FILCA: ascesa e caduta del leader dell’edilizia cooperativa. 185 milioni di debiti, 51 di attivo. Ecco i dettagli del concordato

In principio vi furono 9 cooperative che, al fine di ottenere supporto tecnico, legale, amministrativo e finanziario decisero di “mettersi insieme”, mantenendo la loro autonomia. Inizia così il 12 novembre 1985 – con il nome di Consorzio Filca Casa Lombardia – la storia dell’attuale Filca Cooperative società cooperativa, una storia che meglio di tante altre cavalca la cresta della parabola del mattone nostrano, con una vorticosa ascesa e una rovinosa caduta, attutita solo da un paracadute chiamato concordato. E proprio dallo spulciare le carte relative al piano, accolto nei giorni scorsi dal Tribunale di Lecco, nasce questo “approfondimento” con l’unico intento – così come già fatto per l’impresa Carsana – di dare al lettore strumenti per capire “l’inizio della fine” dell’ennesimo colosso del nostro territorio.

Giacomo Fumeo in una foto d'archivio
La storia

Nata Filca, il numero delle “associate” (indicate quali cooperative di primo livello) progressivamente aumenta fino a toccare quota 53. Nel tempo, complessivamente, hanno realizzato oltre 800 interventi edili in quasi 300 comuni, principalmente lombardi, contraddistinti per alti standard qualitativi e spiccata attenzione al risparmio energetico.
Per ottenere finanza fresca, nel 2013 Filca decide di emettere obbligazioni per 20 milioni di euro, destinati a investitori qualificati che ne sottoscriveranno 16 milioni, con scadenza a settembre 2019 a un tasso fisso del 6%. L’operazione non sarà sufficiente e un paio d’anni dopo la crisi del settore immobiliare che incide principalmente sulle cooperative di primo livello si estenderà a tutto il Gruppo.
A fine 2014 Filca Cooperative dà vita a Filca FCS, una coop con la finalità di gestire un fondo di solidarietà, costituito quasi quindici anni prima, allo scopo di riequilibrare i conti delle varie entità di primo livello e, in ultima analisi, per mantenere in linea i prezzi degli alloggi promessi ai soci. L’operazione è stata realizzata con scissione proporzionale di Filca Cooperative; in tal modo i soci di Filca Cooperative sono divenuti soci di Filca FCS.

Il Gruppo Economico
Come detto, alla base della piramide del Gruppo si trovano le cooperative di primo livello. Chi intende partecipare ad un intervento edilizio per acquistare o divenire assegnatario di un appartamento, diventa socio di una di queste realtà.
A loro volta le cooperative di primo livello partecipano a quelle di secondo livello, prime tra tutte Filca Cooperative che fornisce loro una elevata quantità di servizi: dall’amministrazione alla contabilità, dal marketing all’assistenza commerciale al project management degli interventi.
Nel Gruppo troviamo poialtre società di servizi di cui sono socie sia le cooperative di primo livello sia la stessa Filca Cooperative. Anche queste società sono in stato di crisi e hanno proposto o stanno per proporre varie soluzioni ai propri creditori. Esse sono: Fites Srl, alla quale è delegata la tesoreria e intende proporre un autonomo accordo di ristrutturazione dei debiti; Fincasa Lombardia Srl, che eroga i finanziamenti alle altre realtà del Gruppo e punta anch’essa ad un autonomo concordato; Modulo Zeta Srl, che prima del fallimento dello scorso gennaio si occupava di progettare gli interventi edilizi; Filca FCS Cooperativa, che gestisce il Fondo Consortile di Solidarietà, un cuscinetto di compensazione tra le varie cooperative di primo livello e propone un accordo di ristrutturazione dei debiti.

I debiti infragruppo
Tra i principali crediti infragruppo, spiccano, a luglio 2016, i crediti di Filca Cooperative verso le cooperative di primo livello per 11 milioni di euro a seguito di servizi ad esse prestate e per oltre 13 milioni di euro per finanziamenti erogati. È di quasi 12 milioni il credito verso Fites mentre è di 800 mila euro quello nei riguardi delle altre società di servizi. Complessivamente Filca Cooperative vanta un credito di 38 milioni di euro verso le altre realtà del Gruppo.
Fincasa, invece, vanta 65 milioni di euro di crediti verso le cooperative di primo livello per finanziamenti mentre Fites ha crediti verso le cooperative di primo livello per 55 milioni e debiti per 11 milioni.

