Lecco: l’aula magna del Parini intitolata a Padre Puglisi, Domenico De Lisi incontra i ragazzi
"Aula magna dedicata a Padre Pino Puglisi, parroco di Brancaccio, educatore ed insegnante assassinato il 15 settembre 1993 a Palermo per aver lottato con coraggio "contro la cultura mafiosa che è qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell'uomo per soldi". 21.03.2017”.
E’ questo il contenuto della targa che nella mattinata di oggi è stata scoperta presso l’istituto G. Parini di Lecco da Domenico De Lisi, responsabile del servizio sociale del Centro di accoglienza Padre Nostro che ha collaborato con il sacerdote e ne ha raccolto l’importante eredità.
Il dirigente scolastico Carlo Cazzaniga, presentando l’ospite arrivato a Lecco nell’ambito del “progetto legalità” promosso dalla scuola in collaborazione con il Comitato Genitori, ha spiegato la scelta di concentrarsi sulla figura di padre Pino “perché egli era soprattutto un uomo di scuola e proprio dall’istruzione ha preso il via la sua battaglia contro ogni barbarie, proprio come Don Milani”.
Presenti anche il consigliere provinciale Marinella Maldini e il capo di Gabinetto della Prefettura dottoressa Marcella Nicoletti.
Rispondendo alle domande dei ragazzi, Domenico De Lisi ha catturato l’attenzione dell’intero uditorio parlando in modo semplice e appassionato del sacerdote da quando lo ha conosciuto nel 1990, anno in cui ha iniziato l’incarico come parroco a Brancacci, rimboccandosi le maniche, sempre con il sorriso sul volto. “Era un suo filo conduttore, lo ha rivolto anche a chi lo ha ucciso dicendogli che se lo aspettava. Grazie a lui in paese è nato un luogo di speranza, a partire da un questionario che ci ha fatto distribuire nelle case per capire i reali bisogni della gente. Brancaccio era una “terra di nessuno”, lui è stato un testimone di speranza e grazie a lui ho cambiato il mio indirizzo di studi dedicandomi all’ambito umanistico. Senza quel sorriso oggi non sarei qui con voi”.
Domenico De Lisi, rispondendo ai ragazzi, ha poi ricordato il giorno tragico della scomparsa del sacerdote. “Lo abbiamo raggiunto al Pronto soccorso, tutti inizialmente pensavano ad un malore e solo in un secondo momento è stato visto il foro sulla nuca causato dal proiettile che lo ha ucciso. Il “gruppo di fuoco” che ha svolto il lavoro su autorizzazione della cupola mafiosa era composto da 4 persone”.
Un grande applauso ha salutato l’ospite, che ha scoperto la targa dell’aula Padre Pino Puglisi.
E’ questo il contenuto della targa che nella mattinata di oggi è stata scoperta presso l’istituto G. Parini di Lecco da Domenico De Lisi, responsabile del servizio sociale del Centro di accoglienza Padre Nostro che ha collaborato con il sacerdote e ne ha raccolto l’importante eredità.
Carlo Cazzaniga e Domenico De Lisi di fronte alla targa
Il dirigente scolastico Carlo Cazzaniga, presentando l’ospite arrivato a Lecco nell’ambito del “progetto legalità” promosso dalla scuola in collaborazione con il Comitato Genitori, ha spiegato la scelta di concentrarsi sulla figura di padre Pino “perché egli era soprattutto un uomo di scuola e proprio dall’istruzione ha preso il via la sua battaglia contro ogni barbarie, proprio come Don Milani”.
Carlo Cazzaniga e Domenico De Lisi
L’Istituto Parini, come ha sottolineato la professoressa Carmen Greco che ha coordinato il progetto, è stato il primo sul territorio ad aderire a Libera e al Centro di promozione della legalità, che ha reso possibile l’arrivo in città del dottor De Lisi. “I ragazzi delle 10 classi hanno collaborato al progetto, abbiamo voluto farli incontrare con un testimone che ha conosciuto Padre Puglisi, che ha parlato loro di lui anche ieri e che oggi sarà intervistato dagli studenti di 2^ H”.Presenti anche il consigliere provinciale Marinella Maldini e il capo di Gabinetto della Prefettura dottoressa Marcella Nicoletti.
Rispondendo alle domande dei ragazzi, Domenico De Lisi ha catturato l’attenzione dell’intero uditorio parlando in modo semplice e appassionato del sacerdote da quando lo ha conosciuto nel 1990, anno in cui ha iniziato l’incarico come parroco a Brancacci, rimboccandosi le maniche, sempre con il sorriso sul volto. “Era un suo filo conduttore, lo ha rivolto anche a chi lo ha ucciso dicendogli che se lo aspettava. Grazie a lui in paese è nato un luogo di speranza, a partire da un questionario che ci ha fatto distribuire nelle case per capire i reali bisogni della gente. Brancaccio era una “terra di nessuno”, lui è stato un testimone di speranza e grazie a lui ho cambiato il mio indirizzo di studi dedicandomi all’ambito umanistico. Senza quel sorriso oggi non sarei qui con voi”.
Domenico De Lisi, rispondendo ai ragazzi, ha poi ricordato il giorno tragico della scomparsa del sacerdote. “Lo abbiamo raggiunto al Pronto soccorso, tutti inizialmente pensavano ad un malore e solo in un secondo momento è stato visto il foro sulla nuca causato dal proiettile che lo ha ucciso. Il “gruppo di fuoco” che ha svolto il lavoro su autorizzazione della cupola mafiosa era composto da 4 persone”.
I professori Carmen Greco e Alessandro Colombo
Dopo la morte di Padre Puglisi qualcosa è cambiato per sempre. “Si è rotto il silenzio della chiesa che oggi è in prima linea contro la ‘ndrangheta, la sua morte è stata un punto di svolta. Grazie alle sue idee nel centro Padre Nostro è nata una scuola media nel 2000 e dal 2011 è attivo un centro sportivo e ricreativo aperto alla popolazione, oltre ad una casa museo dedicata a lui”.Un grande applauso ha salutato l’ospite, che ha scoperto la targa dell’aula Padre Pino Puglisi.
