Lecco, 'mazzetta' in Comune: sfilano in aula testimoni della difesa di Sorrentino

Francesco Sorrentino
Dopo la prima puntata, "andata in onda" nell'ormai lontano mese di giugno, quest'oggi in Aula, al cospetto del collegio giudicante del Tribunale di Lecco presieduto dal dr. Enrico Manzi (a latere i colleghi Salvatore Catalano e Maria Chiara Arrighi), i riflettori sono tornati ad accendersi - per volontà, a questo giro, della difesa - sul patrimonio di Francesco Sorrentino con attenzione particolare sugli accertamenti condotti a suo tempo - siamo negli anni precedenti al "caso" oggetto del procedimento - sulle due società riconducibili all'odontotecnico e quindi sul "nero" inizialmente calcolato dalla Guardia di Finanza e poi ridimensionato - in considerazione anche dei costi non certificati sostenuti per l'erogazione di tali prestazioni - in fase di "ravvedimento" dall'Agenzia delle Entrate. Come preannunciato infatti in apertura di istruttoria, all'interno del processo che vede il lecchese, già consigliere comunale a Palazzo Bovara tra le fila dalle Lega, chiamato a rispondere di concorso in concussione con il tecnico Maurizio Castagna (accusato, quale dipendente pubblico, di concussione), si sta celebrando un secondo - ma non secondario - processo necessario per salvare in caso di condanna il "gruzzoletto" accumulato nel tempo dall'imputato, altrimenti destinato alla confisca per effetto di una specifica disposizione relativa ad un pacchetto di reati, incluso quello ascritto a Sorrentino, presente personalmente in Aula al fianco dai penalisti Stefano Pelizzari e Valentina Ramella, ai quali quest'oggi - "dando il cambio" a quest'ultima - si è affiancato anche l'avvocato Luca Stevanato del Foro di Roma, specializzato proprio in materia tributaria.
Se ormai sette mesi fa, per passare in rassegna entrate e uscite dai conti dell'odontotecnico, il pubblico ministero Silvia Zannini aveva voluto riascoltare il maresciallo Gerardo Fischetti - già chiamato a relazionare dell'attività investigativa generale condotta a carico non solo di Sorrentino e Castagna ma anche dell'avvocato Giovanni Minervini, originale co-indagato uscito di scena patteggiando - quest'oggi il pool difensivo ha voluto al microfono il collega del Nucleo di Polizia Tributaria del comando provinciale di Lecco Fulvio Iovino che ha sintetizzato velocemente come l'Agenzia delle Entrate, a fronte di un "non dichiarato" superiore al mezzo milione di euro calcolato in relazione a quattro annualità dalle Fiamme Gialle, abbia poi ridimensionato i ricavi "netti", abbattendoli sensibilmente nel corso dei diversi step in cui si è articolata pratica di adesione.
Riavvolgendo il nastro, invece, nella mattinata odierna, per quanto riguarda l'ipotizzato concorso in concussione ascritto all'ormai ex politico, in gara per passare dalla poltrona dello studio odontoiatrico a quella di sindaco di Calolzio nell'ultima tornata elettorale che ha portato al rinnovo dell'amministrazione nel "capoluogo" della Valle San Martino, sono stati citati quali testi a discarico l'ingegner Luca Ronzani, in servizio al tempo all'ufficio patrimonio del Comune di Lecco e l'architetto Emiliano Dell'Acqua, incaricato da Marco Rota - il soggetto dalla cui denuncia è scaturita l'indagine - della progettazione dei box di via Pra Corvino ad Acquate, risultati poi "inaccessibili" se non sfruttando una striscia di terreno di proprietà pubblica e dunque al centro dell'ormai celeberrima pratica che si sarebbe arenata negli uffici del Municipio e per il cui "sblocco" il costruttore avrebbe pagato, con l'intermediazione di Minervini e Sorrentino, una mazzetta al geometra Castagna. Da evidenziare come, seppur portati in aula dalla difesa dell'ex lumbard, i due professionisti escussi quest'oggi... non lo abbiano nemmeno mai citato.
Il primo, incalzato dall'avvocato Ramella, pronta a produrre dei documenti per "aiutare" il pubblico dipendente nella memoria, ha ricordato come scoperto il problema relativo ai garage, il suo Ufficio abbia fissato una serie di incontri per addivenire alla soluzione della questione, "spingendo" - parole sue - per la vendita al privato della fettina di terreno necessaria per entrare nei box, puntualizzando inoltre come per lui "prima degli arresti (operati a aprile 2014 ndr) la pratica era già in archivio" e come, in riferimento alle supposte lungaggini di cui il fascicolo sarebbe rimasto vittima, "tutti volevano fare domani mattina l'atto. Ma ci sono tempistiche amministrative che vanno rispettate e che non dipendono da tecnici e funzionari ma anche dai politici".
Il secondo, invece, facendo sorridere i presenti, ha perfino negato che, a un certo punto, vi sia stato un "incaglio amministrativo", asserendo come spesso i cantieri vadano incontro a imprevisti e come, nel caso specifico, a suo giudizio, non fosse nemmeno necessario nominare, da parte di Rota, un avvocato. "Grazie al dottor Castagna abbiamo avuto incontri risolutivi con Crippa (dirigente a Palazzo Bovara ndr) e altri funzionari" ha detto, evidenziando come l'imputato si sia "prodigato" semplicemente perché nel suo ufficio era stata originariamente depositata la pratica e senza dagli nemmeno l'impressione di voler del denaro in cambio, come risposto a esplicita domanda degli avvocati Marilena e Patrizia Guglielmana, difensori del geometra. Proprio a loro passerà ora la palla: il 24, quando si tornerà in Aula, saranno sentiti i loro testi.
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.