Lecco: venticinquesimo anniversario degli Alcolisti Anonimi. Gli associati spiegano come insieme si può smettere di bere

Gli Alcolisti Anonimi di Lecco hanno festeggiato il 25^ anniversario di fondazione, organizzando per l'occasione una piccola festa nella sede dell'associazione in piazza Cappuccini 6. L'iniziativa ha preso la forma di una riunione aperta a cui hanno partecipato gli Alcolisti, i soci dell'Al-Anon (l'associazione che riunisce i famigliari dei bevitori problematici) ma anche semplicemente persone interessate a conoscere da vicino le questioni legate all'uso dell'alcol e il mondo degli AA.
Riassumendo, l'associazione degli Alcolisti Anonimi è nata negli Stati Uniti nel 1935, quando un uomo d'affari e un medico si accorsero che la loro capacità di rimanere sobri era strettamente legata a quanto aiuto e incoraggiamento riuscivano ad offrire ad altri bevitori; l'alcolista che aveva smesso di bere manteneva e consolidava la propria sobrietà aiutando un altro alcolista ad uscire dalla dipendenza. Da allora il movimento si è sviluppato con migliaia di gruppi locali sia nei grandi centri che nelle piccole cittadine, riunendo membri in oltre 140 nazioni del mondo con un unico scopo, quello di rimanere sobri e aiutare altri che vogliano raggiungere la sobrietà. Perciò non ci sono quote o tasse per essere membri di AA: l'unico requisito è il desiderio di smettere di bere.

I Gruppi AA sul territorio della provincia di Lecco

Il metodo utilizzato è quello della condivisione di esperienze, che avviene durante le riunioni di gruppo, cuore e perno dell'associazione. Uniti dal comune problema dell'alcol, uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale, economica e culturale condividono il proprio vissuto, in un'ottica di auto mutuo aiuto per dare una mano a chi vuole uscire dalla dipendenza; riunendosi, parlando e aiutando altri alcolisti, i membri di AA diventano in qualche misura capaci di rimanere sobri e allontanare la compulsione al bere.
Le maggior parte delle riunioni a cadenza bisettimanale sono "chiuse" - cioè riservate ai soli alcolisti, che sono stimolati a discutere di problemi che potrebbero non essere pienamente compresi dai non alcolisti - mentre ogni due-tre mesi si possono tenere anche delle riunioni "aperte" al pubblico. Proprio una riunione di questo genere è quella che si è tenuta domenica scorsa a Lecco, dove in un clima di condivisione e accoglienza diversi oratori si sono alternati per raccontare le proprie esperienze di bevitori o di persone vicine a chi ha sviluppato un problema con l'alcol. Rivivendo i momenti più difficili e spiegando quale ruolo abbia avuto il Gruppo A.A. nel raggiungimento della sobrietà, i partecipanti hanno evidenziato alcune questioni chiave.
Innanzitutto, la definizione di "alcolismo": "l'opinione comune è che sia un semplice "vizio", ma non è così. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ad esempio definisce l'alcolismo come una malattia progressiva che non potrà mai essere guarita, ma il cui decorso può essere arrestato. Molti di noi ritengono che questa malattia sia una combinazione tra una particolare sensibilità fisica all'alcol e un'ossessione mentale" hanno spiegato. Il solo fatto di considerare l'alcolismo un problema di salute e non di ordine morale rimuove qualche ostacolo, perché non c'è nulla di vergognoso nell'avere una malattia, purché si affronti il problema onestamente e si cerchi di fare qualcosa al riguardo. "La differenza rispetto alle altre malattie è che qui non ci sono pillole che risolvano tutto. La "cura" è frequentare il gruppo per aiutarsi l'un l'altro nel percorso di sobrietà" hanno proseguito i membri, aggiungendo: "una volta oltrepassato il limite invisibile tra il bere pesante e il bere compulsivo, non si potrà più tornare indietro. Una volta divenuti alcolisti, si rimane alcolisti per sempre e l'unica via è astenersi, perché non è né il quinto né il decimo bicchiere a provocare il danno ma il primo, che innesca la reazione a catena del bere incontrollato".


