Calolzio: ''Questa vita non è la mia'', libro d’esordio della giovane 24enne Elly Bennet
Parla di abbandono, bullismo, anoressia e dipendenze il primo libro pubblicato dalla giovane scrittrice calolziese Elly Bennet (pseudonimo di Benedetta Castelli) dal titolo "Questa vita non è la mia".
La protagonista del romanzo è infatti una giovane che si sente abbandonata, che vive una vita difficile e di disagio, che non riesce ad accettarsi ("più mi guardavo allo specchio e più provavo orrore per ciò che vedevo" si legge nel libro, scritto in prima persona) e che compie diversi errori dovendo fare i conti con questo "stupido, inutile e banale mondo", con una società "che mi aveva insegnato che bello è magro".
Ma che alla fine riesce a cambiare, a risollevarsi, torna a vedere il futuro di fronte a sé.
"Non è un libro autobiografico ma per scriverlo ho approfondito le dure tematiche - dure ma purtroppo attuali - che vengono trattate nel romanzo" ha spiegato Elly durante la presentazione della sua opera, andata in scena venerdì sera nella bella cornice del monastero del Lavello. "I personaggi non hanno nome perché ho voluto dare voce agli invisibili, a chi la voce generalmente non ce l'ha. E' anche privo di una ambientazione vera e propria: il lettore è disorientato, proprio come lo è la protagonista. E' un racconto molto crudo, pensato per i giovani cui vuole dire che c'è sempre una via d'uscita. Ma può essere letto anche dai "grandi" per fare capire loro come vivono i ragazzi. Racconto una vita al limite, ma si fanno domande sulla vita e sulla società che accomunano tutte le persone".
L'idea di scrivere questo romanzo è nata già diversi anni fa, quando Elly/Benedetta (che oggi ha 24 anni) studiava al liceo Artistico. "L'ho poi abbandonato in un cassetto e solo negli ultimi anni ho sentito la voglia di ritornare a scriverlo, ripartendo quasi da capo. Il libro è cresciuto insieme a me. Quando ho ricevuto la telefonata dalla casa editrice che mi comunicava di volerlo pubblicare ero euforica, non ci potevo credere perché è stato davvero un sogno che si è realizzato".
In tantissimi hanno voluto essere presenti alla presentazione del volume, tanto che il salone delle conferenze del monastero non è riuscito nemmeno a contenere tutto il pubblico. Non mancava nemmeno suor Marta, la maestra delle elementari di Benedetta: "Devo ringraziare lei e tutti gli insegnati che mi hanno appoggiato, che mi hanno spinto a coltivare le mie passoni".
"L'opera Benedetta - ha sottolineato il presidente della Fondazione Lavello, Nevio Lo Martire - riesce a entrare dentro di noi e a turbarci toccando la nostra intimità. Ma ci anche vedere che esiste sempre una via d'uscita".
"Questa vita non è la mia" è pubblicato da Altromondo editore. Per saperne di più è possibile consultare la pagina Facebook di Elly Bennet: https://www.facebook.com/scrittrice92/?fref=ts
"Nel libro si parla anche di amore e di amicizia. Dopo aver commesso alcuni sbagli, la protagonista riesce a diventare l'eroe di sé stessa. Spero che questo accada anche nelle vite di chi legge il mio romanzo. E spero di poter emozionare come io mi sono emozionata durante la scrittura" ha concluso l'autrice.
Elly Bennet
E' un'opera che vuole denunciare e fare riflettere, raccontando le difficoltà che possono abbattersi sulla vita di una giovane ragazza. Un racconto duro e esplicito per arrivare dritto al cuore del lettore, che non può rimanere indifferente.La protagonista del romanzo è infatti una giovane che si sente abbandonata, che vive una vita difficile e di disagio, che non riesce ad accettarsi ("più mi guardavo allo specchio e più provavo orrore per ciò che vedevo" si legge nel libro, scritto in prima persona) e che compie diversi errori dovendo fare i conti con questo "stupido, inutile e banale mondo", con una società "che mi aveva insegnato che bello è magro".
Ma che alla fine riesce a cambiare, a risollevarsi, torna a vedere il futuro di fronte a sé.
Elly Bennet (Benedetta Castelli) con Nevio Lo Martire
"Non è un libro autobiografico ma per scriverlo ho approfondito le dure tematiche - dure ma purtroppo attuali - che vengono trattate nel romanzo" ha spiegato Elly durante la presentazione della sua opera, andata in scena venerdì sera nella bella cornice del monastero del Lavello. "I personaggi non hanno nome perché ho voluto dare voce agli invisibili, a chi la voce generalmente non ce l'ha. E' anche privo di una ambientazione vera e propria: il lettore è disorientato, proprio come lo è la protagonista. E' un racconto molto crudo, pensato per i giovani cui vuole dire che c'è sempre una via d'uscita. Ma può essere letto anche dai "grandi" per fare capire loro come vivono i ragazzi. Racconto una vita al limite, ma si fanno domande sulla vita e sulla società che accomunano tutte le persone".
L'idea di scrivere questo romanzo è nata già diversi anni fa, quando Elly/Benedetta (che oggi ha 24 anni) studiava al liceo Artistico. "L'ho poi abbandonato in un cassetto e solo negli ultimi anni ho sentito la voglia di ritornare a scriverlo, ripartendo quasi da capo. Il libro è cresciuto insieme a me. Quando ho ricevuto la telefonata dalla casa editrice che mi comunicava di volerlo pubblicare ero euforica, non ci potevo credere perché è stato davvero un sogno che si è realizzato".
In tantissimi hanno voluto essere presenti alla presentazione del volume, tanto che il salone delle conferenze del monastero non è riuscito nemmeno a contenere tutto il pubblico. Non mancava nemmeno suor Marta, la maestra delle elementari di Benedetta: "Devo ringraziare lei e tutti gli insegnati che mi hanno appoggiato, che mi hanno spinto a coltivare le mie passoni".
"L'opera Benedetta - ha sottolineato il presidente della Fondazione Lavello, Nevio Lo Martire - riesce a entrare dentro di noi e a turbarci toccando la nostra intimità. Ma ci anche vedere che esiste sempre una via d'uscita".
"Questa vita non è la mia" è pubblicato da Altromondo editore. Per saperne di più è possibile consultare la pagina Facebook di Elly Bennet: https://www.facebook.com/scrittrice92/?fref=ts
"Nel libro si parla anche di amore e di amicizia. Dopo aver commesso alcuni sbagli, la protagonista riesce a diventare l'eroe di sé stessa. Spero che questo accada anche nelle vite di chi legge il mio romanzo. E spero di poter emozionare come io mi sono emozionata durante la scrittura" ha concluso l'autrice.
Paolo Valsecchi