Lecco: il commercialista Felice Tavola va a giudizio per la bancarotta della Stile libero

Il tribunale di Lecco
Il commercialista Felice Tavola nuovamente protagonista in Tribunale. Se ieri infatti il giudice per le udienze preliminari Massimo Mercaldo si è dichiarato incompatibile in relazione al fascicolo originato dall'inchiesta "Fort Knox" investendo della decisione circa le sorti dell'ex assessore al bilancio del comune di Lecco della prima giunta leghista degli anni '90 il collega - solitamente dedito alle cause civili - Giordano Lamberti, quest'oggi il gup Paolo Salvatore ha decretato il rinvio a giudizio del professionista per una vicenda "perpendicolare" legata al fallimento della "Stile libero srl", società specializzata nella fabbricazione e nel commercio di biciclette, con sede operativa a Missaglia, in frazione Lomaniga. Bancarotta fraudolenta l'accusa mossa nei confronti dell'uomo e "declinata" in tre capi d'imputazione per il più "sostanzioso" dei quali - innestato su un ipotizzato falso in bilancio - il giudice stamani ha stabilito il non luogo a procedere, mancando di fatto il bilancio stesso, come asserito dal penalista lecchese Stefano Pelizzari, difensore dell'imputato congiuntamente all'avvocato Andrea Marcinkiewicz del Foro di Como. Il 13 ottobre prossimo, dinnanzi al collegio giudicante presieduto dal dr. Enrico Manzi, Tavola - in qualità di commercialista della srl dichiarata fallita nel luglio del 2009 - dovrà dunque rispondere "solo" di bancarotta fraudolenta documentale e di bancarotta impropria da operazioni dolose che avrebbero cagionato il dissesto della "Stile Libero", medesima accusa, quest'ultima, per la quale hanno già patteggiato - esattamente un anno fa - gli amministratori della società missagliese, nata nel 2003 per poi naufragare, cessando così la propria attività con ingenti perdite di esercizio e nell'impossibilità di far fronte al pagamento dei propri debiti, come si legge nella sentenza a firma dei giudici Salvatore Catalano, Mirco Lombardi e Giampiero Seregalli ancora fruibile al portale dei fallimenti. Nello specifico al professionista viene ascritta la generazione di crediti iva ritenuti fittizi - derivati da presunte acquisizioni di cespiti mai avvenute, sostiene il pubblico ministero Nicola Preteroti, erede del fascicolo - per occultare perdite del capitale sociale, già dal 2005.
In quella data, in aula, per il fallimento, siederà anche l'avvocato di parte civile Aurelio Nava.
A.M.
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