Galbiate: nessun acquirente per l’ex cava Mossini, presentato il ''piano'' provinciale
È stata una riunione vivacemente partecipata quella che si è tenuta nella serata di ieri, giovedì 14 luglio, nella frazione galbiatese di Ponte Azzone Visconti. Anche in questo caso, come per l'assemblea analoga che si è tenuta qualche giorno fa a Sala al Barro, l'argomento principe è stato il piano cave, con riferimento in particolare alla ex cava Mossini che giace abbandonata.
"A dicembre 2015 la Provincia di Lecco ha approvato un nuovo piano, commissionando uno studio ad alcuni professionisti per valutare sia la situazione ambientale che il fattore di domanda e offerta: la ex cava Mossini è l'unica sul territorio provinciale dove vengono estratte ghiaia e sabbia, materiali perciò sicuramente richiesti. Il problema individuato è piuttosto che nessuno si è più proposto per cavare, probabilmente perché il rapporto costi-benefici non era vantaggioso; per questo motivo i professionisti che hanno redatto il piano cave hanno aumentato la soglia volumetrica estraibile da 300.000 metri cubi a 550.000 metri cubi" ha spiegato il consigliere comunale Alessandro Paroli ai residenti riuniti nella sala civica di via Ettore Monti.
Secondo i piani della Provincia dunque questi 250.000 metri cubi in più dovrebbero riuscire a rendere sostenibile l'investimento, considerando anche il fatto che il settore merceologico con più richiesta e dalla pianificazione più critica è proprio quello delle sabbie e ghiaie, il quale nel caso specifico della provincia di Lecco è caratterizzato da un grande bacino di utenza e da un unico bacino di estrazione per di più abbandonato.
Inserita sul versante nord del Monte Barro, proprio tra l'abitato di Ponte Azzone Visconti e la sp 583 che costeggia il lago, l'area della ex cava Mossini risulta infatti in condizioni di abbandono e degrado molto evidenti, per cui la ripresa degli scavi finalizzata al recupero ambientale - con rimodellamento delle scarpate e ripristino delle aree verdi - sarebbe la via più auspicabile anche dal punto di vista della messa in sicurezza del sito e della sua fruibilità.
"Il Parco Monte Barro aveva dato la disponibilità ad effettuare opere edilizie per 120.000 metri cubi con vincolo di costruzione commerciale; un'altra difficoltà potrebbe essere dovuta al fatto che i proprietari sono tre soggetti diversi, tra cui la Holcim con il 30%. Il Comune di Galbiate sta cercando di mediare tra le parti per rendere l'area più appetibile e far sì che venga sistemata. Ad oggi non si è ancora fatto avanti nessuno" ha aggiunto il sindaco Benedetto Negri.
La notizia è stata accolta animosamente dai residenti presenti alla riunione, e qualcuno non ha mancato di far notare come questa situazione si trascini ormai da decenni, ricordando che i finanziamenti stanziati anni fa per la sistemazione erano stati poi "dirottati" per acquistare Villa Bertarelli. "Sappiamo che per i cittadini di Galbiate è un peso, il degrado man mano avanza e nonostante il progetto sia pronto non abbiamo i 5 milioni di euro necessari per sistemarla, a causa dei vincoli di bilancio e per non rimanere bloccati sul fronte delle opere pubbliche per i prossimi vent'anni. Ormai l'acquisto è avvenuto, ed essendoci priorità più stringenti è inutile arrovellarsi su quanto è stato; piuttosto guardiamo avanti" ha ribattuto il sindaco, rispondendo anche al consigliere della minoranza di "Galbiate Cambia" Paola Golfari che aveva evidenziato come la situazione al momento dell'acquisto quindici anni fa fosse ben diversa, e senza alcuna crisi all'orizzonte.
L'assemblea è proseguita toccando diversi temi che stanno a cuore ai residenti come la necessità di rifare la segnaletica orizzontale, la richiesta di passaggi pedonali e marciapiedi, la manutenzione del lungofiume, l'istituzione del divieto di fare barbecue e le esigenze di carattere ambientale come la pulizia dei marciapiedi e un maggior numero di cestini della spazzatura. Al presidente del consiglio di frazione Nicola Valnegri e a tutti i cittadini intervenuti il sindaco ha promesso di attivarsi dove possibile per quanto concerne le competenze comunali, e di intervenire presso chi di dovere per quanto riguarda le competenze sovracomunali come la strada provinciale.
