Operazione July, nuovo atto: la Guardia di Finanza ri-arresta un trafficante di droga

July 2014... tre anni dopo. Come fosse il proseguo di un film, in cui "i buoni" indossano le uniformi verdi della Guardia di Finanza, nei giorni scorsi militari del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando di Lecco hanno eseguito a Torino un'ulteriore misura di custodia cautelare in carcere a carico di un soggetto già tratto in arresto nell'ambito dell'ormai celeberrima operazione che, nel 2015, dopo mesi d'attività investigativa, aveva portato a sgominare un sodalizio criminale italo-albanese dedito da anni al traffico di sostanze stupefacenti, importate da Olanda e Spagna per poi essere smerciate tra la nostra provincia, Milano, Brescia, Como, Torino, Modena e Monza Brianza. Proprio in quest'ultimo territorio, tra l'altro, a suo tempo, all'interno di una pizzeria di Barlassina, era stato scovato il "quartier generale" del ramo "nostrano" dell'organizzazione malavitosa, con tanto di "pacco bomba" poi abbandonato all'esterno del locale, nei giorni successivi all'esecuzione delle ordinanze disposte dal Gip, chiaro "avvertimento" per le Fiamme Gialle lariane, "sconfinate" in terra brianzola seguendo la scia di traffici intessuti dai membri dell'ipotizzato sodalizio criminale intrattenendo rapporti anche con gruppi di calabresi e siciliani legati a potenti famiglie della 'ndrangheta di Mariano Comense (CO) e di San Luca (RC), anche grazie a matrimoni appositamente combinati. 94 i chili di droga in più trance sequestrati con 26 indagati tratti in arresto.

Una delle immagini scattate durante l'attività investigativa, per documentare il trasporto di droga anche utilizzando passeggini.
A destra il t.colonnello Mario Leone Piccinni, a capo del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Lecco


Il tabellone degli originali indagati dell'operazione July, con evidenziata la foto di Riggio

Nell'elenco, redatto dal sostituto procuratore Alessandro Pepè, titolare dell'indagine, figurava anche Carmelo Renato Riggio per il quale, nei giorni scorsi, è stata disposta nuovamente la carcerazione, all'esito di ulteriori sviluppi investigativi sfociati nell'ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Torino, su richiesta di altro PM (la dottoressa Valentina Sellaroli). I militari lo hanno catturato nella dimora della sua compagna: all'arrivo delle divise l'uomo - accusato di traffico di sostanze stupefacenti - non ha opposto resistenza ed è stato associato al carcere del capoluogo piemontese. Riggio, figlio di Vincenzo, ritenuto uno dei più importati trafficanti italiani di cocaina con contatti anche con famiglie mafiose del Sud Italia, secondo gli inquirenti, rappresenterebbe il vertice di una agguerrita consorteria criminale.
Il suo arresto, si legge nella nota diffusa dalla Guardia di Finanza, "è la naturale conclusione di una attività avviata nel 2014 che recentemente ha visto la condanna di Aldo Conti , altro elemento di spicco dell'organizzazione criminale, a 9 anni di reclusione".


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