Lecco: si scaldano gli animi di fronte all’ipotesi di un trasferimento dei ‘Geometri’ dell’Istituto Bovara, i genitori non ci stanno

È stato un incontro dai toni decisamente accesi quello andato in scena nella mattinata di oggi, sabato 19 novembre, nell'aula magna del Liceo Artistico Medardo Rosso di Lecco: tema dell'assemblea - organizzata dai genitori del consiglio d'istituto del Bovara - il possibile trasferimento degli oltre 200 studenti dell'indirizzo CAT (Costruzione Ambiente e Territorio, ex "Geometri") nella sede del Manzoni in via Ghislanzoni, di proprietà comunale e attualmente occupata dai "colleghi" del Liceo Classico.

I rappresentanti dei genitori del consiglio d’istituto del Bovara

Il clima è ancora di grande incertezza: nessuno sembra avere risposte concrete alle tante domande dei genitori, ma soprattutto degli stessi studenti dello storico Istituto Tecnico Bovara, che soltanto una settimana fa avevano scelto di esprimersi pubblicamente - attraverso le nostre pagine - nel tentativo di modificare una situazione piuttosto complessa, che sembrava già segnata. E l'incontro di questa mattina - purtroppo - non ha smentito le loro preoccupazioni.

Roberto Panzeri, dirigente del settore istruzione della Provincia di Lecco e Carlo Cazzaniga, dirigente scolastico dell’Istituto Bovara

"Si tratta di una decisione presa da tempo da parte del Comitato tecnico-scientifico, e condivisa con l'Ufficio scolastico provinciale e il Comune di Lecco" ha commentato Marinella Maldini, consigliere provinciale con delega all'edilizia scolastica, presente all'assemblea insieme a Roberto Panzeri, dirigente del settore istruzione del medesimo ente. "L'obiettivo è quello di unificare i due indirizzi del Liceo Manzoni (Classico e Linguistico, quest'ultimo attualmente stanziato proprio nella sede del Bovara) in un unico edificio, a partire dal prossimo anno scolastico. Gli spazi in via Ghislanzoni sono di proprietà comunale: una parte di questi sono nella disponibilità della Provincia a seguito di una convenzione Stato-Regione datata 1996; i restanti, invece, sono in affitto, e a breve dovranno essere restituiti all'Amministrazione, cosa che ci costringe - per una questione di numeri - a trasferire gli studenti del Liceo Classico nell'attuale sede del Bovara, in via XI febbraio, dove tra l'altro sono stanziati anche i loro "cugini" del Linguistico. Per forza di cose, quindi, l'edificio di via Ghislanzoni sarebbe destinato proprio agli studenti dell'indirizzo CAT".

Ernesto Baragetti, rappresentante del Collegio dei Geometri di Lecco e Marinella Maldini, consigliere provinciale con delega all'Istruzione

I genitori dei giovani "geometri", però, non ci stanno. "State smantellando un Istituto storico della città di Lecco, questo trasferimento sarebbe un colpo mortale per il Bovara" hanno affermato questi ultimi, appoggiati anche da alcuni insegnanti, tra cui lo storico Prof. Macaccaro. "Il nostro edificio è stato costruito più di 30 anni fa per ospitare una scuola di indirizzo tecnico, dotata di appositi spazi e di strumentazioni speciali. La scelta più sensata sarebbe quella di lasciare le cose come stanno, in attesa di tempi migliori: non è un segreto, del resto, che la Provincia di Lecco non ha le disponibilità economiche per poter modificare l'edificio di via Ghislanzoni secondo le necessità dei nostri studenti. Anche in virtù di quanto successo all'Istituto Parini, sarebbe opportuno limitare ulteriori danni, e ragionare insieme, democraticamente, in vista di una progettualità condivisa, basata soprattutto su una corretta valutazione delle risorse disponibili: finora niente di tutto ciò è stato fatto, e ci sembra assurdo, evidentemente manca una seria programmazione. Perché noi genitori non siamo stati messi al corrente per tempo dell'ipotesi di un possibile trasferimento? Naturalmente durante gli open-day nessuno ne ha mai fatto parola, sebbene - a quanto pare - tutto fosse già stato deciso".

