Lario Reti H. distribuisce 3 milioni di euro di dividendi ai soci. Lecco incassa 700mila €, ricchi introiti anche per Valmadrera

Come abbiamo già fatto anche l'anno scorso, ancora una volta ci siamo presi la briga di calcolare e analizzare i dividendi milionari che Lario Reti Holding - la "multiutility" che si occupa di gas, energia e acqua - distribuisce ai comuni soci. Ovvero non tutti i comuni della nostra provincia più una manciata di comaschi.
Un semplice esercizio di matematica per "aprire gli occhi" e dimostrare un dato innegabile: da Lrh alcuni comuni guadagnano ben più di altri.
A brindare sono in particolare i comuni del circondario lecchese - in una decina detengono la maggioranza assoluta delle quote e quindi dei dividenti - mentre ai cittadini del casatese, ma non solo, non restano che le briciole.

Un conto che, a nostro giudizio, la dice lunga sul perché si sia mantenuta una precisa linea politica in tema di affidamento del Servizio Idrico Integrato, al motto di "nessuno tocchi Lario Reti".
Ma prima delle nostre considerazioni, lasciamo parlare i numeri. (Con una precisazione: i dati economici che abbiamo utilizzato sono stati forniti direttamente da Lrh, mentre il numero dei residenti è quello indicato dall'Istat riferito al 1° gennaio 2015).
Quest'anno Lario Reti Holding distribuirà ai soci utili (riferiti all'esercizio 2015) per 3 milioni di euro, pari a 2,49 euro per azione. Una cifra approvata dalla stessa assemblea dei soci ad inizio maggio.

Si tratta dell'utile derivante in gran parte dall'attività di Acel Service - che opera sul mercato nella vendita del gas e dell'energia - e dalla sua partecipazione nella valtellinese AEVV, che sarà trasferito ai comuni soci non in base al numero di abitanti ma in base alla partecipazione azionaria.
E così a fare la parte del leone sono soprattutto i lecchesi.
Confrontiamo ad esempio Casatenovo e Valmadrera, due comuni simili per numero di abitanti (poco meno di 13.000 l'uno, 11mila l'altro).

Valmadrera detiene il 6,99% delle quote e dunque quest'anno ha incassato quasi 210.000 euro senza colpo ferire.
La partecipazione di Casatenovo è invece irrisoria - lo 0,07% - e dunque l'assegno recapitato al Municipio è solo di 2.072 euro. Un decimo di Valmadrera nonostante abbia più residenti.
Il confronto tra le quote pro-capite è a dir poco impietoso: nel comune brianzolo ogni cittadino intasca 16 centesimi, mentre chi vive sulle sponde del Rio Torto la cifra sale a 17,86 euro.

I 10 Comuni che in provincia ricevono più dividendi sono, nell'ordine: Lecco (701.991 €), Valmadrera (209.887 €), Galbiate (206.396 €), Mandello del Lario (198.266 €), Olginate (110.290 €), Bellano (99.804 €), Civate (91.246 €), Merate (35.520 €), Ballabio (87,655 €), Dervio (79.155 €).
In fondo alla classifica troviamo invece comuni che si devono accontentare di poche centinaia di euro all'anno: Imbersago (281 €), Santa Maria (281 €) e Cremella (219 €).

Ma è come dicevamo il confronto sul dato pro-capite che balza fortissimo all'occhio a favore di chi pende la bilancia. Se i 7 milioni di dividendi fossero distribuiti "a pioggia", la media numerica sarebbe di 6,82 euro per abitanti. Una cifra da tenere a mente, che segna la linea tra chi ha fatto un affare e chi invece no.
In cima alla classifica, ci sono i 300 fortunatissimi abitanti di Dorio, che ricevono € 47,29 a testa. Segue Varenna € 40,54 pro-capite e Ello con € 33,80.
Al contrario i residenti nei comuni brianzoli devono - come dicevamo - accontentarsi delle briciole. A Calco il comune incassa solo 11 centesimi per abitante. Salgono a 12 centesimi nei comuni Rogeno, Imbersago, Castello Brianza, Cremella e La Valletta.

Questi i dati divisi per circondari.
Casatese 0,158 €/abitante; comuni comaschi 1,243 €/ab.; Lario orientale 15,713 €7ab.; lecchese 17,545 €/ab; Meratese 2,25 €/ab.; Oggionese 6,415 €/ab; Val San Martino (dove peraltro numerosi comuni, a partire da Calolziocorte, non sono soci di Lario Reti Holding) 14,112 €/ab; Valsassina 17,978 €/ab.

Questa è la fotografia della situazione finanziaria.
Ovviamente, lo sottolineiamo, tutto è in perfetta regola. E ricordiamo anche che i dividendi derivano non dal servizio idrico ma da Acel, società che opera sul mercato con fatturati milionari.
E proprio questa era una delle obiezioni mosse all'affidamento del Servizio idrico integrato a Lrh, dal momento che il referendum ha chiesto a gran voce che l'acqua sia avulsa a qualsiasi logica mercantilizia.


I dati economici possono essere un'ottima cartina di tornasole anche politica, e ci ricordano come in Lario Reti c'è chi guadagna più di altri.
E non sarà forse un caso che - spesso - si tratta proprio di quei comuni (Lecco, Valmadrera ecc) che hanno gestito con vigore la regia di tutta l'operazione che ha portato all'affidamento dell'acqua pubblica lecchese proprio a Lario Reti Holding.

Perché la holding - in tempi di razionalizzazione - doveva continuare a essere una partecipata strumentale, allontanando così il rischio che in futuro qualche decreto potesse obbligarne la cessione delle quote.
Senza dimenticare poi che i comuni del circondario lecchese hanno anche la maggioranza assoluta in assemblea dei soci. E scusate se è poco.
Ne avevamo già scritto l'anno scorso. Ma si sa: repetita iuvant.

Paolo Valsecchi
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