Esino, Lazzari in Tribunale: foglie di 'erba' per il diabete. Ai domiciliari, senza mucche
Tutte quelle piante di cannabis indica? Coltivate esclusivamente per uso personale: le foglie servivano infatti per tener sotto controllo il diabete. Così si sarebbe giustificato, questa mattina, l’allevatore 51enne Ivano Lazzari comparso dinnanzi al Gip Paolo Salvatore per l’udienza di convalida dell’arrestato operato dai Carabinieri della Stazione di Bellano. Associato presso la casa circondariale di Pescarenico dalla serata di sabato, l’uomo, sposato e padre di quattro figli, è stato tradotto dalle guardie carcerarie presso il Palazzo di Giustizia dove, poco dopo le 11, è stato escusso dal giudice. Ad assisterlo l’avvocato Giovanni Piero Carissimi, in sostituzione dell’avvocato di fiducia Fabrizio Consoloni già legale di Sergio Lazzari, fratello di Ivano, a sua volta a processo, sempre presso il Palazzo di Giustizia di Lecco, in quanto ritenuto addentro – stando al quadro accusatorio ancora chiaramente tutto da dimostrare - ad un giro di droga che avrebbe avuto come nodo principale un cantiere di Bellano e “diramazioni” presso la nota località sciistica di Livigno.
Già nel 1981 Lazzari era stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per “una questione di droga”. A breve, con in mano gli esiti delle analisi di laboratorio disposte per accertare la concentrazione di principio attivo nelle foglie inviate dai Carabinieri a Milano quale campione, tornerà dinnanzi al giudice per difendersi da questa nuova accusa.
Al centro il maggiore La Rocca, a sinistra il luogotenente Doriano Fulceri
Già nel 1981 Lazzari era stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per “una questione di droga”. A breve, con in mano gli esiti delle analisi di laboratorio disposte per accertare la concentrazione di principio attivo nelle foglie inviate dai Carabinieri a Milano quale campione, tornerà dinnanzi al giudice per difendersi da questa nuova accusa.
A.M.