Calolziocorte: piccolo 'tour cittadino' alla ricerca dei lavatoi, tracce di Storia 'non troppo lontana' e della sua quotidianità
Si possono trovare ancora, negli angoli delle strade, tra le strette vie dei nuclei storici delle frazioni, nascosti tra le corti e le cascine rimaste su tutto il territorio.
Stiamo parlando dei lavatoi, veri e propri monumenti simbolo di un passato non cosi lontano ma troppo spesso dimenticato e sottovalutato.
Un tempo luoghi di socialità, centro di ritrovo per le massaie che qui faticavano, giorno dopo giorno, anche con la pioggia e con la neve, oggi resistono non senza difficoltà all'incuria, all'abbandono, all'indifferenza e anche al rischio di abbattimento, come capitato diverse volte, sacrificati in nome del moderno per far spazio a palazzine, condomini, strade e supermercati.
Abbiamo fatto per questo un piccolo tour tutto calolziese alla scoperta di quelle strutture ancora oggi visibili, senza pretesa di esaustività (se ne abbiamo dimenticato qualcuno, la segnalazione sarà ben gradita). Alcune sono completamente dimenticate e diroccate, altre invece ben conservate dai cittadini che vogliono portare avanti i ricordi delle parole, dei pettegolezzi, dei volti, delle grandi e piccole imprese, dei cambiamenti e di tutte quelle storie che i vecchi muri e le vasche continuano a raccontare.
Per questo abbiamo deciso di iniziare il nostro "viaggio" lungo i ruscelli calolziesi dall'alto, e in particolare dalla frazione collinare di Sopracornola (610 m s.l.m), dove troviamo un bell'esempio di recupero e conservazione delle tradizioni popolari.
Da anni qui un piccolo lavatoio giaceva completamente dimenticato, quasi invisibile sotto ai rovi e alle erbacce che lo coprivano completamente.
Non è stato cosi fortunato invece il lavello di via Laurenziana a Lorentino, che giace dimenticato e con diverse erbacce a bordo strada.
Poco distante, è presente anche nel piccolo abitato di Moioli un lavatoio che ci ricorda come un tempo ogni frazione, ogni piccolo gruppo di case, aveva il suo fontanile intorno al quale girava la vita quotidiana degli abitanti e delle loro bestie che potevano trovare acqua potabile necessaria.
Ci spostiamo adesso a Rossino, frazione con un importante passato medievale testimoniato dal castello e dalla preziosissima chiesetta di San Lorenzo.
Qui sono ben 3 i fontanili che rimangono ancora intatti: in via al Castello, proprio a due passi dalla rocca, in via Don Minzoni (nei pressi del tornante prima della svolta per Erve) e in via Grigne.
Proprio nei pressi di questi ultimi due si trovano ancora 2 piccole cappelle votive, che ancora oggi vengono pulite e curate dai residenti: un modo anche questo per conservare viva la memoria delle tradizioni, delle abitudini, degli usi che per secoli hanno governato la vita dei nostri "bisnonni".
E' un piacere riposarsi un poco al lavatoio di via Grigne, uno dei pochi dove l'acqua continua a scorrere contando con il suo continuo rumorio il passare dei minuti da chissà quanti secoli, e tornare ad immaginare la val San Martino che ormai non c'è più fatta di campi, vigne, boschi, piccole frazioni con i cascinali in pietra affacciate ad osservare l'Adda che scorre lento, senza il traffico, i capannoni e i condomini che tanto hanno rovinato (ops, "cambiato"...) il panorama...
Scendiamo ora in direzione Sala, con una piccola sosta in via Mandamentale all'altezza del lavatoio di Premerlano dove scattiamo qualche foto, notando sul muro una brutta e sbiadita scritta "W Milan".
Questo lavatoio, completamente abbandonato, un tempo serviva alle famiglie che vivevano nella vicina corte e lungo ha rappresentato l'unica fonte di acqua potabile, che qui è arrivata solo dopo il boom economico.
Oggi nel casolare vivono solo i due anziani fratelli Maria e Battista Valsecchi, nati e cresciuti qui, dove hanno sempre coltivato i campi circostanti ed allevato bestie, come mucche, maiali e animali da cortile.
Pian piano ci stiamo avvicinando al centro di Calolzio.
Qui troviamo il lavatoio di via Don Carlo Rosa segnato da graffiti e murales, che durante l'avvento diventa una location d'eccezione per il presepe realizzato da alcuni volontari e a Casale solo la struttura esterna del fontanile che si trovava un tempo.
Anche questa piccola tettoia torna a vivere purtroppo solo per poche ore all'anno, durante la tradizionale Fiera di Pomm nella quale gli alpini calolziesi offrono mele, castagne e vin brulè.
Concludiamo, nostro malgrado, il piccolo giro alla scoperta di questi veri e propri tesori del patrimonio storico di Calolziocorte in via Buliga, dove scorre - interrato sotto l'asfalto della strada - l'omonimo torrente.
Stiamo parlando dei lavatoi, veri e propri monumenti simbolo di un passato non cosi lontano ma troppo spesso dimenticato e sottovalutato.
Un tempo luoghi di socialità, centro di ritrovo per le massaie che qui faticavano, giorno dopo giorno, anche con la pioggia e con la neve, oggi resistono non senza difficoltà all'incuria, all'abbandono, all'indifferenza e anche al rischio di abbattimento, come capitato diverse volte, sacrificati in nome del moderno per far spazio a palazzine, condomini, strade e supermercati.