"A dicembre 2015 la Provincia di Lecco ha approvato un nuovo piano, commissionando uno studio ad alcuni professionisti per valutare sia la situazione ambientale che il fattore di domanda e offerta: la ex cava Mossini è l'unica sul territorio provinciale dove vengono estratte ghiaia e sabbia, materiali perciò sicuramente richiesti. Il problema individuato è piuttosto che nessuno si è più proposto per cavare, probabilmente perché il rapporto costi-benefici non era vantaggioso; per questo motivo i professionisti che hanno redatto il piano cave hanno aumentato la soglia volumetrica estraibile da 300.000 metri cubi a 550.000 metri cubi" ha spiegato il consigliere comunale Alessandro Paroli ai residenti riuniti nella sala civica di via Ettore Monti.
Da sinistra il sindaco di Galbiate Benedetto Negri, il presidente del consiglio di frazione
Nicola Valnegri e il consigliere comunale Alessandro Parolo
Nicola Valnegri e il consigliere comunale Alessandro Parolo
Secondo i piani della Provincia dunque questi 250.000 metri cubi in più dovrebbero riuscire a rendere sostenibile l'investimento, considerando anche il fatto che il settore merceologico con più richiesta e dalla pianificazione più critica è proprio quello delle sabbie e ghiaie, il quale nel caso specifico della provincia di Lecco è caratterizzato da un grande bacino di utenza e da un unico bacino di estrazione per di più abbandonato.
Inserita sul versante nord del Monte Barro, proprio tra l'abitato di Ponte Azzone Visconti e la sp 583 che costeggia il lago, l'area della ex cava Mossini risulta infatti in condizioni di abbandono e degrado molto evidenti, per cui la ripresa degli scavi finalizzata al recupero ambientale - con rimodellamento delle scarpate e ripristino delle aree verdi - sarebbe la via più auspicabile anche dal punto di vista della messa in sicurezza del sito e della sua fruibilità.
"Il Parco Monte Barro aveva dato la disponibilità ad effettuare opere edilizie per 120.000 metri cubi con vincolo di costruzione commerciale; un'altra difficoltà potrebbe essere dovuta al fatto che i proprietari sono tre soggetti diversi, tra cui la Holcim con il 30%. Il Comune di Galbiate sta cercando di mediare tra le parti per rendere l'area più appetibile e far sì che venga sistemata. Ad oggi non si è ancora fatto avanti nessuno" ha aggiunto il sindaco Benedetto Negri.
La notizia è stata accolta animosamente dai residenti presenti alla riunione, e qualcuno non ha mancato di far notare come questa situazione si trascini ormai da decenni, ricordando che i finanziamenti stanziati anni fa per la sistemazione erano stati poi "dirottati" per acquistare Villa Bertarelli. "Sappiamo che per i cittadini di Galbiate è un peso, il degrado man mano avanza e nonostante il progetto sia pronto non abbiamo i 5 milioni di euro necessari per sistemarla, a causa dei vincoli di bilancio e per non rimanere bloccati sul fronte delle opere pubbliche per i prossimi vent'anni. Ormai l'acquisto è avvenuto, ed essendoci priorità più stringenti è inutile arrovellarsi su quanto è stato; piuttosto guardiamo avanti" ha ribattuto il sindaco, rispondendo anche al consigliere della minoranza di "Galbiate Cambia" Paola Golfari che aveva evidenziato come la situazione al momento dell'acquisto quindici anni fa fosse ben diversa, e senza alcuna crisi all'orizzonte.
L'assemblea è proseguita toccando diversi temi che stanno a cuore ai residenti come la necessità di rifare la segnaletica orizzontale, la richiesta di passaggi pedonali e marciapiedi, la manutenzione del lungofiume, l'istituzione del divieto di fare barbecue e le esigenze di carattere ambientale come la pulizia dei marciapiedi e un maggior numero di cestini della spazzatura. Al presidente del consiglio di frazione Nicola Valnegri e a tutti i cittadini intervenuti il sindaco ha promesso di attivarsi dove possibile per quanto concerne le competenze comunali, e di intervenire presso chi di dovere per quanto riguarda le competenze sovracomunali come la strada provinciale.
E.T.