Manlio Fortuna, rappresentante della componente genitori del consiglio d’istituto e il Prof. Macaccaro

L'incontro di questa mattina, peraltro, si era aperto con l'illustrazione - da parte di Manlio Fortuna, rappresentante della componente genitori del consiglio d'istituto - di una terza possibilità per il futuro del Bovara, sempre con l'obiettivo primario di evitare l'ipotesi di un "pericoloso" trasloco. "Già lo scorso aprile si era parlato della necessità di trovare una nuova "casa" per i nostri figli, e la vicenda aveva riscosso l'interesse anche del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati di Lecco" ha spiegato quest'ultimo, con il sostegno di Ernesto Baragetti, rappresentante dell'ente. "In una prospettiva più ampia, a medio-lungo termine, il CNGeGL ha messo in tavola una proposta davvero interessante, ovvero quella di trasferire gli studenti del Bovara nell'edificio di via Amendola che ospita attualmente la Primaria De Amicis, i cui alunni potrebbero essere inseriti negli spazi di via Ghislanzoni, costituendo così un vero e proprio Istituto Comprensivo composto da Scuola dell'Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado: non si tratta di un'idea banale, nella misura in cui la De Amicis confina con l'area del Politecnico, con il quale sarebbe naturale poter finalmente intraprendere una collaborazione concreta, e realizzare quello che potrebbe essere definito un Campus Tecnologico, nella prospettiva di dare vita a un percorso di studi che può sfociare gradualmente nell'ambiente universitario". "Si tratterebbe, naturalmente, di un progetto a lungo termine, che richiederebbe un necessario confronto con diversi enti del territorio" ha aggiunto Ernesto Baragetti. "Forse, quindi, non sarebbe male iniziare da subito un serio dialogo per capire le effettive potenzialità di un simile progetto".

Quest'ultima proposta, tuttavia, nonostante l'almeno apparente approvazione di studenti e genitori, non sembra realmente concretizzabile. "Questa possibilità è già stata scartata da tempo, la De Amicis non è adatta ad ospitare una scuola superiore" ha replicato Roberto Panzeri. "Si tratta di un edificio pensato "in piccolo", le cui metrature non possono essere in nessun modo modificate, soprattutto in virtù del "controllo" della soprintendenza delle Belle Arti". Insomma, per citare Tomasi di Lampedusa, autore de "Il Gattopardo", "Tutto deve rimanere com'è, se vogliamo che tutto cambi"...

Ernesto Baragetti e Marinella Maldini

"La nostra preoccupazione non risiede tanto nel trasferimento in sé, quanto piuttosto nello spostamento dei nostri figli in una struttura del tutto inadeguata alle loro esigenze didattiche" hanno proseguito alcuni genitori presenti nell'aula magna del Medardo Rosso, spalleggiati, questa volta, dall'insegnante Assunta Limardi, che ha voluto porre in luce la necessità di prestare un'attenzione particolare all'innalzamento del livello culturale degli Istituti Tecnici. "L'edificio di via Ghislanzoni non dispone degli spazi necessari allo svolgimento delle attività tecniche e laboratoriali tipiche di un Istituto Tecnico, per non parlare di tecnigrafi e computer fissi per l'uso di AutoCAD. Se non abbiamo garanzie serie da parte della Provincia, noi dal Bovara non ci muoviamo, a costo di organizzare una seria lotta di protesta". "Si tratta più che altro di un problema di razionalizzazione degli spazi, di ottimizzazione dell'esistente" ha ribadito il dirigente scolastico dell'Istituto Bovara, Carlo Cazzaniga. "Al piano terra dell'edificio di via Ghislanzoni è presente una grande biblioteca, praticamente inutile per i "geometri", che potrebbe essere utilizzata come laboratorio di AutoCAD, con l'eventuale installazione di alcuni tecnigrafi. Per sopperire alla mancanza di un'aula multimediale, invece, basterebbe disporre in ogni classe un video-proiettore, con una spesa massima di 5.000 euro. Non ci sarebbero problemi nemmeno con il laboratorio di chimica e fisica: il Manzoni ne ha già uno, peraltro molto efficiente e attrezzato".

Da sinistra: Carlo Cazzaniga, Roberto Panzeri, Assunta Limardi

Tra le numerose rimostranze e lamentele, l'assemblea dei genitori si è così avviata verso la conclusione; una conclusione, però, ancora parziale, che ha lasciato ancora parecchie questioni aperte, tra l'insoddisfazione generale dei presenti. "Il nostro obiettivo è quello di lavorare per il bene degli studenti, cercheremo di impegnarci affinché la nuova suddivisione degli spazi possa rispondere nella maniera migliore alle loro effettive necessità" ha concluso il consigliere provinciale Marinella Maldini. "È innegabile che a Lecco manchi un edificio scolastico, ma la costruzione di una nuova struttura - che potrebbe accogliere proprio gli iscritti al Medardo Rosso e all'Istituto Tecnico per Geometri - richiederebbe dai 5 ai 10 anni. Nel frattempo, invito voi genitori ad organizzare un ulteriore incontro con i politici e i tecnici della Provincia e del Comune di Lecco, in modo da poter discutere apertamente, con alcuni dati numerici alla mano, di tutte le problematiche emerse in questa prima occasione".
Benedetta Panzeri
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