Garlate: Fabrizio Alborghetti, accusato del tentato omicidio della madre, resta in carcere

Fabrizio Alberghetti mentre lascia il Tribunale di Lecco
Nella tarda mattinata di oggi, giovedì 7 aprile, l'uomo - che è stato descritto dalle forze dell'ordine come un insospettabile padre di famiglia - è stato tradotto in Tribunale a Lecco dalla casa circondariale di Pescarenico, per la convalida dell'arresto e l'interrogatorio di garanzia di fronte al giudice Paolo Salvatore.
Assistito dall'avvocato Stefano Pelizzari, ha risposto alle domande che gli sono state poste in merito a quanto accaduto nella tarda serata di lunedì 4 aprile all'interno dell'abitazione che si affaccia su Via Statale dove la madre vive sola. L'uomo ha fornito la propria versione dei fatti: sulle motivazioni che lo avrebbero spinto a compiere un tale gesto, il 51enne - che agli inquirenti aveva parlato di questioni legate all'eredità - sembrerebbe aver spiegato di non essere in grado di trovare egli stesso una giustificazione. Il giudice per le indagini preliminari Paolo Salvatore ha ritenuto comunque al momento corretta la qualificazione giuridica di quanto gli viene contestato: tentato omicidio aggravato. Ancora però chiaramente da appurare - e sul punto si preannuncia il confronto tra accusa e difesa - se gli atti posti in essere nel concreto dall'uomo possano giuridicamente essere etichettati in questo modo.
Quella sera, al ritorno dal lavoro, in base al quadro accusatorio ancora tutto da dimostrare, Fabrizio Alborghetti avrebbe parcheggiato il suo scooter di fronte alla casa della donna, dalla parte opposta di Via Statale. Dopo essere entrato nell'abitazione, verso le 00.30, avrebbe sorpreso l'anziana nel sonno, cercando di soffocarla con della pellicola trasparente per alimenti e del nastro adesivo.
La signora Panzeri, che ha creduto di trovarsi di fronte un ladro, non si è lasciata sopraffare dal terrore ed è riuscita a gridare attirando l'attenzione del vicino - il quale ha prontamente allertato le forze dell'ordine - e ad avvisare i figli attraverso un apposito pulsante da utilizzare in caso di emergenza. Il presunto malvivente, corrispondente in base alle accuse al signor Alborghetti, si è dato alla fuga mentre sul posto convergevano diverse pattuglie dei Carabinieri, la famiglia stessa dell'uomo e sua sorella unitamente al marito.
Il 51enne garlatese, che risultava non rintracciabile al telefono cellulare, è stato poi avvicinato dall'equipaggio di una ambulanza di passaggio mentre camminava in stato di shock, completamente fradicio, non lontano dallo svincolo del Terzo Ponte di Pescate. Trasportato al Pronto soccorso dell'ospedale Manzoni, è stato interrogato dai Carabinieri ai quali ha raccontato di essere stato aggredito da ignoti malviventi che si erano introdotti nell'abitazione della madre, che lo avrebbero incappucciato, caricato su un'auto e portato a Pescate, gettandolo poi nel lago. Una versione dei fatti che non ha convinto i militari dell'Arma, che gli hanno mosso una serie di contestazioni sulla base delle immagini delle videocamere di sorveglianza acquisite e di quanto rilevato sia all'interno dell'abitazione sia nell'area esterna, dove era stato gettato il nastro adesivo utilizzato per coprire le vie aeree della signora Ermanna.
Alla luce di quanto emerso in sede di indagine, in accordo con il pubblico ministero della Procura della Repubblica dottor Nicola Preteroti, Fabrizio Alborghetti è stato tratto in arresto. Il giudice questa mattina ha in prima battuta non ha convalidato il fermo, non sussistendo la flagranza di reato. Ha comunque poi disposto nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere, escludendo la possibilità della detenzione domiciliare poiché sussiste il pericolo di reiterazione del reato e di fuga.
L'avvocato Pelizzari, di contro, valuterà nei prossimi giorni se ricorrere al Tribunale del Riesame per chiedere la modifica della stessa riservandosi anche del tempo per compiere i necessari approfondimenti.