Olginate: carciofo ''esploso'', fertilizzanti causa della reazione secondo il Ris di Parma

La signora Giulia
È questo il “verdetto” dell’indagine tecnica condotta dal Ris di Parma sugli ortaggi prelevati presso l’esercizio commerciale in cui la donna aveva fatto la spesa, il 16 dicembre 2013.
Una volta arrivata a casa, uno dei carciofi le era letteralmente “esploso” tra le mani mentre lo stava tagliando, con il conseguente annerimento di alcune delle foglie. Fortunatamente per la donna non ci sono state conseguenze fisiche, al di là di un grande spavento per un evento davvero inaspettato.
Giulia Cattaneo, questo il suo nome, aveva dapprima allertato i suoi famigliari e in seguito, dopo aver scoperto in Rete che il suo non era affatto un caso isolato, i Carabinieri.
Una campione del carciofo, unitamente ad altri ortaggi ritirati dagli scaffali del supermercato, erano stati inviati dall’Asl di Lecco ai laboratori parmensi.
In questi giorni, ad oltre sei mesi dall’evento, sono pervenuti negli uffici lecchesi i risultati delle analisi.
Nelle conclusioni viene evidenziato che nei carciofi analizzati “non è emersa alcuna traccia di esplosivi organici ed inorganici”. Si evince poi che “in considerazione dell’uso massiccio di fertilizzanti azotati, sotto forma di nitrati, utilizzati per la nutrizione delle coltivazioni, è possibile ipotizzare che il carciofo non sia esploso, ma che durante la mondatura dello stesso si sia sviluppata una fiamma dovuta alla concentrazione, nel cuore del carciofo, di derivati azotati che a contatto con del metallo potrebbero aver generato una scintilla con conseguente sviluppo di una vampata”.
Una reazione chimica dunque è stata all’origine della disavventura della donna, che non la dimenticherà tanto facilmente.
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