Fallimento 'sotto l'Albero' per la Calcio Lecco? La procura si oppone all'esercizio provvisorio. Altro decreto ingiuntivo del dr. Salvioni

Lo stemma della Calcio Lecco
La fine della Calcio Lecco potrebbe essere decretata entro Natale. In un paio di settimane, infatti, arriverà la pronuncia del Tribunale in relazione alle istanze di fallimento discusse nella mattinata odierna al secondo piano del Palazzo di Giustizia di Corso Promessi Sposi, nell'ufficio del giudice delegato dr. Dario Colasanti. Alla brevissima seduta, durata meno di mezz'ora, hanno presenziato anche - in rappresentanza della Procura della Repubblica - il dr. Antonio Angelo Chiappani e il sostituto Nicola Preteroti, già titolare di un fascicolo d'indagine relativo a vicende connesse alla società di via don Pozzi. I magistrati hanno espresso parere negativo alla concessione dell'esercizio provvisorio non ravvisando l'utilità del proseguimento dell'attività calcistica dopo - l'eventuale - fallimento. Dal canto suo, il giudice - al quale congiuntamente ai colleghi Ersilio Secchi (presidente) e Mirco Lombardi spetterà la decisione ultima - come da programma ha incamerato le richieste avanzate dai legali dell'ex giocatore Marco Mancinelli e della società Tagliabue di Erba. Il primo, come noto, attende dalla Calcio Lecco 120.000 euro quali risarcimento per la mancata chiusura da parte del club delle pratiche assicurative relative ad un grave infortunio patito nel corso della stagione 2009/2010. Il fornitore vanta invece - secondo quanto è dato sapersi - un credito di circa 7.000 euro. A tali due istanze, a giorni, potrebbe aggiungersene una terza. Verrà notificato infatti in queste ore il decreto ingiuntivo promosso dallo studio (associato) tributario-legale del dr. Carlo Salvioni, di Monza, già presidente del collegio sindacale della società prima delle vicissitudini che hanno portato alla trasformazione della stessa da spa a srl, con conseguente eliminazione dell'organismo di controllo. Il commercialista, presente personalmente a Lecco, nella speranza di poter interloquire con l'amministratore unico Sandro Meregalli - non comparso in udienza dove è stato rappresentato dall'avvocato Claudio Corengia - nei corridoi del Palazzo ha ripercorso, in un cavalcata, anno dopo anno, la storia recente, tra luci e ombre,  della Calcio Lecco, sottolineando di non avere alcuna intenzione di chiedere il fallimento della stessa.

Gli striscioni apposti questa mattina di fronte al Tribunale

Eppure, per recuperare la cifra spettante al proprio studio per prestazioni erogate nel tempo, ha ri-presentato a Monza, istanza, dopo aver "ritirato" la prima, avanzata nel maggio scorso. Con l'intermediazione, infatti, degli avvocati Massimo Moscheni e Giovanni Carissimi - allora legali di via don Pozzi - si era raggiunto un accordo per il rientro di una cospicua fetta dei circa 100.000 euro richiesti, con rateizzazione dei versamenti per un ammontare complessivo di 70.000 euro. A staccare il primo assegno, quale primo acconto, a giugno, sarebbe stato - di tasca propria - Daniele Bizzozero, ultimo "patron" della Calcio Lecco, finito al centro di più vicende giudiziarie e - attualmente - agli arresti domiciliari. Peccato si sia trattato - ha sostenuto quest'oggi il dr. Salvioni - di un "assegno cabriolet". Scoperto. "Abbiamo cercato di contattare Meregalli, il quale però faceva finta, a mio avviso, di non sapere" ha argomentato il professionista. "Avremmo dovuto vederci il 10 di agosto, io e un mio collega siamo rientrato appositamente dalla ferie e lui non è presentato. Per noi è diventato un fantasma" ha sostenuto, colorando il racconto con "dettagli" quale l'asserita mancanza di credito sulla scheda italiana dell'imprenditore - domiciliato in Svizzera -  a suo dire "incredibile". Da qui la scelta di ripresentare un secondo decreto ingiuntivo da 75.000 euro (la cifra precedentemente concordata maggiorata delle spese successivamente sostenute). "Non chiediamo il fallimento della società. Dispiace tutta questa vicenda per la città e per l'aspetto sociale legato a una realtà che ha rappresentato Lecco a livello nazionale e internazionale". Ma tant'è.

L'arrivo dell'avvocato Corengia e di mister Cuoghi con un giocatore, in rappresentanza della squadra

In Tribunale arriverà, nuovamente, anche tale ricorso, in aggiunta agli altri due già discussi quest'oggi. Un ulteriore "peso" che andrà a sommarsi al carico da 90 messo dalla Procura. La società, nei prossimi giorni, intanto, potrà presentare - se lo riterrà opportuno - della nuova documentazione. Pare però che, già quest'oggi, nemmeno l'avvocato del club abbia avuto molto da obiettare. "Aspettiamo la decisione del giudice" il suo laconico commento, lasciando il Palazzo, all'esterno del quale una trentina di tifosi - sorvegliati a vista dalla Digos - hanno atteso "l'esito" della seduta odierna, "all'ombra" di due striscioni appositamente realizzati per l'occasione. Solo una cospicua iniezione di denaro - e forse anche una bella operazione di pulizia - potrebbe ora salvare il Lecco, alle prese già in queste ore con il probabile fuggi fuggi di giocatori che chiedono di essere svincolati per la riapertura del calciomercato. I ragazzi hanno fatto sapere che domenica non scenderanno in campo.
Solo un miracolo di Natale, potrebbe scongiurare la fine.
A.M.
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