Calolzio: presepe della Pace alla scuola di Foppenico, con il 40% di bimbi musulmani
Un arcobaleno di angeli colorati ha portato la Pace e il Natale nella scuola primaria di Foppenico a Calolziocorte: tutti i bimbi hanno infatti realizzato un proprio coloratissimo angioletto di cartone che è andato poi a comporre il presepe che ha trovato posto al centro dell'atrio della palazzina delle quinte.
Nessun genitore si è lamentato, nessun no è arrivato dalle famiglie di origine straniera alle quali le insegnanti hanno comunicato l'intenzione di realizzare la scena della natività.
Sono state loro a scegliere di installare qualcosa di diverso dalla classica rappresentazione della natività: "L'idea è nata dopo i fatti di Parigi: di fronte alle richieste e alle domande degli alunni - alcuni ad esempio hanno parenti che vivono nella capitale francese - abbiamo deciso di dare avvio a un percorso incentrato sul tema della Pace, con laboratori misti nei quali i bambini non sono rimasti divisi per classi ma si sono mischiati a quelli delle altre sezioni, per favorire la conoscenza e l'interazione".
E cosi l'arcobaleno si è posato tra le classi, con tanti angioletti che guardano la stella cometa.
Bellissimi in particolare quelli costruiti dai bimbi di prima e seconda che hanno usato il calco delle mani per realizzare le ali.
230 angeli coloratissimi per dire che il Natale è ancora più bello se vissuto insieme agli altri. E per scacciare con la forza della semplicità tutte le polemiche.
Martedì si è infatti svolto il tradizionale spettacolo natalizio e qualche genitore ha storto il naso perché le canzoni scelte - in linea con il tema che ha fatto da filo conduttore al lavoro svolto dalle insegnanti con i bambini - erano poco natalizie, incentrate più sull'amicizia che sulla natività.
Una discussione che è immediatamente rimbalzata su Facebook dove sono moltissimi i calolziesi che hanno voluto dire la propria in tema di integrazione e Natale nelle scuole.
Ed è subito bagarre tra chi accusa le maestre di censuare le festività cristiane, chi invece le difende per il bel lavoro fatto sulla Pace, chi si scaglia contro gli stranieri e chi invece rivendica il diritto a una scuola pubblica laica.
"Peccato sopprimere le proprie radici religiose e culturali. Il rispetto per le altre tradizioni non significa annullare le proprie, semmai creare momenti di reciproco rispetto" ha continuato Patrizia Milani, anch'ella ex assessore durante l'amministrazione Arrigoni.
Un fiume di parole, con decine e decine di commenti: "Io voglio un Natale cristiano e non un surrogato"; "Stiamo bruciando le nostre tradizioni"; "facciamo letteralmente schifo come Cristiani e come Italiani" sono stati alcuni degli interventi più forti.
Nessun genitore si è lamentato, nessun no è arrivato dalle famiglie di origine straniera alle quali le insegnanti hanno comunicato l'intenzione di realizzare la scena della natività.
Sono state loro a scegliere di installare qualcosa di diverso dalla classica rappresentazione della natività: "L'idea è nata dopo i fatti di Parigi: di fronte alle richieste e alle domande degli alunni - alcuni ad esempio hanno parenti che vivono nella capitale francese - abbiamo deciso di dare avvio a un percorso incentrato sul tema della Pace, con laboratori misti nei quali i bambini non sono rimasti divisi per classi ma si sono mischiati a quelli delle altre sezioni, per favorire la conoscenza e l'interazione".
E cosi l'arcobaleno si è posato tra le classi, con tanti angioletti che guardano la stella cometa.
Bellissimi in particolare quelli costruiti dai bimbi di prima e seconda che hanno usato il calco delle mani per realizzare le ali.
230 angeli coloratissimi per dire che il Natale è ancora più bello se vissuto insieme agli altri. E per scacciare con la forza della semplicità tutte le polemiche.
Martedì si è infatti svolto il tradizionale spettacolo natalizio e qualche genitore ha storto il naso perché le canzoni scelte - in linea con il tema che ha fatto da filo conduttore al lavoro svolto dalle insegnanti con i bambini - erano poco natalizie, incentrate più sull'amicizia che sulla natività.
Una discussione che è immediatamente rimbalzata su Facebook dove sono moltissimi i calolziesi che hanno voluto dire la propria in tema di integrazione e Natale nelle scuole.
Ed è subito bagarre tra chi accusa le maestre di censuare le festività cristiane, chi invece le difende per il bel lavoro fatto sulla Pace, chi si scaglia contro gli stranieri e chi invece rivendica il diritto a una scuola pubblica laica.
"Peccato sopprimere le proprie radici religiose e culturali. Il rispetto per le altre tradizioni non significa annullare le proprie, semmai creare momenti di reciproco rispetto" ha continuato Patrizia Milani, anch'ella ex assessore durante l'amministrazione Arrigoni.
Un fiume di parole, con decine e decine di commenti: "Io voglio un Natale cristiano e non un surrogato"; "Stiamo bruciando le nostre tradizioni"; "facciamo letteralmente schifo come Cristiani e come Italiani" sono stati alcuni degli interventi più forti.
P.V.