Spada - "è proprio l'apprendimento basato sulla fissazione emozionale: la lingua è uno strumento vivo, che non deve essere riversato solo tramite i manuali e i tradizionali strumenti didattici. Per questo motivo, abbiamo previsto due uscite, una al parco di villa De Ponti e una a Brivio: andremo a piedi lungo la ciclabile e sfrutteremo il tragitto per conoscere l'ambiente del fiume, la sua flora e la sua fauna, tutto rigorosamente in inglese". Alla fine della settimana è inoltre previsto uno show, "assemblato" dai ragazzi durante le varie attività svolte in settimana e verranno consegnati loro gli attestati, i portfolio, gli activity books e una foto ricordo dell'esperienza. Quello di venerdì sarà un momento significativo, che dimostrerà "come" e "quanto" inglese i partecipanti hanno appreso e che costituisce un evento gioioso, ed al tempo stesso culturale, per genitori, amici e per la scuola che ha accolto il camp.
Anna Spada, direttrice del progetto e docente di inglese alla Manzoni, spiega: "il camp ha una struttura ben definita: c'è il direttore, che organizza, dirige, sorveglia le attività e sostiene e lo staff; c'è l'assistant, la studentessa universitaria Daniela Pirovano (20 anni), che coadiuva il direttore e partecipa alla vita del camp; ci sono tre "helpers", studenti delle scuole superiori che aiutano i tutors nella gestione del gruppo; e i tutors stessi, quattro ragazzi, due americane, una canadese e un inglese, che con il loro entusiasmo coinvolgono i ragazzi nelle varie attività". Dalle 9 del mattino alle 17, infatti, gli alunni apprenderanno la lingua in modo spontaneo e tramite l'approccio emozionale, colonna portante della filosofia di Acle. "Quello che mi ha colpito di questa associazione" - prosegue la professoressa Spada - "è proprio l'apprendimento basato sulla fissazione emozionale: la lingua è uno strumento vivo, che non deve essere riversato solo tramite i manuali e i tradizionali strumenti didattici. Per questo motivo, abbiamo previsto due uscite, una al parco di villa De Ponti e una a Brivio: andremo a piedi lungo la ciclabile e sfrutteremo il tragitto per conoscere l'ambiente del fiume, la sua flora e la sua fauna, tutto rigorosamente in inglese". Alla fine della settimana è inoltre previsto uno show, "assemblato" dai ragazzi durante le varie attività svolte in settimana e verranno consegnati loro gli attestati, i portfolio, gli activity books e una foto ricordo dell'esperienza. Quello di venerdì sarà un momento significativo, che dimostrerà "come" e "quanto" inglese i partecipanti hanno appreso e che costituisce un evento gioioso, ed al tempo stesso culturale, per genitori, amici e per la scuola che ha accolto il camp.
Giulia Malighetti