Lecchese: allarme Coldiretti, anche la ''Orobica'' in estinzione

Capra in mostra a Verona
“La capra orobica è in via si estinzione perché non si adatta agli allevamenti intensivi, è un animale che ama vivere allo stato brado e in ambienti di montagna” ha spiegato Ermanno Giardini, allevatore di Colico della specie che ha ottenuto il presidio Slow Food. “Ognuno di noi ha un numero limitato di capi, produciamo i formaggi in alpeggio perché abbiamo a disposizione quei terreni. Il latte delle nostre capre è molto apprezzato, e viene utilizzato per produrre il bitto storico”. È begli alpeggi, come ha spiegato l’allevatore di Pagnona Lorenzo Colombo, che nascono il “furmagin”, il caprino e gli altri formaggi freschi del lecchese. “Il prodotto dell’Orobica è molto buono, ma la resa a fronte di un grande impegno non è alta” ha spiegato l’allevatore lecchese.
Questo il comunicato Coldiretti:
Ci sono anche le capre di razza Verzaschese e di Livio, identitarie della zootecnia lariana, tra le 14 le razze animali a rischio estinzione tutelate in Lombardia.
“Risorse preziose per il territorio, il cui allevamento va tutelato per continuare una tradizione che affonda nei secoli le proprie radici” sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Como Lecco – Fortunato Trezzi e Francesco Renzoni - in occasione dell’inaugurazione della Fieragricola di Verona, al via oggi mercoledì 3 febbraio con la più grande e varia “stalla” mai aperta al pubblico in città con la presenza di 600 animali delle più diverse razze sopravvissute, realizzata da Coldiretti e Associazione Italiana Allevatori.
La capra Verzaschese dal caratteristico mantello nero si trova solamente in una ventina di allevamenti tra le province di Como e Varese. Originaria del Canton Ticino, è di taglia medio grande, con le corna arcuate all’indietro, vello nero, lucido, con pelo corto e fine. Il peso dei maschi è di 90 kg per un’altezza media al garrese di 80-90 cm; quello delle femmine di 60 kg per un’altezza di 75-80.
Ignota è invece l’origine (comunque alpina) della Capra di Livio o Lariana diffusa unicamente nell’areale montuoso della Mesolcina (valle di Livo e aree del Lario occidentale): una razza robusta e medio-grande con gemellarità non elevata. Le corna - non sempre presenti - sono a 'stambecco' o rivolte all'indietro e divaricate (tipo 'markar'). Il vello è eterogeneo, può essere uniforme, nero, bruno, rosso o giallo o pezzato.
A queste vanno aggiunte anche la Capra Orobica (diffusa in particolare nel Lecchese e Lario orientale) dalle corna imponenti e il cui latte è utilizzato per la realizzazione del Bitto Storico nella vicina Valtellina e la Capra Bionda dell’Adamello.
Ma nelle province lariane sono anche altre le razze a rischio: tra i bovini, Rendena, Grigio Alpina, e ancora Bianca di Val Padana, Bruna linea carne; tra gli ovini la Pecora Brianzola.
“La sopravvivenza di queste razze a rischio estinzione – conclude il presidente Trezzi – è garantita dal lavoro di allevatori delle nostre due province di Como e Lecco che scelgono di investire su animali custodi di biodiversità genetica e testimoni della nostra storia rurale, da cui dipende la tipicità dei prodotti della nostra agricoltura”.
Negli ultimi cinque anni – sottolinea Coldiretti – la fattoria lombarda ha perso oltre 360 mila animali, con il pericolo di estinzione di razze storiche, mentre ancora oggi dalle Alpi al Po si contano quasi un milione e mezzo di mucche, più di 4 milioni di maiali e 213 mila tra pecore e capre. “Una situazione – continua il presidente Trezzi – che oltre a ridurre il nostro patrimonio zootecnico, mina l’economia di un intero settore produttivo e mette a rischio la biodiversità territoriale”.
Attualmente tra le razze in pericolo in Lombardia si contano 6 tipi di bovini, 3 ovini e 5 caprini.
“Risorse preziose per il territorio, il cui allevamento va tutelato per continuare una tradizione che affonda nei secoli le proprie radici” sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Como Lecco – Fortunato Trezzi e Francesco Renzoni - in occasione dell’inaugurazione della Fieragricola di Verona, al via oggi mercoledì 3 febbraio con la più grande e varia “stalla” mai aperta al pubblico in città con la presenza di 600 animali delle più diverse razze sopravvissute, realizzata da Coldiretti e Associazione Italiana Allevatori.
La capra Verzaschese dal caratteristico mantello nero si trova solamente in una ventina di allevamenti tra le province di Como e Varese. Originaria del Canton Ticino, è di taglia medio grande, con le corna arcuate all’indietro, vello nero, lucido, con pelo corto e fine. Il peso dei maschi è di 90 kg per un’altezza media al garrese di 80-90 cm; quello delle femmine di 60 kg per un’altezza di 75-80.
Ignota è invece l’origine (comunque alpina) della Capra di Livio o Lariana diffusa unicamente nell’areale montuoso della Mesolcina (valle di Livo e aree del Lario occidentale): una razza robusta e medio-grande con gemellarità non elevata. Le corna - non sempre presenti - sono a 'stambecco' o rivolte all'indietro e divaricate (tipo 'markar'). Il vello è eterogeneo, può essere uniforme, nero, bruno, rosso o giallo o pezzato.
A queste vanno aggiunte anche la Capra Orobica (diffusa in particolare nel Lecchese e Lario orientale) dalle corna imponenti e il cui latte è utilizzato per la realizzazione del Bitto Storico nella vicina Valtellina e la Capra Bionda dell’Adamello.
Ma nelle province lariane sono anche altre le razze a rischio: tra i bovini, Rendena, Grigio Alpina, e ancora Bianca di Val Padana, Bruna linea carne; tra gli ovini la Pecora Brianzola.
“La sopravvivenza di queste razze a rischio estinzione – conclude il presidente Trezzi – è garantita dal lavoro di allevatori delle nostre due province di Como e Lecco che scelgono di investire su animali custodi di biodiversità genetica e testimoni della nostra storia rurale, da cui dipende la tipicità dei prodotti della nostra agricoltura”.
Negli ultimi cinque anni – sottolinea Coldiretti – la fattoria lombarda ha perso oltre 360 mila animali, con il pericolo di estinzione di razze storiche, mentre ancora oggi dalle Alpi al Po si contano quasi un milione e mezzo di mucche, più di 4 milioni di maiali e 213 mila tra pecore e capre. “Una situazione – continua il presidente Trezzi – che oltre a ridurre il nostro patrimonio zootecnico, mina l’economia di un intero settore produttivo e mette a rischio la biodiversità territoriale”.
Attualmente tra le razze in pericolo in Lombardia si contano 6 tipi di bovini, 3 ovini e 5 caprini.
Federazione Provinciale Coldiretti Como-Lecco