Abbiamo fatto per questo un piccolo tour tutto calolziese alla scoperta di quelle strutture ancora oggi visibili, senza pretesa di esaustività (se ne abbiamo dimenticato qualcuno, la segnalazione sarà ben gradita). Alcune sono completamente dimenticate e diroccate, altre invece ben conservate dai cittadini che vogliono portare avanti i ricordi delle parole, dei pettegolezzi, dei volti, delle grandi e piccole imprese, dei cambiamenti e di tutte quelle storie che i vecchi muri e le vasche continuano a raccontare.
Per questo abbiamo deciso di iniziare il nostro "viaggio" lungo i ruscelli calolziesi dall'alto, e in particolare dalla frazione collinare di Sopracornola (610 m s.l.m), dove troviamo un bell'esempio di recupero e conservazione delle tradizioni popolari.
Da anni qui un piccolo lavatoio giaceva completamente dimenticato, quasi invisibile sotto ai rovi e alle erbacce che lo coprivano completamente.
Sopracornola, prima e dopo
Lo scorso luglio sei volontari dell'associazione A.C.T. (Amici volontari per Calolziocorte città turistica), aiutati da tre residenti, hanno riportato alla luce un manufatto con quattro vasche e hanno posizionato anche una piccola panchina per potersi riposare.Non è stato cosi fortunato invece il lavello di via Laurenziana a Lorentino, che giace dimenticato e con diverse erbacce a bordo strada.
Lorentino
Poco distante, è presente anche nel piccolo abitato di Moioli un lavatoio che ci ricorda come un tempo ogni frazione, ogni piccolo gruppo di case, aveva il suo fontanile intorno al quale girava la vita quotidiana degli abitanti e delle loro bestie che potevano trovare acqua potabile necessaria.
Moioli
Ci spostiamo adesso a Rossino, frazione con un importante passato medievale testimoniato dal castello e dalla preziosissima chiesetta di San Lorenzo.
Qui sono ben 3 i fontanili che rimangono ancora intatti: in via al Castello, proprio a due passi dalla rocca, in via Don Minzoni (nei pressi del tornante prima della svolta per Erve) e in via Grigne.
Proprio nei pressi di questi ultimi due si trovano ancora 2 piccole cappelle votive, che ancora oggi vengono pulite e curate dai residenti: un modo anche questo per conservare viva la memoria delle tradizioni, delle abitudini, degli usi che per secoli hanno governato la vita dei nostri "bisnonni".
Rossino
E' un piacere riposarsi un poco al lavatoio di via Grigne, uno dei pochi dove l'acqua continua a scorrere contando con il suo continuo rumorio il passare dei minuti da chissà quanti secoli, e tornare ad immaginare la val San Martino che ormai non c'è più fatta di campi, vigne, boschi, piccole frazioni con i cascinali in pietra affacciate ad osservare l'Adda che scorre lento, senza il traffico, i capannoni e i condomini che tanto hanno rovinato (ops, "cambiato"...) il panorama...
Scendiamo ora in direzione Sala, con una piccola sosta in via Mandamentale all'altezza del lavatoio di Premerlano dove scattiamo qualche foto, notando sul muro una brutta e sbiadita scritta "W Milan".
Premerlano
A Sala, anche grazie ai preziosi suggerimenti di alcuni residenti con qualche primavera in più sulle spalle, scopriamo attraversando il piccolo ponte del torrente in località Cantelli un antico fontanile, sconosciuto ai più, nascosto tra i sentieri a ridosso del bosco.Questo lavatoio, completamente abbandonato, un tempo serviva alle famiglie che vivevano nella vicina corte e lungo ha rappresentato l'unica fonte di acqua potabile, che qui è arrivata solo dopo il boom economico.
Località Cantelli
Oggi nel casolare vivono solo i due anziani fratelli Maria e Battista Valsecchi, nati e cresciuti qui, dove hanno sempre coltivato i campi circostanti ed allevato bestie, come mucche, maiali e animali da cortile.
Pian piano ci stiamo avvicinando al centro di Calolzio.
Qui troviamo il lavatoio di via Don Carlo Rosa segnato da graffiti e murales, che durante l'avvento diventa una location d'eccezione per il presepe realizzato da alcuni volontari e a Casale solo la struttura esterna del fontanile che si trovava un tempo.
Via Don Carlo Rosa
Anche questa piccola tettoia torna a vivere purtroppo solo per poche ore all'anno, durante la tradizionale Fiera di Pomm nella quale gli alpini calolziesi offrono mele, castagne e vin brulè.
Località Casale
Concludiamo, nostro malgrado, il piccolo giro alla scoperta di questi veri e propri tesori del patrimonio storico di Calolziocorte in via Buliga, dove scorre - interrato sotto l'asfalto della strada - l'omonimo torrente.
La nuova fontana di via Buliga
Qui, al posto della anonima fontana circolare in ferro, sorgeva fino a pochi anni fa un bel lavatoio, che ha accompagnato a lungo la vita quotidiana dei calolziesi, fino a che non è stato abbattuto per fare spazio a una palazzina, uguale a tutte le altre. Un piccolo e silenzioso tassello di Storia che è andato distrutto per sempre...
Paolo Valsecchi