L’apertura del concordato
La complessa vicenda della società leader nel settore delle cooperative edilizie in Lombardia inizia il 13 luglio 2016, quanto Giacomo Fumeo, presidente del consiglio di amministrazione di Filca Cooperative, deposita la domanda di concordato in bianco. Il Tribunale di Lecco, qualche settimana più tardi, concede 120 giorni per formulare la proposta di pagamento dei creditori e nomina commissario giudiziale Riccardo Nucera, con l’incarico di sovrintendere e controllare le scelte della proprietà. Gli iniziali 120 giorni concessi per depositare le carte diventano 180 ma, poco prima di Natale, la Procura propone un’istanza di fallimento. Il colpo di scena non si traduce tuttavia nel default di Filca, grazie allo “scudo” del concordato che blocca l’istanza.
La più recente novità è del 4 aprile scorso, quando il Tribunale ha ammesso Filca Cooperative al concordato preventivo, ritenendo superati alcuni rilievi precedentemente sollevati dai giudici, in particolare gli aspetti relativi al rispetto del pagamento minimo del 20% dei creditori di tutte la classi del piano. Vista la complessità della procedura al commissario Riccardo Nucera è affiancata Raffaella Paveri.

Il Tribunale di Lecco
I tre pilastri del concordato

A febbraio il corposo ricorso, firmato dall’avvocato Finocchiaro di Milano, arriva in Tribunale, seguito a inizio marzo da un’integrazione che chiarisce alcuni problemi sollevati dal collegio del Tribunale.
Il documento ripercorre la storia delle cooperative di primo livello (quelle che realizzano gli interventi sul territorio) e di secondo livello (Filca Cooperative, Fincasa, Fites, Filca FCS) spiegando poi come l’ipotesi di mantenere in vita la “casa madre” sia via via scemata, lasciando spazio solo ad un piano liquidatorio, per far fronte ai 184 milioni di euro di debiti, di cui 8,4 prededucibili, 8,6 privilegiati e 167 chirografari.
Il ricorso si poggia su tre pilastri: anzitutto la cartolarizzazione dei crediti e la loro cessione, l’apporto finanziario di oltre 5 milioni di euro da parte delle banche e le transazioni fiscali con Inps e Agenzia delle Entrate.
L’operazione più complessa è quella di cartolarizzazione. In buona sostanza, e semplificando molto, si tratta di un meccanismo con il quale Filca Cooperative paga le banche con i crediti che vanta verso le altre società del Gruppo.
Ma vediamolo più nel dettaglio. Come detto Filca (così come Fincasa) sono creditrici delle cooperative di primo livello; mediante la cartolarizzazione Filca e Fincasa trasformano in titoli “cartacei” i 127 milioni di euro di crediti maturati nei confronti delle cooperative di primo livello. In particolare il valore dei titoli relativi a Filca è di 38 milioni di euro, la restante parte sono crediti di Fincasa, che avendo collegamenti con il concordato Filca, resta estranea alla procedura di cui parliamo. Compiuto questo primo passaggio, i crediti, incorporati nei titoli, saranno successivamente ceduti a una società veicolo. Quest’ultima, per poter comprare i titoli di credito da Filca (e Fincasa), si finanzierà emettendo a sua volta altri titoli (notes) di varia pezzatura e di diverse categorie che verranno acquistati proprio da Filca a Fincasa.  Si va da quelle più garantite, le Senior notes, via via a quelle meno “sicure”: scendendo troviamo le Mezzanine, le Junior e le Subordinated  Junior.  Mentre queste ultime tre verranno successivamente cedute alle banche e agli obbligazionisti, le Senior non saranno cedute ma genereranno flussi di cassa per pagare la finanza fresca. 
Nelle intenzioni iniziali di Filca gli acquirenti avrebbero dovuto essere fin dal principio le banche e non le stesse società del Gruppo mentre la proposta depositata prevede questi titoli (notes) vengano solo successivamente ceduti alle banche, a tacitazione dei loro crediti, quasi sempre ridotti circa dell’80% del valore originario.
Unica eccezione dovrebbe riguardare le notes più garantite che andranno a pagare integralmente i 5,1 milioni di euro di finanza fresca; invece i residui 162 milioni di euro di debiti non garantiti di Filca saranno pagati al 20% con la cessione delle notes, aventi un valore nominale di 33 milioni di euro.
Il secondo pilastro è il finanziamento da parte delle banche per un importo di 5 milioni e 100mila euro, al tasso di interesse annuo del 3%. Inizialmente 5, gli istituti rimasti in campo dopo la rinuncia da parte di Banca Nazionale del Lavoro sono 4: si tratta degli istituti maggiormente esposti con il Gruppo che hanno interesse a contribuire alla via d’uscita rappresentata nel riscorso. Sono Banca Intesa (verserà 2,1 milioni circa) Banco Bpm (2,1 milioni circa), Banca Monte dei Paschi di Siena (550mila euro circa) e Banca Popolare di Bergamo (350mila euro circa).
Questi istituti, oltre agli oltre 5milioni di finanza fresca destinati a Filca Cooperative, dovrebbero erogare altri 800mila euro a Fincasa e 325mila euro a Fites, per le rispettive procedure concorsuali.
Gli importi provenienti dalle banche finanzieranno i crediti prededucibili e una parte dei crediti privilegiati, in particolare quelli dei dipendenti.
Sul fronte Iva e Irap il piano concordatario prevede uno stralcio per circa 1 milione e 600mila euro mentre è di circa 220mila euro quello relativo ai contributi Inps.