Il mettersi in gioco in prima persona riveste un ruolo fondamentale nel metodo degli AA: l'ammissione non deve venire dai parenti o dai dottori, ma deve essere l'alcolista stesso a decidere che l'alcol è diventato un problema. L'accettazione è il punto di partenza per la risalita, che si basa sul programma dei "Dodici Passi". Questi "step" costituiscono il nucleo per il recupero individuale dall'alcolismo e si poggiano sulle esperienze, sulle prove e anche sugli errori dei primi Alcolisti Anonimi; sintetizzano i metodi che i primi membri hanno messo in pratica, registrando il loro progresso dal bere incontrollato alla sobrietà. Il percorso indicato non è imposto ma solo suggerito: si va dal primo passo, nel quale si sprona a riconoscere "di essere impotenti di fronte all'alcol, e che le vite personali sono divenute incontrollabili", fino all'ultimo, in cui si fa comprendere che, "avendo ottenuto un risveglio spirituale come risultato di questi passi, si cerca di portare il messaggio agli alcolisti e di mettere in pratica questi principi in tutte le attività".
Nella pratica, hanno chiarito i membri di AA, il percorso verso la sobrietà non è fatto di grandi giuramenti e di "mai più", ma di piccoli passi e sudati traguardi quotidiani: "non giuriamo mai di stare lontano dall'alcol per tutta la vita, perché è una prospettiva così lunga che spesso il bisogno ossessivo di bere ha prevalso sulle migliori intenzioni. La scelta tra bere e non bere dipende completamente da noi e il problema più importante è rimanere sobri nel momento attuale. Per questo cerchiamo di seguire il "piano delle 24 ore", concentrandoci sullo riuscire a stare sobri un giorno alla volta".
Non bisogna però cadere nel facile assunto che arginare il problema dell'alcol risolva magicamente tutte le difficoltà: "l'alcolismo è stata una risposta sbagliata a problemi che c'erano già. Se si legge con attenzione, il primo "passo" parla di alcol, ma gli altri sono un lavoro su sé stessi - ha raccontato C., condividendo la propria esperienza - sono un alcolista e non bevo da tre anni; frequento il gruppo perché ho bisogno di un recupero personale, di mettere a posto i pezzi della mia vita. Oggi devo ringraziare gli Alcolisti Anonimi perché mi hanno dato la possibilità di scegliere e dopo tre anni sto abbastanza bene, ho migliorato i rapporti con i miei famigliari, rifatto la patente. Ho smesso di bere e i miei problemi si sono moltiplicati perché adesso li affronto, ma sono tranquillo perché ho trovato nei Dodici Passi uno strumento che mi permette di farlo con serenità. Ogni piccolo traguardo quotidiano, che per molti può sembrare una banalità, per me è una cosa importante che mi aiuta un giorno alla volta a rimanere sobrio".

I Gruppi Al-Anon (che riuniscono i famigliari dei bevitori)


È importante distinguere tra i servizi sanitari e gli Alcolisti Anonimi, è intervenuto M., un giovane partecipante: "la differenza è che i professionisti -anche svolgendo benissimo il loro lavoro- conoscono la malattia e i sintomi dell'alcolismo, ma non gli alcolisti. Qui in AA invece ci occupiamo proprio di questo, condividendo i nostri problemi, le nostre difficoltà e le nostre paure per affrontare il mondo esterno: grazie all'anonimato riesco a ridimensionare il mio ego, un bagaglio pesantissimo. Ricordo ancora la sensazione di svegliarsi la mattina sentendosi onnipotenti, salvo poi arrivare alla convinzione paradossale che se continui a bere muori, ma se smetti di bere muori comunque, perché non riesci a concepire di fare nemmeno un passo senza alcol".
Come indica anche il nome, uno dei pilastri su cui si fonda l'associazione è l'anonimato personale più assoluto; non c'è nessun dovere, nessuno dà ordini e l'organizzazione è ridotta al minimo, con i servizi necessari che vengono svolti a turno dai membri del gruppo. Non stupisce che uno dei sentimenti più largamente condivisi durante la riunione sia stata la sensazione di aver trovato un luogo accogliente, una seconda casa dove sentirsi accettati senza stigmi sociali e colpevolizzazioni.
"Quando arrivi nessuno ti chiede chi sei, né da dove vieni o che lavoro fai. Nessuno ti dice che devi smettere, puoi decidere di intervenire o restare completamente in silenzio ad ascoltare gli interventi degli altri. All'inizio ho pensato di non avere nulla in comune con le persone che mi stavano davanti, ma poi mi sono riconosciuta in ogni testimonianza e mi sono sentita libera, uguale" è stata una delle ultime testimonianze. "Il messaggio da trasmettere a chi si trova in difficoltà è che l'alcolismo rimane e non si può dimenticare, ma sobrietà e serenità possono essere conquistate".
Gli Alcolisti Anonimi sono una realtà importante ed attiva nel lecchese, con quattro gruppi distribuiti in tutto il territorio provinciale da Colico a Cernusco Lombardone, passando per Bellano e Lecco. Quest'ultimo gruppo si riunisce ogni martedì e venerdì alle ore 20.30, ma gli AA possono partecipare a qualsiasi sezione faccia parte dell'associazione internazionale, anche a Como, Milano o New York. Chi desiderasse maggiori informazioni può collegarsi a http://www.aa-arealombardia.it

Estremi del gruppo AA di Lecco:

c/o Oratorio Cappuccini, piazza Cappuccini 6, 23900 Lecco

telefono: 334.390776

email: aalecco@aa-arealombardia.it

Elena Toni
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