Colle: cresce l'attesa per il 23° raduno di alpini al San Genesio
Si rinnova domenica la festa alpina in cima al San Genesio, con la 23^ edizione dell'Assalto, organizzato dal gruppo degli alpini Campanone della Brianza.
"Spicca sul monte il solingo Eremo di San Genesio", ha lasciato scritto il giornalista Aristide Gilardi, ricordato con una via in quartiere Belledo di Lecco.

Nel 1940, i monaci dal candido saio della congregazione di Monte Corona, lasciavano l'eremo, in territorio comunale di Colle Brianza, posizionato sulla cima del rilievo che separa la valle dell'Adda dalla pianura dei laghetti pariniani di Oggiono e Bosisio. La località era raggiungibile solo percorrendo i ripidi sentieri del Monte di Brianza, non essendoci ancora strada carrozzabile; mancava anche la luce elettrica, arrivata nel 1968.


La zona del San Genesio, intorno a Giovenzana, venne investita il 10 ottobre 1943 da un pesante rastrellamento nazista. Nei boschi di Pessina, sopra Giovenzana, presso una baita, una lapide ricorda il sacrificio di due giovani spagnoli, prigionieri alleati, fuggiti dal campo di Grumello, in provincia di Bergamo. I due giovani vennero sorpresi nel sonno all'interno della baita e subito dopo passati per le armi. Erano stati nascosti nella baita, con l'aiuto di residenti di San Donnino in Giovenzana, guidati dal parroco don Riccardo Corti, che sarà poi arrestato e deportato a Mathausen. La pubblicazione "Un Popolo per la Libertà", edita nel 1977, dedica una dettagliata testimonianza sui fatti di Giovenzana dell'autunno 1943.
I monaci erano presenti a San Genesio dal 1863. Il complesso rischiò il degrado, dopo l'abbandono, e se ciò venne evitato lo si deve ad benemerito Antonio Cattaneo, imprenditore tipografo di Oggiono, deceduto nel 1992 a 94 anni. Cattaneo assunse in custodia l'eremo e acquistò l'immobile nel 1951 per meglio conservarlo. Una lapide lo ricorda nella chiesetta dell'ex cenobio. E' stata inaugurata il 25 agosto 1993, memoria liturgica di San Genesio, con celebrazione presieduta dal prevosto di Oggiono, don Amintore Pagani, affiancato dai sacerdoti locali don Vittorio Orlandi e don Samuele Panzeri. Le vicende dell'eremo sono raccolte in un volume pubblicato nel 1964, voluto da Antonio Cattaneo con i testi di Silvio Pedretti, cultore di storia monastica. Nella pubblicazione c'è un'appendice curata da Guido Puccio, che diventerà, qualche anno dopo, sindaco di Lecco.

La lettura del libro consente, anche tanti anni dopo, di rievocare il "verde colle dai lunghi spirituali silenzi", che dopo i monaci montecoronesi, Antonio Cattaneo volle conservare nel tempo, a memoria del fratello Luigi e per antica fedeltà ai valori che non tramontano.
Il registro dei visitatori dell'Eremo di San Genesio segna, nell'agosto 1915, una presenza illustre. Il giovane Battista Montini di Brescia trascorre alcuni giorni di silenzio e di riflessione tra i monaci per verificare la sua vocazione al sacerdozio, prima di entrare nel seminario diocesano.
Il programma di domenica avrà inizio alle ore 10, con il ritrovo alla baita degli alpini, dopo "L'Assalto al San Genesio". Seguirà la cerimonia dell'alzabandiera. La Messa sarà celebrata da padre Antonio Bonanomi, con i canti del Coro Alpino dell'Adda. Nel pomeriggio, dopo il rancio alpino, la festa continuerà con giochi vari e momenti musicali. Il gruppo alpini del Campanone della Brianza, organizzatore della festa sulla vetta del San Genesio, invita i partecipanti a raggiungere la località a piedi, per evidenti motivi di sicurezza. Si potrà parcheggiare negli spazi a disposizione in frazione Giovenzana.
"Spicca sul monte il solingo Eremo di San Genesio", ha lasciato scritto il giornalista Aristide Gilardi, ricordato con una via in quartiere Belledo di Lecco.


Il registro dei visitatori che in data 19 agosto 1915 vede la firma di Battista Montini di Brescia, il futuro Papa Paolo VI
I tragici bagliori della guerra, che si allungavano nei cieli d'Europa, furono determinanti a far assumere la decisione di chiudere l'eremo, dov'era presente una piccola comunità di cinque religiosi. Si disse che i monaci erano necessari in comunità più numerose e fiorenti e si evidenziarono le difficoltà di sostentamento economico che la guerra avrebbe aumentato con disagi e ristrettezze.

Monaco in preghiera nella comunità conventuale
I monaci erano presenti a San Genesio dal 1863. Il complesso rischiò il degrado, dopo l'abbandono, e se ciò venne evitato lo si deve ad benemerito Antonio Cattaneo, imprenditore tipografo di Oggiono, deceduto nel 1992 a 94 anni. Cattaneo assunse in custodia l'eremo e acquistò l'immobile nel 1951 per meglio conservarlo. Una lapide lo ricorda nella chiesetta dell'ex cenobio. E' stata inaugurata il 25 agosto 1993, memoria liturgica di San Genesio, con celebrazione presieduta dal prevosto di Oggiono, don Amintore Pagani, affiancato dai sacerdoti locali don Vittorio Orlandi e don Samuele Panzeri. Le vicende dell'eremo sono raccolte in un volume pubblicato nel 1964, voluto da Antonio Cattaneo con i testi di Silvio Pedretti, cultore di storia monastica. Nella pubblicazione c'è un'appendice curata da Guido Puccio, che diventerà, qualche anno dopo, sindaco di Lecco.

Il tendone del gruppo Alpini Campanone
Il registro dei visitatori dell'Eremo di San Genesio segna, nell'agosto 1915, una presenza illustre. Il giovane Battista Montini di Brescia trascorre alcuni giorni di silenzio e di riflessione tra i monaci per verificare la sua vocazione al sacerdozio, prima di entrare nel seminario diocesano.
Il programma di domenica avrà inizio alle ore 10, con il ritrovo alla baita degli alpini, dopo "L'Assalto al San Genesio". Seguirà la cerimonia dell'alzabandiera. La Messa sarà celebrata da padre Antonio Bonanomi, con i canti del Coro Alpino dell'Adda. Nel pomeriggio, dopo il rancio alpino, la festa continuerà con giochi vari e momenti musicali. Il gruppo alpini del Campanone della Brianza, organizzatore della festa sulla vetta del San Genesio, invita i partecipanti a raggiungere la località a piedi, per evidenti motivi di sicurezza. Si potrà parcheggiare negli spazi a disposizione in frazione Giovenzana.
