Lecco: al via i lavori di messa in sicurezza di Villa Ponchielli, da anni regna il degrado
Lunedì è stato affidato il cantiere per le messa in sicurezza di Villa Ponchielli a Maggianico: partirà dunque a breve la sistemazione della storica dimora lecchese, un gioiello tanto bello quanto - purtroppo - trasandato.
Oggi la villa lascia solo immaginare i fasti di un tempo, quando ospitava il celebre scrittore cremonese Amilcare Ponchielli.
Il parco un tempo curato è ora abbandonato a se stesso, tra erbacce, rovi e alberi che nascondo alla vista la residenza che a sua volta, purtroppo, non se la passa meglio.
Tra le fronde, guardando da corso Bergamo oltre il grande muro di cinta, si intravedono le crepe, muri scalcinati, serramenti arrugginiti, macchie di umidità, finestre aperte.
Fu progettata dal celebre architetto lecchese Attilio Bolla, autore anche della monumentale ed adiacente villa Gomes e dell'ala umbertina aggiunta al Teatro della Società nel 1884.
La realizzazione della Villa fu voluta dal noto compositore cremonese Amilcare Ponchielli che giunse a Lecco nel 1876, in occasione del suo viaggio di nozze con la soprano Teresa Brambilla. Nella città lecchese l'artista amava a tal punto frequentare i salotti degli scapigliati di Maggianico da volere una residenza dove trascorrervi le vacanze estive e autunnali.
Villa Ponchielli ha un volume complessivo di 400 metri quadri con annesso un parco di oltre 20 mila metri quadrati che si sviluppa in direzione del lago. Un giardino persino più grande di quello della vicina Villa Gomes, altro ritrovo di scapigliati e intellettuali durante l'800, anch'essa progettata dall'architetto Botta e anch'essa voluta da un compositore, il brasiliano Carlo Gomes che giunge in Italia dopo aver vinto una borsa di studio per il Conservatorio di Milano. Le dimore divennero così vivaci salotti culturali e musicali, dove si incontravano anche Antonio Ghislanzoni ed Enrico Petrella.
Passata in anni lontani ai Gerosa Crotta, facoltosa famiglia lecchese, la villa è poi stata lasciata in eredità agli Istituti Airoldi e Muzzi e infine è divenuta di proprietà comunale.
Sul cancello è invece rimasto un altro "avviso pubblico", ben più moderno e di diversa natura: è l'ordinanza, ormai sbiadita dalle piogge, dell'agosto 2014 con cui il sindaco Virginio Brivio ha vietato l'accesso ai 2 parchi di Maggianico a causa dei crolli di diverse piante in seguito alla ben nota tromba d'aria che devastò la zona due estati fa, miracolosamente senza causare vittime ne' feriti.
Proprio un grande faggio del parco Ponchielli non aveva retto alla forza del vento, venendo sradicato e crollando sul cortile di un'abitazione privata di via Rossini, distruggendo 2 auto ed evitando solo per una fortunata casualità la casa, e quindi una sicura tragedia.
Due scritte posizionate a distanza di 80 anni che raccontano più di mille altre parole la triste parabola dello splendido edificio, la sua decadenza nel corso degli anni. Da ritrovo di grandi compositori a dormitorio per sbandati e senzatetto che in passato sono stati visti pernottare tra gli antichi locali in stile liberty.
Un primo step per evitare anzitutto che la villa subisca ulteriori danni o crolli.
L'intervento è stato affidato alla Engeco s.r.l. - ditta di Milano ma con sede operativa a Nibionno - che si è aggiudicata la gara con un offerta di circa 245.000 euro.
"In particolare è prevista la sistemazione del tetto e dei sottotetti e il ripristino dei balconi, delle grondaie e degli infissi" ha spiegato l'assessore Corrado Valsecchi. "Dureranno fino al 19 maggio 2017 e serviranno a mettere in sicurezza l'edificio. Qualche intervento di manutenzione riguarderà anche il grande parco, che oggi è comunque già stato messo in sicurezza".
Presto operai e muratori metteranno mano a Villa Ponchielli.
Ma la vera scommessa rimane quella di vedere i cancelli di nuovo aperti, a tutti i lecchesi.
Negli anni sono state avanzate tante ipotesi, tra cui anche la creazione di un Museo della Scapigliatura, ma che finora sono sempre rimaste solo delle idee.
Oggi la villa lascia solo immaginare i fasti di un tempo, quando ospitava il celebre scrittore cremonese Amilcare Ponchielli.
