Lecco: il giudice del lavoro conferma il licenziamento di due medici dell'ASST. Respinti i due ricorsi



I licenziamenti della dottoressa G.M. e del dottor P.P. sono da considerarsi legittimi. Questo il contenuto delle due distinte ordinanze emesse - in sede cautelare - dal giudice del lavoro Giovanni Gatto a scioglimento della riserva formulata - in entrambi i casi - nell'udienza dello scorso 9 settembre.

Sia per quanto attiene la radiologa grillina in servizio all'ospedale Manzoni di Lecco, assistita dall'avvocato Giancarlo Faletti sia in riferimento alla posizione dell'angiologo del Mandic di Merate difeso dall'avvocato Fortunato Riva il giudice del Tribunale di Lecco ha sposato la linea adottata dall'Azienda ospedaliera della Provincia di Lecco, affidatasi per entrambe le cause, all'avvocato Paolo Piana.

L'oggetto delle due domande analizzate dal dottor Gatto era una declamatoria di illegittimità di licenziamento irrogato per motivi disciplinari nei confronti dei due professionisti, considerato dai ricorrenti difettante nella procedura e infondato nel merito.

Due le condotte che sarebbero state messe in atto dal dirigente medico G.M. passate sotto la lente del giudice in quanto poste alla base della rescissione del contratto di lavoro con la dottoressa messa in atto lo scorso 14 maggio dall'Azienda Ospedaliera. Si tratta della richiesta di colloquio con un magistrato avanzata in violazione dei doveri del pubblico impiegato e nei propri interesse e della registrazione di un colloquio con una collega, fatto che avrebbe turbato il clima lavorativo. Entrambi i fatti sono stati etichettati come non diversamente configurabili come invece ipotizzato dalla ricorrente e quindi rientranti nella competenza di valutazione dell'Ao, quale organo adottante del provvedimento di licenziamento in virtù anche di due recidive "specifiche" (l'aver apposto sui referti medici frasi estranee alla valutazione medica e aver rivolto minacce e offese al primario) contestate sempre alla medesima dipendente non parte del fascicolo valutato dal giudice. Essendosi dunque irreparabilmente guastato il rapporto di fiducia tra le parti per effetto della complessiva condotta da G.M., il dottor Gatto ha ritenuto di rigettare il ricorso presentato dalla radiologa, stabilendo la compensazione integrale delle spese di lite tra le parti.



E' stato invece condannato alla rifusione delle spese - quantificate in 3.000 euro - il chirurgo P.P., il cui ricorso, esattamente come quello della collega, è stato rigettato dall'Autorità giudiziaria. Il giudice ha infatti valutato legittima la procedura seguita dall'Azienda per il licenziamento dell'angiologo condannato il 12 dicembre dello scorso anno per abuso d'ufficio, per aver indirizzato verso il proprio studio privato pazienti che avrebbero avuto diritto di essere visitati gratuitamente in ospedale e per violenza sessuale nei confronti di una paziente psichiatrica specificando come il fatto che la sentenza non sia ancora passata in giudicato non preclude all'Ao (quale pubblica amministrazione) la possibilità - attuata - di interrompere il rapporto lavorativo con il dipendente in virtù dei riflessi gravi avuti dalla vicenda.

"Vittoria" piena, dunque, per l'avvocato Piana e per l'Azienda Ospedaliera.

Alice Mandelli
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