Lecco: alla primaria di Germanedo una mostra racconta i cambiamenti alimentari imposti dal fascismo
Per la prima volta è stata allestita, due anni fa, in occasione del 70esimo della Liberazione, al Museo del Risorgimento. Da quest'oggi, lunedì 13 febbraio, la mostra "Dal Pane Bianco al Pane Nero" è approdata a Lecco, presso la scuola primaria Nazario Sauro di Germanedo. Sarà visitabile fino al 25. L'Istituto Comprensivo Lecco 3 è stato infatti selezionato dall'ANPI Milano e dall'USR Lombardia, quale "tappa" dell'esposizione itinerante incentrata sull'alimentazione in tempo di guerra. I pannelli raccontano, infatti, con testi e illustrazioni, il cambiamenti "sulla tavola" degli italiani imposti dal regime fascista a partire dal 1935, quando scattarono le prime - blande - sanzioni della Società delle Nazioni, quali conseguenza dell'attacco all'Etiopia e alle prime leggi di segregazione volute per "preservare" la purezza del sangue nostrano, così come spiegato dal presidente dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia del capoluogo meneghino Roberto Cenati intervenuto personalmente, così come rappresentanti della sezione lecchese a cominciare dal numero uno Enrico Avagnina e dal suo predecessore Giancarla Pessina, al taglio del nastro.
"Con il ritorno della farina bianca, dopo anni in cui vi era solo pane nero, immangiabile, finisce la guerra" ha sintetizzato, facendo riferimento al titolo della mostra, il dr. Cenati. "Solo tra il '47 e il '50 tornerà un'alimentazione regolare, grazie anche agli aiuti previsti dal piano Marshall".
"Tramite i giovani, i ragazzi, è possibile per noi adulti essere meno superficiali" ha detto infatti il primo cittadino, facendo riferimento alla propria generazione, nata dopo la guerra e dunque tanto "sazia" da correre il rischio di dimenticare chi ha patito la fame, chi ha combattuto dando la vita, chi ha sofferto per donarci quella libertà che oggi ci appare scontata.
Come ad ogni inaugurazione che si rispetti, non è infine mancato il buffet: a base di pane - offerto dall'associazione panificatori lecchesi - ovviamente.
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La "punizione" imposta infatti all'Italia ebbe quale conseguenza l'avvio di una campagna propagandistica incentrata sull'autarchia, anche alimentare, con la messa al bando di tutti i prodotti d'importazione, carne inclusa, con serie ripercussioni sulla dieta della popolazione, specie nelle città dove presto - siamo nel 1940 - scattò la razionalizzazione delle derrate, con l'introduzione delle tessere annonarie, fino ad arrivare al marzo del 1943 (con replica nel marzo dell'anno successivo) quando scattarono i primi scioperi degli operai, pronti a incrociare le braccia, seppur sotto il regime, per chiedere pane e pace. "Con il ritorno della farina bianca, dopo anni in cui vi era solo pane nero, immangiabile, finisce la guerra" ha sintetizzato, facendo riferimento al titolo della mostra, il dr. Cenati. "Solo tra il '47 e il '50 tornerà un'alimentazione regolare, grazie anche agli aiuti previsti dal piano Marshall".
"Tramite i giovani, i ragazzi, è possibile per noi adulti essere meno superficiali" ha detto infatti il primo cittadino, facendo riferimento alla propria generazione, nata dopo la guerra e dunque tanto "sazia" da correre il rischio di dimenticare chi ha patito la fame, chi ha combattuto dando la vita, chi ha sofferto per donarci quella libertà che oggi ci appare scontata.
Come ad ogni inaugurazione che si rispetti, non è infine mancato il buffet: a base di pane - offerto dall'associazione panificatori lecchesi - ovviamente.
Orari: Visite libere con prenotazione - tel. 0341/494657
lunedì, giovedì, venerdì dalle 14 alle 16
Visite guidate con prenotazione (durata 1 ora circa) - tel. 0341/494657
da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13
martedì 14 e martedì 21 febbraio dalle 14.30 alle 15.30
mercoledì 15 e mercoledì 22 febbraio dalle 14.30 alle 15.30
sabato 25 febbraio ore 9-13 per la cittadinanza
A.M.