Il parco un tempo curato è ora abbandonato a se stesso, tra erbacce, rovi e alberi che nascondo alla vista la residenza che a sua volta, purtroppo, non se la passa meglio.
Tra le fronde, guardando da corso Bergamo oltre il grande muro di cinta, si intravedono le crepe, muri scalcinati, serramenti arrugginiti, macchie di umidità, finestre aperte.
Villa Ponchielli vista da Corso Bergamo
Eppure si tratta davvero di un tesoro di tutta la città, che meriterebbe ben altra sorte.Fu progettata dal celebre architetto lecchese Attilio Bolla, autore anche della monumentale ed adiacente villa Gomes e dell'ala umbertina aggiunta al Teatro della Società nel 1884.
La realizzazione della Villa fu voluta dal noto compositore cremonese Amilcare Ponchielli che giunse a Lecco nel 1876, in occasione del suo viaggio di nozze con la soprano Teresa Brambilla. Nella città lecchese l'artista amava a tal punto frequentare i salotti degli scapigliati di Maggianico da volere una residenza dove trascorrervi le vacanze estive e autunnali.
Villa Ponchielli ha un volume complessivo di 400 metri quadri con annesso un parco di oltre 20 mila metri quadrati che si sviluppa in direzione del lago. Un giardino persino più grande di quello della vicina Villa Gomes, altro ritrovo di scapigliati e intellettuali durante l'800, anch'essa progettata dall'architetto Botta e anch'essa voluta da un compositore, il brasiliano Carlo Gomes che giunge in Italia dopo aver vinto una borsa di studio per il Conservatorio di Milano. Le dimore divennero così vivaci salotti culturali e musicali, dove si incontravano anche Antonio Ghislanzoni ed Enrico Petrella.
Passata in anni lontani ai Gerosa Crotta, facoltosa famiglia lecchese, la villa è poi stata lasciata in eredità agli Istituti Airoldi e Muzzi e infine è divenuta di proprietà comunale.
La targa posizionata nel 1934
L’ordinanza del sindaco appesa da 2 anni al cancello
Come ricorda una targa posizionata nel 1934 sul muraglione esterno della villa che porta il suo nome: "Qui Amilcare Ponchielli, schietto genio italiano, l'onda purissima di armonie ineffabili trasfuse nelle opere che alla posterità ammirata il glorioso nome ne consacrarono".Sul cancello è invece rimasto un altro "avviso pubblico", ben più moderno e di diversa natura: è l'ordinanza, ormai sbiadita dalle piogge, dell'agosto 2014 con cui il sindaco Virginio Brivio ha vietato l'accesso ai 2 parchi di Maggianico a causa dei crolli di diverse piante in seguito alla ben nota tromba d'aria che devastò la zona due estati fa, miracolosamente senza causare vittime ne' feriti.
Proprio un grande faggio del parco Ponchielli non aveva retto alla forza del vento, venendo sradicato e crollando sul cortile di un'abitazione privata di via Rossini, distruggendo 2 auto ed evitando solo per una fortunata casualità la casa, e quindi una sicura tragedia.
Due scritte posizionate a distanza di 80 anni che raccontano più di mille altre parole la triste parabola dello splendido edificio, la sua decadenza nel corso degli anni. Da ritrovo di grandi compositori a dormitorio per sbandati e senzatetto che in passato sono stati visti pernottare tra gli antichi locali in stile liberty.
La villa in una foto d’epoca
Oggi, nel 2016, finalmente il Comune ha mosso i primi passi per la riqualificazione della struttura.Un primo step per evitare anzitutto che la villa subisca ulteriori danni o crolli.
L'intervento è stato affidato alla Engeco s.r.l. - ditta di Milano ma con sede operativa a Nibionno - che si è aggiudicata la gara con un offerta di circa 245.000 euro.
"In particolare è prevista la sistemazione del tetto e dei sottotetti e il ripristino dei balconi, delle grondaie e degli infissi" ha spiegato l'assessore Corrado Valsecchi. "Dureranno fino al 19 maggio 2017 e serviranno a mettere in sicurezza l'edificio. Qualche intervento di manutenzione riguarderà anche il grande parco, che oggi è comunque già stato messo in sicurezza".
Presto operai e muratori metteranno mano a Villa Ponchielli.
Ma la vera scommessa rimane quella di vedere i cancelli di nuovo aperti, a tutti i lecchesi.
Negli anni sono state avanzate tante ipotesi, tra cui anche la creazione di un Museo della Scapigliatura, ma che finora sono sempre rimaste solo delle idee.
P.V.