Sala al Barro: dal Selvetto ortaggi a km0 e un'opportunità di lavoro - socializzazione

Da qualche settimana è iniziata la distribuzione di verdure a km0 presso il Parco Ludico di Galbiate. Il centro di aggregazione di via Bergamo 1 però in realtà funge da "intermediario", raccogliendo ordini e offrendo i propri spazi per la consegna degli ortaggi provenienti direttamente dal "Selvetto", a Sala al Barro.

Ma cos'è esattamente il Selvetto? Per uno sguardo più approfondito ci siamo recati sul posto. La cascina, ai piedi del Monte Barro, è in ristrutturazione e si erge di fronte a filari di vite e campi coltivati. Recuperata dai soci di Solidarietà Cooperativa Sociale nel 2011, è stata trasformata in un'azienda agricola sociale, nell'ambito di una diversificazione mirata a sopperire al calo di lavoro per conto terzi, punto di forza della Cooperativa.
In seguito all'emanazione della legge sulla disciplina di queste realtà del 1991, queste ultime sono state suddivise in due categorie, la "a" per la gestione dei servizi sociosanitari-educativi e la "b" per lo svolgimento di attività lavorative finalizzate all'inserimento di persone svantaggiate. Proprio a questo secondo sottogruppo appartiene la Solidarietà Cooperativa Sociale con sede a Galbiate. Come chiarito dal presidente della stessa, l'architetto Erminio Redaelli, "la Cooperativa è nata nel 1986, tra le prime nella provincia di Lecco. Abbiamo un laboratorio a Sala al Barro, con circa 22 assunti e 9 persone in borsa lavoro. La nostra produzione principale è la trecciatura di un tubo flessibile per caldaie e idrosanitari, che viene fornito ad aziende di primo piano del settore, sia in Italia che all'estero." Accanto a ciò c'è il lavoro per conto terzi, con assemblaggio, confezionamento e manutenzione, ad esempio delle macchinette del caffè. Come accennato prima tuttavia, la crisi economica ha messo a rischio quel tipo di lavoro, spingendo la Cooperativa a cercare nuovi sbocchi occupazionali, come il Ramo Verde: manutenzione di giardini per clienti sia privati che pubblici, sottoscrizione di convenzioni per la pulizia di strade e cestini nei comuni di Galbiate e Oggiono e, nel 2011, il progetto del Selvetto.

Joseph con sua moglie

"Si tratta di 3,2 ettari di terreni agricoli e bosco" interviene Joseph Parolini, responsabile del Ramo Verde. "La proprietà di questa casa ce ne ha concesso l'uso insieme ai 2 ettari di terreni collegati, per un periodo di 25 anni e con un vincolo di destinazione: quello della finalità sociale. Un altro ettaro circa invece è scaturito dai rapporti col vicinato: si tratta di privati che ci concedono gratuitamente l'uso di questi terreni con atto di liberalità e filantropia."
La coltivazione, iniziata nel 2012, contempla principalmente orticole, che oggi si presentano in un'ampia e variegata produzione. "Al momento stiamo considerando anche coltivazioni più impegnative come i piccoli frutti - more, lamponi e ribes - e la possibilità dell'apicoltura, ma bisogna valutare attentamente le possibilità e tener conto del momento economico."

Il podere, che vanta anche la presenza di un'antica "vite maritata" sopravvissuta a rovi e bonifica, conta anche una serie di appezzamenti di bosco, per la cui "coltivazione" è in atto una richiesta agli enti opportuni: il Selvetto infatti fa parte del Parco Monte Barro, oggetto in passato di un'agricoltura di tipo povero.
Passando a considerare la scelta di investire nel Selvetto, parliamo dell'agricoltura: un mestiere atavico. "Vorrei innanzitutto sfatare l'idea modaiola di un'occupazione idilliaca - chiarisce Joseph - si tratta di un lavoro faticoso, che mette le persone di fronte ai propri limiti." Impegnativo anche dal punto di vista mentale, il lavoro nei campi è caratterizzato da una dicotomia: a fronte di una componente di soddisfazione per il risultato tangibile, si può sentire molto anche la frustrazione legata agli agenti esterni imprevedibili, come il tempo meteorologico. Lo sanno bene i lavoratori del Selvetto, che quest'anno hanno dovuto affrontare un clima particolarmente anomalo; a fronte di un proliferare di zucchine e fagiolini, alcune altre coltivazioni ne hanno particolarmente sofferto.

I ragazzi tuttavia non si scoraggiano, cercando di far fronte alle difficoltà. Nella Cooperativa sono impiegate diverse tipologie di lavoratori: ci sono i dipendenti part time o full time, assunti per la maggior parte con contratto indeterminato; poi ci sono gli impiegati delle "borse lavoro", con un tirocinio formativo promosso dalla Provincia rivolto alle fasce deboli e ai disabili certificati; infine, in aumento, le "borse sociali", rivolte ai disoccupati di lungo periodo a rischio di esclusione. "Il lavoro è una componente importante della vita, significa essere riconosciuti in quanto impegnati. Al Selvetto l'assetto è variabile, si va da un minimo di quattro a un massimo di sette lavoratori, a seconda del periodo e delle necessità. Lavoriamo in stretta collaborazione con l'efficiente Servizio Collocamento Disabili della Provincia di Lecco e cerchiamo di dosare le diverse componenti. La situazione non è facile, facciamo ciò che possiamo tenendo presente che la nostra finalità primaria è la disabilità."

Sono stati anni impegnativi, accanto al duro lavoro dei campi ora la casa è in ristrutturazione e dovrebbe essere pronta in autunno. Il progetto è ambizioso e virtuoso: Joseph andrà a vivere al piano superiore, mentre al piano terra saranno ricavati degli spazi di lavoro e ospitalità. Ci sarà sicuramente un piccolo bed&breakfast a una o due stanze e una cucina a norma. "Per ora i sogni sono molti, ma i punti fermi, oltre all'azienda agricola, saranno l'accoglienza e la cucina per la trasformazione dei prodotti al fine di allungarne la vita con la conservazione." Il proposito di andare a vivere al Selvetto non è meramente logistico, continua Joseph, "l'idea era proprio che ci fosse una famiglia con figli, perché questo non fosse solo un reparto dell'azienda ma un luogo abitato, vissuto, in grado di offrire anche altro. Un'azienda agricola dal lato economico ma anche un luogo di socializzazione, con la possibilità di condivisione degli spazi e al servizio della comunità."
Infine, la distribuzione. Viene portata avanti in direzioni diverse: tramite contatti diretti con i GAS (gruppi di acquisto solidale), grazie al passaparola e da pochissimo tempo tramite la mailing list del Parco Ludico. Il procedimento è semplice, vengono proposte cassette miste da 5 o 10 euro in base alla disponibilità dell'orto, le ordinazioni si effettuano al Parco Ludico entro il venerdì (scrivendo una mail a parcoludico@gmail.com o chiamando il 334 7368295) e nel pomeriggio del sabato si può passare a ritirare i prodotti proprio al Parco in centro Galbiate. "Alcuni nostri clienti sono molto esigenti, annoveriamo anche un ristorante. Raccogliamo responsi molto positivi, ci dicono che i nostri prodotti sono particolarmente buoni, ma quello che non fa la nostra bravura lo fa indubbiamente la distribuzione con raccolta immediata, i nostri ortaggi sono freschissimi" conclude Joseph.

Per maggiori informazioni http://it-it.facebook.com/pages/Selvetto/360994393928705
Elena Toni
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