Parini, lezioni pomeridiane: genitori e studenti contro. ''Scelta scellerata, morte sociale dei giovani''

I ragazzi che frequenteranno, dal prossimo 19 settembre, l’Istituto Parini di Lecco si troveranno ad affrontare un anno “da incubo”, a causa di decisioni che ne decreteranno la “morte sociale”, dovuta all’obbligo per alcuni di loro (le quarte e le quinte) di andare a scuola il pomeriggio per consentire i lavori di riqualificazione di alcuni soffitti a rischio sfondellamento.
La denuncia, accorata e ricca di argomentazioni, arriva da una mamma di Bellano, che come tanti altri genitori si è trovata suo malgrado direttamente coinvolta (al pari della figlia) nella “intricata situazione” (come lei stessa l’ha definita) dell’istituto lecchese.

In una lunga lettera inviata al presidente della Provincia Flavio Polano, il consigliere provinciale Marinella Maldini, il Prefetto Liliana Baccari, il dirigente scolastico Carlo Cazzaniga, oltre a Vigili del fuoco e rappresentanti delle istituzioni scolastiche e comitato genitori, la donna chiede di trovare una soluzione alternativa a quella prospettata del “doppio turno” di frequentazione, appoggiandosi piuttosto ad altri istituti. “Il problema non è stato risolto, lo avete preso e scaricato sui ragazzi, sulle loro famiglie e sui lavoratori (docenti e ATA) che lavorano a scuola” è l’accusa della mamma bellanese.
Un punto di vista condiviso in un'altra missiva diffusa dal Comitato genitori, a firma di alcuni studenti, in cui vengono espressi i disagi che potrebbero derivare dallo stravolgimento della loro routine quotidiana.
Tra i maggiori c’è quello relativo al trasporto. La Provincia ha garantito di provvedere al ritorno a casa degli studenti,  ma non manca la preoccupazione per coloro che dovranno affrontare il viaggio in autobus (e treno) la sera. Il rendimento scolastico potrebbe risentirne, e soprattutto per i ragazzi di quinta che devono affrontare la maturità (e frequentare il pomeriggio) questo potrebbe avere conseguenze negative. Il prezzo da pagare sarà inoltre in termini di tempo libero condiviso con i coetanei e i propri cari, o dedicato ad attività sportive e impegni extrascolastici.
“Ci sono ragazzi che praticano sport anche a livello agonistico, altri che frequentano associazioni, fanno musica o volontariato, altri ancora l’oratorio del paese. Fine di tutto questo. Fine dei crediti scolastici. Fine dei sogni. Fine. Ripeto e sottolineo, morte sociale” è il significativo inciso a firma della mamma di Bellano, che non ha esitato a definire “scelta scellerata” la decisione intrapresa.
Da parte sua e dei ragazzi del Parini una sola è la richiesta: evitare i doppi turni, spostando se necessario gli studenti in altre scuole.

Per leggere la lettera della mamma di Bellano clicca qui

Questa è la lettera dei ragazzi:
Egr. Sig. Prefetto     Dott.ssa Liliana Baccari
Egr. Sig. Preside IISS Parini Lecco Prof. Carlo Cazzaniga
Egr. Presidente della Provincia di Lecco - dott. Flavio Polano
Egr. Sindaco del Comune di Lecco    -    dott. Brivio
Al Comitato Genitori dell'IISS Parini Lecco
Al Consiglio d'Istituto dell'IISS Parini Lecco
Alla Consulta degli studenti di Lecco
Ai Rappresentanti d'Istituto degli Studenti dell'IISS Parini di Lecco

Oggetto: Problemi inizio anno scolastico 2016 / 2017

Essendo nota la grave situazione che si presenta nell'Istituto d'istruzione superiore statale G. Parini vorremmo evidenziare alcuni disguidi che si presenterebbero nel caso in cui si decidesse di intraprendere la strada del "doppio turno". Gli studenti soprattutto delle superiori che sono abituati da ormai più di dieci anni a una "routine" scolastica, costituita dalla frequenza delle lezioni al mattino, lo studio pomeridiano e la pratica di attività sportive, volontariato e la presenza di impegni (quale tipico esempio il dentista, le ripetizioni che vengono effettuate da persone che normalmente frequentano le università la mattina,...), avrebbero difficoltà a iniziare un diverso tipo di vita. Infatti se si dovesse attuare questo metodo ci sarebbero molte conseguenze:
-gli studenti che abitano fuori città rientrerebbero da scuola molto tardi la sera, con disagi nel cenare, che causerebbero uno scarso riposo perché la mattina si dovrebbero alzare presto per studiare quanto fatto durante le lezioni del giorno precedente;
-nel pomeriggio molti ragazzi non riuscirebbero a frequentare le attività ludiche che seguirebbero normalmente o ad incontrare altre persone nel tempo libero (difatti gli amici andrebbero a scuola la mattina e non ci sarebbe modo di vederli);
-dal punto di vista familiare, si cambierebbero i rapporti, perché i figli non vedrebbero i propri genitori che lavorano la mattina e si creerebbe un distacco tra loro;
-la stanchezza  che aumenterebbe poiché, studiando la mattina mancherebbe il momento di riposo prima dell'inizio delle lezioni. Anche negli anni precedenti molti professori si lamentavano del fatto che gli studenti seguivano con scarsa attenzione le ultime ore della giornata; andando a scuola il pomeriggio il livello di attenzione sarebbe minore, con ripercussioni sul rendimento scolastico;
-la sera i trasporti sarebbero meno frequentati da studenti e lavoratori, quindi aumenterebbe il rischio di furti, aggressioni e episodi di violenza;
-i ragazzi che frequenteranno la quinta, saranno quelli maggiormente in difficoltà in quanto l'andamento scolastico subirebbe un calo con conseguenze sulla diminuzione dei "crediti" e il livello di preparazione alla maturità e di conseguenza ai test di ammissione all'università per quelli che intendono proseguire gli studi;
-molti studenti vista la grave situazione prospettata, stanno decidendo di cambiare scuola, con conseguente minor entrata di fondi per i vari bisogni scolastici e l'eventuale calo di numeri potrebbe comportare l'assemblamento di alcune classi.
Sapendo che alcune scuole (esempio Badoni e Politecnico) hanno a disposizione delle aule libere, ci chiediamo perché non sia possibile usufruirne per evitare la frequenza delle lezioni pomeridiane e ovviare ai problemi sopra elencati. Se ciò che ci ostacola non ci viene riferito, non possiamo aiutare in nessun modo, quindi chiediamo di avere risposte più specifiche per poter essere utili in qualche modo.
Nella speranza che questa lettera non sia inutile, noi porgiamo i nostri saluti in attesa di maggiori informazioni e risposte.

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