Interventi edilizi realizzati nel tempo  (foto dal sito di Filca)


I conti del concordato

I debiti di Filca Cooperative ammontano a 185 milioni di euro mentre l’attivo è di 51 milioni. Infatti sommando i titoli della società veicolo per 37 milioni di euro, i 5,1 milioni di finanza fresca dalle banche e le immobilizzazioni per 7 milioni (di cui 6 milioni dagli immobili) il piano concordatario vanterebbe un attivo di circa 50 milioni e 558mila di euro.
Le passività principali derivano invece dai crediti bancari. Gli istituti vantano 20 milioni di crediti per finanziamenti: 1,4 milioni al privilegio, altri 14 milioni senza garanzie e 5,1 milioni relativi a finanza fresca.
Sono sempre investitori qualificati (in particolare banche) a vantare crediti per l’emissione di obbligazioni del 2013 per 16 milioni di euro, attualizzati a 17 milioni. Ebbene, anche tali crediti verranno coperti da Filca mediante la cessione delle notes, i titoli rappresentativi del credito vantato nei riguardi delle cooperative di primo livello.
Troviamo inoltre 2,2 milioni di euro di debiti per tributi che saranno corrisposti integramente per 600mila euro poiché privilegiati, mentre del restante 1,6 milioni verrà pagato solo il 20%.
Anche il debito verso gli istituti di previdenza è di 2,2 milioni, ma qui la quota del privilegio da pagare integralmente è di 1,9 milioni, mentre solo la residua parte di 300mila euro verrà pagata al 20%.
I dipendenti devono ricevere complessivamente un importo di 2,3 milioni di euro e saranno integralmente corrisposti poiché privilegiati.
Amministratori e Collegio sindacale vantano un credito di circa 1,3 milioni che non sarà saldato poichè tutti i creditori hanno rinunciato espressamente.
Ammonta complessivamente a 128 milioni di euro il rischio di escussione delle fideiussioni rilasciate da Filca a garanzia di mutui concessi dagli istituti alle cooperative di primo livello e alle altre società di servizi. Anche tale importo sarà “saldato” mediante cessione delle notes, in questo caso le meno garantite.
È infine di circa 2,6 milioni di euro il costo complessivo della procedura concordataria, principalmente destinati a professionisti, advisor, consulenti, periti ed estimatori.

I creditori “minori”
Filca Cooperative ha chiuso il bilancio 2014 con una perdita di quasi 4 milioni di euro che è salita a 27,5 milioni nel 2015, dovuta in maggior misura alla svalutazione dei crediti vantati nei riguardi delle cooperative di primo livello. La perdita del 2016 è di 1,9 milioni di euro, originata prevalentemente dalle procedure per i licenziamenti collettivi. Sono 37 i dipendenti ancora in attesa di ricevere importi rilevanti.
Se sono le banche a vantare, per mutui e fideiussioni, la maggior parte dei crediti, tra i creditori minori di Filca troviamo la società di revisione KPMG, gli avvocati Giovanni Priore e Riccardo Crespi, lo studio legale e tributario di cui è partner l’ex ministro Giulio Tremonti, il notaio Pierluigi Donegana e lo studio Moschen.
Rilevanti anche gli impegni di firma verso primarie società assicurative (Reale, Unipol, Sace) che Filca ha assunto per controgarantire, insieme alle cooperative di primo livello, le fideiussioni a beneficio degli assegnatari e degli acquirenti degli alloggi.

Gli asset in vendita
Il piano concordatario delinea gli ipotetici valori di vendita degli asset di Filca. Si fa cenno a Monitor Tv, società che partecipa al capitale di TeleUnica, la televisione di Lecco e Sondrio che dovrebbe essere venduta entro il 2021 per circa 1,1 milioni di euro e alla partecipazione stimata in 150mila euro in Banca Cambiano (ex Banca AGCI). Vi sono inoltre piccole partecipazioni in Banca Credito Cooperativo dell’Alta Brianza e Banca Progetto, l’ex Banca Provinciale Lecchese.
Si ipotizza di incassare 2,5 milioni di euro dalla vendita della sede centrale di Piazza Manzoni a Lecco, 670mila euro da quella di via Filzi a Lecco e, complessivamente, meno di 3 milioni dalla vendita delle altre sedi di Como, Bergamo, Busto Arsizio, Monza e Brescia.
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