Truffe all'esame per la patente: stabilita in Campobasso la competenza del processo
Sarà celebrato a Campobasso il processo penale a carico di Ezio Crolla e Marco Santarelli, arrestati in flagranza di reato nelle scorse settimane dagli agenti della Polstrada di Lecco nell’ambito dell’Operazione “I bravi” che, coordinata dal sostituto procuratore Cinzia Citterio, ha consentito di stanare un sistema di truffa messo a segno presso la Motorizzazione durante gli esami per il conseguimento della patente di guida.
Dopo essere comparsi lo scorso 27 gennaio al cospetto del gip Dario Colasanti per l'udienza di convalida del fermo, per i due molisani - entrambi sottoposti alla misura degli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni in provincia di Campobasso - il procedimento penale è ripreso questa mattina dinnanzi al giudice monocratico Salvatore Catalano.
I legali hanno argomentato la propria tesi affermando come i reati commessi a Lecco siano da considerarsi esecuzione del medesimo disegno criminoso avviato a Campobasso e che la sede competente per la celebrazione del processo dovrebbe ritenersi quella in cui è stato commesso il reato più grave: nel caso specifico sia la ricettazione che la fabbricazione dei documenti falsi, entrambi commessi, stando all’impianto accusatori, in Molise.
L'udienza odierna non è durata più di una manciata di minuti: il tempo necessario ai due difensori di motivare la propria richiesta di spostamento della sede processuale, lasciando il tempo al giudice di sentenziare in merito. Al termine di una lunga camera di consiglio il dottor Catalano ha dichiarato l'incompetenza territoriale del foro lecchese nel procedimento a carico dei due imputati, accogliendo la richiesta delle difese. Rigettata invece la proposta di revoca della misura degli arresti domiciliari avanzata dall'avvocato Zanconi per Santarelli, incensurato sino all'arresto scattato lo scorso 27 gennaio, al contrario di Ezio Crolla, titolare di un consorzio di scuole guida tra Campobasso e Isernia, già gravato da precedenti specifici.
Presso il tribunale lecchese i due dovevano rispondere dei reati di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e dall’articolo 475 di una legge speciale del 1925 che punisce colui il quale presenta disertazioni come proprie seppur non frutto del proprio lavoro. Il tutto quali supposti promotori di un sistema orchestrato per consentire a cittadini stranieri di superare l’esame teorico per il conseguimento della patente di guida, di fatto “truffando” la Motorizzazione civile sfruttando o la tecnica del “suggeritori” e dunque dotando i soggetti della necessaria apparecchiatura audio/video per comunicare con l’esterno oppure ancora “mandando avanti” un soggetto terzo, in grado di superare il test, al posto del vero candidato (“sostituzione di persona” per dirla con una sola espressione).
Dopo essere comparsi lo scorso 27 gennaio al cospetto del gip Dario Colasanti per l'udienza di convalida del fermo, per i due molisani - entrambi sottoposti alla misura degli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni in provincia di Campobasso - il procedimento penale è ripreso questa mattina dinnanzi al giudice monocratico Salvatore Catalano.
A sinistra la carta di identità 'tarocca' valida per l'espatrio trovata nelle disponbilità dei due e che ha portatoal loro arresto.
A destra parte della mercanzia sequestrata
I legali hanno argomentato la propria tesi affermando come i reati commessi a Lecco siano da considerarsi esecuzione del medesimo disegno criminoso avviato a Campobasso e che la sede competente per la celebrazione del processo dovrebbe ritenersi quella in cui è stato commesso il reato più grave: nel caso specifico sia la ricettazione che la fabbricazione dei documenti falsi, entrambi commessi, stando all’impianto accusatori, in Molise.
L'udienza odierna non è durata più di una manciata di minuti: il tempo necessario ai due difensori di motivare la propria richiesta di spostamento della sede processuale, lasciando il tempo al giudice di sentenziare in merito. Al termine di una lunga camera di consiglio il dottor Catalano ha dichiarato l'incompetenza territoriale del foro lecchese nel procedimento a carico dei due imputati, accogliendo la richiesta delle difese. Rigettata invece la proposta di revoca della misura degli arresti domiciliari avanzata dall'avvocato Zanconi per Santarelli, incensurato sino all'arresto scattato lo scorso 27 gennaio, al contrario di Ezio Crolla, titolare di un consorzio di scuole guida tra Campobasso e Isernia, già gravato da precedenti specifici.
Presso il tribunale lecchese i due dovevano rispondere dei reati di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e dall’articolo 475 di una legge speciale del 1925 che punisce colui il quale presenta disertazioni come proprie seppur non frutto del proprio lavoro. Il tutto quali supposti promotori di un sistema orchestrato per consentire a cittadini stranieri di superare l’esame teorico per il conseguimento della patente di guida, di fatto “truffando” la Motorizzazione civile sfruttando o la tecnica del “suggeritori” e dunque dotando i soggetti della necessaria apparecchiatura audio/video per comunicare con l’esterno oppure ancora “mandando avanti” un soggetto terzo, in grado di superare il test, al posto del vero candidato (“sostituzione di persona” per dirla con una sola espressione).
G.C.